luigi di maio davide casaleggio

NOMINE, ARRIVA CASALEGGIO - IL GURU JUNIOR SBARCA A ROMA PER SBLOCCARE L'IMPASSE, DA CDP A RAI AI SERVIZI ENERGETICI. IL CASO SCANNAPIECO: CURRICULUM PERFETTO, TRANNE IN UN PUNTO. FECE PARTE DEL CONSIGLIO DI SPENCER STUART, PROPRIO LA SOCIETÀ DI CACCIATORI DI TESTE IMPIEGATA DAI GRILLINI PER TROVARE I MANAGER. MA QUEL RUOLO LO EBBE SOLO PER DUE MESI NEL 2007 - PER LA RAI CALA CASTELLARI E RISALE VACCARONO

1. CDP, RAI E GESTORE DEI SERVIZI ENERGETICI SULLE NOMINE SCENDE IN CAMPO CASALEGGIO

Federico Capurso per la Stampa

 

BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

Sarà di certo una coincidenza, ma quando il Movimento 5 stelle affronta i momenti più delicati della sua vita politica, Davide Casaleggio abbandona Milano e compare improvvisamente a Roma. E così è in questi giorni, in cui i fili del Movimento si sono aggrovigliati a quelli della Lega fino a portare a uno stallo nella pesantissima partita delle nomine in Cassa depositi e prestiti, Rai e Gestore dei servizi energetici.

 

Ecco che Casaleggio arriva nella Capitale, corre in Senato sfuggendo alle telecamere e si rintana negli uffici del partito, impegnato tra mille riunioni.

 

Il primo faldone sul tavolo riguarda una questione privata, la gestione del suo sito web «Rousseau», pensato per essere il cuore pulsante della democrazia diretta nel Movimento, e che invece stenta a decollare. «Ma non è sufficiente il contributo mensile, ci vuole più impegno. Devono fare di più», si ragiona negli uffici di Palazzo Madama, dove alla riunione è presente anche il fedelissimo Pietro Dettori, deputato e socio della stessa Rousseau. Fin qui, in effetti, i risultati ottenuti non sono esaltanti: il numero di proposte di legge di senatori e deputati M5S da discutere online con gli attivisti è ancora fermo a quota zero e gli iscritti non aumentano con i ritmi auspicati a inizio anno.

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

 

Casaleggio è chino sulle carte di Rousseau, ma nel suo orizzonte si stagliano imponenti i dossier delle nomine statali. Ignorarli è un' impresa.

Ancor di più se due di questi - Cassa depositi e prestiti e Gestore servizi energetici - sono sempre stati ritenuti fondamentali da Davide Casaleggio e dal padre Gianroberto per la loro idea di sviluppo del Paese.

 

Il figlio del cofondatore del M5S non ha mai nascosto il suo interesse per i destini di Cdp: «Dovrebbe diventare una banca pubblica per gli investimenti, come in Francia», disse a margine di un convegno a Roma - guarda caso - proprio mentre il governo gialloverde si stava formando. «Investimenti mirati, non a pioggia, che portino innovazione nelle imprese italiane». Una rivoluzione che ha bisogno di una guida. E per il ruolo di amministratore delegato, due profili in particolare avrebbero attirato l' attenzione di Casaleggio. Il primo nome è quello di Dario Scannapieco.

 

scannapieco

Il curriculum sarebbe perfetto, dalla laurea ad Harvard alla vicepresidenza della Banca europea degli investimenti, fino alla presidenza del consiglio di amministrazione del Fondo europeo per gli investimenti. A rendere in salita la nomina, però, sarebbe il suo ruolo di membro nel comitato consultivo di Spencer Stuart Italia, la società di cacciatori di teste scelta dal ministro dell' Economia Giovanni Tria per selezionare proprio i candidati al ruolo di amministratore delegato della Cdp.

