minniti migranti

NESSUNO STATO DI EMERGENZA SUI MIGRANTI - MINNITI ORA FRENA E CONVOCA I PREFETTI - L'ACCELERAZIONE SUL NUOVO CODICE PER LE ONG – POLEMICHE PER LA SCARCERAZIONE DI UN IMMIGRATO CHE AVEVA TENTATO DI ACCOLTELLARE UN AGENTE ALLA STAZIONE DI MILANO 

marco minnitimarco minniti

Valentina Errante per il Messaggero

 

Ai prefetti dei capoluoghi italiani, il ministro dell'Interno Marco Minniti non lascia via d'uscita: bisogna gestire l'emergenza fino a ottobre e cercare di dialogare con i sindaci perché aprano le porte ai migranti. Minniti sa bene che l'impresa è ardua: in un clima da campagna elettorale, la questione, per gli amministratori locali, è centrale.

 

E così mentre il Viminale gioca la partita con l'Europa, puntando al nuovo codice per le Ong e agli accordi con la Libia, che prevedono, però, tempi lunghi, la scommessa più immediata è ancora quella interna. Gli altri fronti, intanto, restano aperti: l'incontro con le organizzazioni non governative, previsto per martedì prossimo, potrebbe portare anche alla modifica del codice, mentre i tempi per una mediazione in Libia si prevedono molto più lunghi.

 

L'ACCOGLIENZA

migrantimigranti

Ieri l'incontro con i prefetti, oggi con l'Anci, l'obiettivo di Minniti è di coinvolgere tutti i comuni nel progetto Sprar. La risposta, finora, non è arrivata. Il ministro ammette che con oltre 200mila persone ospitate nelle strutture, attualmente, «meno della metà dei Comuni, 3.153, fa accoglienza». Il braccio di ferro continua e Minniti esorta i sindaci a tenere duro, perché non ci sono altre soluzioni.

 

Nessuno stato di emergenza, la risposta deve essere «strutturale», spiega il ministro rispondendo al question time, in una giornata segnata da un episodio destinato a rinfocolare le polemiche: un immigrato è stato scarcerato dopo il tentativo di accoltellare un agente alla stazione di Milano.

 

Il braccio di ferro con i sindaci, denunciano i prefetti, è durissimo. Ciascuno riporta la propria esperienza, singoli episodi che danno la misura della situazione: gli amministratori locali che arrivano a boicottare l'arrivo dei migranti sul territorio, anche fisicamente impedendo l'attivazione dei gruppi elettrogeni. Ma intanto si sgonfia la polemica con il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino del movimento Cinque stelle, che temeva per l'apertura di un hot-spot.

MINNITIMINNITI

 

LE ONG

Sull'altro fronte, quello dei salvataggi in mare, si attende l'incontro già fissato per il 25. Minniti al Viminale incontrerà i rappresentanti delle Ong per discutere il codice di condotta, un testo, sottolinea il ministro, che «non è iniziativa estemporanea del governo, ma è in linea con le deliberazioni del parlamento». Il confronto non si annuncia facile. Non è detto che il testo non subisca modifiche e si arrivi a un accordo.

 

L'EUROPA

Dopo giorni di malumori, legati al possibile rilascio ai migranti di visti temporanei per raggiungere altri paesi europei, scende la tensione con l'Austria, che aveva minacciato di chiudere il Brennero: «Continueremo a garantire il massimo della sicurezza», ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, ribadendo che la Ue non ha ricevuto da Vienna nessuna notifica Schengen per bloccare il confine. Il rischio di nuove tensioni nell'eurozona, però, non è superato.

 

Sul fronte francese, ieri la circolazione ferroviaria è stata interrotta per circa un'ora e mezza, nel tunnel del Frejus a causa della presenza di un gruppo di migranti che, a piedi, tentava di raggiungere la Francia attraverso il traforo. Il transito di stranieri che cercano di raggiungere il territorio francese passando da Bardonecchia è ormai sempre più frequente.

MIGRANTI NEI CENTRI ACCOGLIENZAMIGRANTI NEI CENTRI ACCOGLIENZA

 

Proprio ieri Minniti, dati alla mano, forniva i numeri delle espulsioni. Dal primo gennaio alla metà di luglio sono stati individuati 25mila irregolari, il 19,45% in più rispetto allo scorso anno, e sono stati allontanati 12.206 soggetto (+27,2%). Ci sono state inoltre 65 espulsioni per motivi di sicurezza nazionale, contro le 34 dello stesso periodo del 2016.

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...