paolo gentiloni giorgia meloni

NON DIRE PATTO SE NON CE L’HAI NEL SACCO – SI COMPLICA DI NUOVO LA TRATTATIVA PER LE NUOVE REGOLE DI BILANCIO IN UNIONE EUROPEA: SALVO MIRACOLI, L’ACCORDO NON SI TROVERÀ ALL’ECOFIN DELL’8 DICEMBRE - I NEGOZIATI SULL’ULTIMA PROPOSTA DELLA PRESIDENZA SPAGNOLA, CHE PREVEDE UNA “TRAIETTORIA TECNICA” PER I PAESI CHE SFORANO I VINCOLI DI BILANCIO, SI SONO ARENATI. I TEDESCHI, CHE RISCHIANO DI NON APPROVARE LA LORO MANOVRA PER LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, NON SONO PIÙ MOLTO ESIGENTI, MA NON SI MUOVONO. E LA FRANCIA…

Estratto dell’articolo di Beda Romano per “il Sole 24 Ore”

 

nadia calvino giancarlo giorgetti

Appariva difficile ieri un accordo già questa settimana su un nuovo Patto di Stabilità e di Crescita. Si respirava prudenza, se non pessimismo, a Bruxelles e in altre capitali europee.

 

I negoziati diplomatici dell’ultimo mese non hanno sortito compromessi. A meno che i ministri delle Finanze tra giovedì e venerdì non riescano a sbloccare le trattative, le discussioni dovranno proseguire, fino possibilmente a sfociare nel vertice europeo della settimana prossima.

 

L’obiettivo della riforma è di trovare un compromesso tra il risanamento del debito e la promozione degli investimenti. La presidenza spagnola dell’Unione europea ha preparato una seconda bozza […]. Nei fatti, le discussioni non hanno fatto progressi significativi dall’ultima riunione dei ministri delle Finanze di metà novembre […].

 

meloni gentiloni

A grandi linee il progetto di riforma prevede che, per i Paesi con un deficit di oltre il 3% o con un debito di oltre il 60% del Pil, Bruxelles metta a punto una “traiettoria tecnica” dei conti pubblici su un periodo di quattro anni, allungabile di altri tre. L’obiettivo è di portare il debito su un percorso discendente così come di portare e di mantenere il disavanzo sotto al 3% del Pil. Inoltre, si vuole anche assicurare che, superato il periodo di quattro anni, il debito sia in effetti su un percorso calante.

 

giancarlo giorgetti christine lagarde 1

Nel caso di seria deviazione dal percorso di aggiustamento l’impegno richiesto potrà essere reso più gravoso. Una volta che il deficit sarà ridotto a livelli inferiori al 3% del Pil, tutti i Paesi membri […] saranno chiamati a mantenere un margine di manovra (o clausola di salvaguardia) che permetterà loro di poter rispondere a eventuali shock economici senza per questo aumentare il disavanzo oltre il 3% del Pil. Riassumeva ieri un funzionario europeo: «Salvo miracoli, non ci sarà alcun accordo (…) La presidenza spagnola sta cercando di fare tutto il possibile in vista di venerdì, ma la strada è tutta in salita. La Germania non è molto più esigente, ma non si muove; e l’Eliseo ha detto basta alle concessioni».

 

Nadia Calviño Santamaría

Tra i principali nodi c’è il parametro con il quale imporre gli aggiustamenti (i francesi vorrebbero il saldo primario strutturale, mentre i tedeschi puntano al saldo strutturale di bilancio). Si discute anche di come valutare la spesa militare nel decidere l’aggiustamento […] . Notava ieri un altro funzionario comunitario: «Nelle ultime riunioni tecniche era chiaro che il campo più preoccupato dalla stabilità dei conti pubblici non fosse ancora pienamente soddisfatto del testo».

 

Di converso, c’è il timore di alcuni governi che le clausole di salvaguardia sul fronte del debito e del deficit si trasformino surrettiziamente nei nuovi parametri da rispettare. Aleggia la preoccupazione in molte capitali che la recente sentenza tedesca, la quale ha definito incostituzionali i fondi extra-bilancio creati dal governo federale, abbia irrigidito le posizioni della Germania.

 

[…]

 

CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA

In attesa di capire se i prossimi giorni riusciranno a sbloccare la trattativa tra i Ventisette su un testo che poi dovrà essere negoziato con il Parlamento europeo, ancora ieri la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha fatto le lodi della collaborazione transnazionale. In un discorso a Parigi, la banchiera non ha citato le trattative sul nuovo Patto di Stabilità, ma le sue parole potevano facilmente essere legate a un negoziato su una riforma che l’istituto monetario ritiene urgente.

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…