 

Insomma, una questione di palese conflitto di interessi che avrebbe bruciato, almeno per ora, il nome fino a ieri più forte. Da qui la veloce avanzata, proprio in queste ore di residenza romana di Casaleggio, della candidatura di Fabrizio Palermo. Giovane, già direttore finanziario di Cdp, con un' esperienza in Morgan Stanely e in Fincantieri. Ma la lotta con la Lega e con il suo candidato, Marcello Sala, per il più importante e potente ente statale, è ancora serrata.

Piuttosto, oggi potrebbe essere il giorno buono per il rinnovo del cda del Gestore servizi energetici.

 

fabrizio palermo

Altro tenore, rispetto a Cdp, ma ugualmente importante nei piani «green» del Movimento. Tanto che, secondo quanto trapela, sarebbe stato Casaleggio a individuare i profili migliori.

Anche qui, come in Cdp, in pole per la carica unica di amministratore delegato e presidente c' è un interno del Gse, Attilio Punzo, direttore del Monitoraggio operativo.

Staccato invece Maurizio Di Marcotullio, consulente fiscale con esperienze nel settore delle energie rinnovabili.

 

Binario doppio anche per la Rai. Fino al momento dell' arrivo di Casaleggio era in pole per la carica di direttore generale Andrea Castellari, già dg a Discovery e ora a Viacom. Adesso, invece, è risalita la candidatura di Fabio Vaccarono, country director di Google Italia.

Attenzione, però: «Casaleggio non si occupa mai di nomine», precisa il Movimento 5 stelle.

Perché è un «semplice attivista», come si definisce lo stesso Casaleggio. Con una bizzarra passione per Roma.

 

 

fabio vaccarono google italia

2. CASSA DEPOSITI E PRESTITI, ECCO FATTI, NOMI E INDISCREZIONI SULLE NOMINE IN BALLO

Michele Arnese per www.startmag.it

 

Rush finale per le nomine ai vertici di Cdp.

 

In queste ore i partiti della maggioranza con il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, stanno definendo la lista del Tesoro da presentare all’assemblea della Cdp (Cassa depositi e prestiti) in calendario il 13 luglio.

 

In azione sul dossier nomine c’è anche Davide Casaleggio, come ha svelato oggi il quotidiano La Stampa in un articolo di Federico Capurso, da tempo addentro alle segrete cose dei Cinque Stelle (fece rumore una sua intervista-scoop con l’ex assessore comunale a Roma, Paolo Berdini).

 

La Stampa ha scritto che il numero uno dell’associazione Rousseau è a Roma per seguire anche la partita delle nomine nelle società pubbliche: anche Rai e Gse (Gestore servizi energetici), oltre a Cdp.

 

andrea castellari presenta spike (can 49 dtt) 2

I due maggiori nomi in corso per succedere come amministratore delegato di Cdp al posto di Fabio Gallia sarebbero Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei (Banca europea per gli investimenti), e Fabrizio Palermo, attuale direttore finanziario di Cdp.

 

Il Tesoro si è avvalso – come prevede la legge – di una società di cacciatori di teste per selezionare i candidati, la Spencer Stuart.

 

andrea castellari ad viacom italia medio oriente e turchia

Casaleggio, secondo quanto si evince dalle indiscrezioni di Capurso della Stampa, avrebbe storto il naso leggendo il cv on line di Scannapieco perché nel 2007, dopo aver lasciato il Tesoro dove era direttore Privatizzazioni e Finanza, e prima di andare alla vicepresidenza della Bei, ha fatto parte dell’advisory board di Spencer Stuart per 2 mesi, “giugno e luglio”, hanno precisato ambienti della Bei.

 

D’altronde, fanno notare ai piani alti del Mef, i membri del comitato direttivo, il presidente e i vicepresidenti della Bei non posso aver alcun altro incarico durante il loro mandato. Dunque i retropensieri di Casaleggio jr svaniscono.

 

Ora, comunque, sarà il titolare del Mef, Giovanni Tria, a firmare i nomi della lista per il vertice della Cdp.

 

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…