NON CE LA TOGLIE-RAI! - MONTI VUOLE METTERE MANO ALLA RAI E IL PDL TREMA: “IL TG1 È IL NOSTRO ULTIMO MINISTERO” - ALFANO VORREBBE TRATTARE CON UDC E CENTROSINISTRA IN CAMBIO DI UNA PROROGA DELL'ATTUALE CDA - LA QUALITÀ DELL’INFORMAZIONE PUBBLICA COLA A PICCO E SI INCLINA ANCHE LA POLTRONA DI LORENZA LEI - RIGOR MONTIS, PER FREGARE TUTTI, POTREBBE NOMINARE UN NUOVO RAPPRESENTANTE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA, CAMBIANDO I RAPPORTI DI FORZA NEL CDA...

Marco Esposito per "l'Espresso"

Tra due mesi scadrà il consiglio di amministrazione della Rai, a maggioranza di centrodestra. E sia in viale Mazzini sia nei palazzi della politica, è già guerra per bande in vista di quello che potrebbe succedere ora che al governo c'è Monti. Il quale, come noto, ha espressamente detto (ospite di Fabio Fazio) che il caso Rai è nell'agenda del governo. Ad alzare le barricate, ovviamente, è soprattutto il Popolo della Libertà.

Da Fabrizio Cicchitto a Maurizio Gasparri tutti i berluscones si oppongono alla sola idea di mettere mano alla governance della televisione di stato. «Il Tg1 è il nostro ultimo ministero», fanno sapere gli uomini più vicini al Cavaliere, chiarendo che ovviamente «non hanno nessuna intenzione di andarsene», specie in vista delle elezioni del 2013.

Quello della governance Rai del resto è uno dei nodi più insidiosi con cui il governo Monti si dovrà confrontare. Il presidente del Consiglio sa bene che toccare gli equilibri di Viale Mazzini può far deflagrare la "strana maggioranza" che lo sostiene in Parlamento. In realtà, a quanto risulta a "l'Espresso", nello stesso PdL si è creata una spaccatura tra gli ex An, capeggiati da Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, che non intendono intavolare nessuna trattativa, e il segretario Angelino Alfano, che si sarebbe convinto della necessità di negoziare con Udc e centrosinistra il nuovo assetto dei vertici Rai.

Il tutto - però - in cambio di una proroga dell'attuale CdA, gradito al Cavaliere. A pagare il conto potrebbe essere dunque prima di tutto l'attuale direttore generale, Lorenza Lei. E' stata voluta da Berlusconi in persona - dopo l'estromissione di Mauro Masi - ma tra i due i rapporti non sono più buoni come una volta, non si sa bene perché: forse perché non tutte le richieste del Cavaliere («a volte assurde», dice sottovoce un noto dirigente) sono state esaudite. E ciò nonostante la Lei abbia spedito fuori dall'azienda Michele Santoro, Serena Dandini, Roberto Saviano e l'ex direttore di Raitre Paolo Ruffini, tutti sgraditi all'ex premier.

Ma la Lei rischia anche per altri siluri. Nonostante sia molto cattolica, Roberto Rao (braccio destro di Pierferdinando Casini ed esponente dell'Udc in Commissione di Vigilanza) non è stato affatto tenero nei confronti del direttore generale ascoltata pochi giorni fa a Palazzo San Macuto, contestandole una serie di carenze del servizio pubblico: dalla chiusura di alcuni uffici di corrispondenza del calibro di Madrid, Mosca e Beirut, fino alla poco tempestiva informazione sul caso della Costa Concordia.

E in effetti, tra il personale Rai c'è molta amarezza sul come è stata gestita la tragedia del Giglio. Mentre La7 sospendeva la prima puntata del nuovo show di Serena Dandini, il servizio pubblico confermava la messa in onda di 'Ballando con le Stelle'. «Una mancanza di sensibilità giornalistica incredibile», sibilano nei corridoi di Saxa Rubra.

Senza dimenticare che i canali generalisti si sono dimostrati poco flessibili nella gestione dei palinsesti, mentre Rai News, la cenerentola dei canali allnews, faticava a seguire la vicenda della Concordia, anche a causa degli scarsi mezzi tecnici pesanti di cui dispone. Rainews, del resto non è mai stata nel cuore dei vertici di centrodestra dell'azienda, anzi.

Così c'è chi amaramente sorride, ripensando alla nota dell'ufficio stampa di viale Mazzini che, nel 2012, annunciava orgogliosa - nell'era dei social network - che «Televideo Rai segue con grande attenzione e continui aggiornamenti il naufragio della nave da crociera davanti all'Isola del Giglio con lanci dell'ultima ora e approfondimenti». Secondo Rao, quanto successo con la tragedia del Giglio è «il paradigma di come la Rai sia concentrata solo a risolvere problemi interni come le nomine o come il caso del TG1».

Continua Rao: «Nel 2012 potrebbe accadere che anche il 51 per cento degli italiani non paghino il canone. Noi dell' Udc vogliamo che questo impasse venga superato. Serve una nuova legge per la governance. Ben venga la disponibilità moderata del PdL: o si cambia e i partiti sono in grado di fare un passo indietro, oppure deve arrivare il tecnico anche in Rai».

Essendo il commissariamento ormai impossibile, Monti potrebbe giocare un'altra carta per sbloccare la situazione di stallo: «C'è un'altra arma a disposizione del presidente del consiglio: la nomina di un nuovo rappresentante del ministero dell'economia. Cosa che cambierebbe i rapporti di forza all'interno del cda».

 

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