LA NORMA SALVA-TUTTI – NON SOLO IL BANANA, IL CONDONO DI RENZI AVREBBE FATTO FELICI PROFUMO E PASSERA, LELE MORA E CORONA, ORSI E MARINA GROSSI E ALTRI GRANDI MANAGER DI FINMECCANICA POTEVANO SPERARE IN QUALCHE BENEFICIO
Fosca Bincher per Libero
Non c’era solo Silvio Berlusconi fra quelli che avrebbero festeggiato il condono su evasione e frode fiscale inserito da Matteo Renzi nel decreto legislativo alla vigilia di Natale. A quella norma avrebbe potuto appellarsi per uscire dai guai anche un compagno di partito del premier, quel Francantonio Genovese, leader di Messina, arrestato proprio per reati fiscali nel maggio scorso grazie alla autorizzazione concessa dalla Camera su spinta dello stesso Renzi.
Corrado Passer e Alessandro Profumo
Avrebbe potuto beneficiarne anche Fabrizio Corona, per alcune condanne minori che probabilmente non lo avrebbero fatto uscire dal carcere, ma certo ne avrebbero ridotto la permanenza. Ne avrebbe usufruito anche Lele Mora, anche lui non cancellando gli altri problemi giudiziari in cui è stato coinvolto.
Sarebbe stato un buon salvagente anche per l’ex amministratore delegato di Fonsai, Emanuele Erbetta, accusato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di false fatturazioni per 7,5 milioni di euro fra il 2007 e il 2011, pagate a Salvatore Ligresti da Milano Assicurazioni.
Grati a Renzi anche l’ex amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi e l’amministratore di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, che protrebbero uscire dal procedimento per false fatturazioni (la corruzione di cui erano accusati inizialmente è caduta) legate alla fornitura di elicotteri in India.
MARINA GROSSI E PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI
Sarebbe felice anche un altro ex manager di Finmeccanica, Marina Grossi, moglie dell’ex numero uno del gruppo Pierfrancesco Guarguaglini, a processo con l’accusa di false fatturazioni in qualità di amministratore delegato di Selex. Il reato interessato dai condoni di Renzi è lo stesso per cui si trovano nei guai alcuni ex manager Ilva e un banchiere di Deutsche Bank proprio per le vicende del gruppo siderurgico, ma le cifre contestate sulla dichiarazione dei redditi del 2008 probabilmente oltrepassano la soglia di non punibilità immaginata.
emanuele erbetta jonella ligresti
Potrebbero beneficiare della depenalizzazione anche molti vip incappati nelle maglie del fisco per la sola evasione: personaggi della tv, sportivi (capitò a Vanessa Incontrada e all’ex calciatore Fabio Cannavaro), ma naturalmente in ogni singolo caso bisognerà valutare il rapporto fra somme evase e reddito imponibile dichiarato.
Certo la sanatoria prevista da Renzi con l’articolo di cui nessuno vuole assumersi la paternità è molto ampia. Ha solo quel limite: che la somma contestata non sia superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato. Ma restando in quei confini, la depenalizzazione è assai vasta, perché interviene su tutti i reati tributari previsti dalla legge 74 del 2000.
Cancella la «dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti», che è esattamente la norma riassunta in «frode fiscale» per cui è stato condannato Berlusconi nel processo Mediaset. Ma anche la «dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi», la «dichiarazione infedele», la «omessa dichiarazione», l’«emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti», l’«omesso versamento Iva», la «indebita com-pensazione», l’«omesso versamento di ritenute», e perfino l’ «occultamento o distruzione di documenti contabili» e la «sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte».
Reati anche gravissimi, eppure graziati da Renzi se restano al di sotto di quella soglia del 3% che sembra bassa, ma che ovviamente dipende dalla grandezza del reddito imponibile (per un grande gruppo vale infatti centinaia di milioni di euro). Insieme alla norma salva-Berlusconi ce ne è anche un’altra inserita dopo il consiglio dei ministri: l’ultimo comma dell’articolo 4 che depenalizza questa volta senza alcuna soglia economica le dichiarazioni fraudolente stabilendo che «non costituiscono operazioni simulate quelle che hanno dato luogo ad effettivi flussi finanziari annotati nelle scritture contabili obbligatorie».
Uscendo dai tecnicisimi: si tratta di operazioni sui derivati che hanno coinvolto molte banche e che secondo l’Agenzia delle Entrate erano state ideate al solo fine di non pagare il fisco italiano. Quindi si trasformavano in frode fiscale: grazie a questa ciambella di salvataggio uscirebbero dai guai molti grandi banchieri come Alessandro Profumo e Corrado Passera.