NON DITE A INGROIA CHE IL NUOVO PRESIDENTE MESSICANO VUOLE FARE LA TRATTATIVA STATO-NARCOS! - “LE PRIORITÀ SONO ECONOMIA E LAVORO, BASTA CON L’OSSESSIONE DEL TRAFFICO DI DROGA DEL PREDECESSORE CALDERON” - OBAMA SI CONGRATULA, MA IL RIVALE LOPEZ OBRADOR INSISTE: “GRAVI IRREGOLARITÀ, IMPUGNERÒ I RISULTATI”. LO FECE ANCHE SEI ANNI FA, PARALIZZÒ IL PAESE PER MESI, MA NON PORTÒ DA NESSUNA PARTE…

1 - «BASTA GUERRA AI NARCOS» VINCE IL VECCHIO MESSICO
IL NUOVO PRESIDENTE E LA TENTAZIONE DELLA TRATTATIVA
Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Enrique Peña Nieto ha vinto ma non stravinto. Ha preso più voti ma non ha conquistato la solida maggioranza che tutti si aspettavano. Ad ogni modo il candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) si considera il nuovo presidente del Messico. Non la pensa così il suo rivale più diretto, Andrés Obrador, esponente della sinistra, che si è rifiutato per tutta la giornata di accettare il verdetto: a suo dire c'è ancora un margine di incertezza, visto che la distanza che li separa è di pochi punti in percentuale (6 o 7).

E poi ci sono le denunce di brogli che hanno spinto gli studenti alla mobilitazione. Tutto già visto nel 2006, con uno scenario in copia carbone. Allora il contestato era Felipe Calderón, oggi è il golden boy Peña Nieto. Con un'aggravante per chi non lo ha votato. È l'uomo del Pri, il partito capace di imporre la «dittatura perfetta», con un sistema clientelare e legami pericolosi.

Per questo è possibile che il voto abbia code polemiche. Ecco perché Peña Nieto, 45 anni, mentre ancora si discute sui risultati, ha subito cercato di lanciare la palla in avanti. Con promesse di riforme e maggiore attenzione al sociale: «Siamo la nuova generazione», ha detto.

Ci vorrà però altro per placare gli inquieti. I timori sono tanti e Peña Nieto ha fatto poco per dissiparli. Per differenziarsi da Calderón, ha specificato che i due obiettivi principali della sua politica sono l'economia e il lavoro. Poi, un gradino sotto, c'è la lotta ai trafficanti della droga. Certo, vuole continuarla ma senza l'ossessione del predecessore e allargandola ai criminali in genere. Chi non si fida insinua che il Pri potrebbe cercare un patto con i narcos. Una ripetizione degli accordi taciti del passato.

E gli avversari sostengono che il Pri ha la «vocazione» e gli uomini giusti per questi acuerdos. Gli osservatori neutrali, pur non escludendo lo scenario, rilevano un dato importante. Il quadro narcos è cambiato. Se nel 2006 c'erano sei grandi cartelli è previsto che nel 2014 saranno una ventina. E neppure troppo coesi. Sottocapi decidono stragi in modo autonomo, altri si ribellano creando il loro gruppo. Anche volendo e tralasciando l'immoralità della scelta, un patto diventa complicato. Chi è l'interlocutore? E lo rispetterà? Le analisi mostrano che la violenza cala in quelle zone dove un cartello impone il suo «ordine».

È avvenuto nella capitale degli omicidi, Ciudad Juárez, dove i killer di Joaquin El Chapo Guzmán hanno eliminato i rivali. Si muore ma di meno: «soltanto» 536 uccisioni nel 2012. E allora lo Stato dovrebbe favorire una gang rispetto ad un'altra? Chi non ama il Pri è convinto che le vecchie volpi meditino la mossa. Giusto, però, ricordare che gli stessi sospetti hanno accompagnato il Pan dopo la facile evasione de El Chapo nel 2001. Insinuavano che avrebbe aiutato lo Stato a fermare gli altri. Ma non è andata proprio così.


2 - ELEZIONI, OBAMA SI CONGRATULA CON PENA NIETO

(ANSA) - Il presidente americano Barack Obama ha telefonato al presidente eletto messicano Enrique Pena Nieto per congratularsi per la sua vittoria alle elezioni di ieri "basata sui risultati iniziali delle autorità elettorali messicane", e con l'occasione "i due leader hanno ribadito la stretta partnership bilaterale di Stati Uniti e Messico basata sul reciproco rispetto, responsabilità condivisa e profondi collegamenti tra i nostri popoli". Lo riferisce la Casa Bianca, aggiungendo che Obama "ha ribadito il suo impegno a lavorare in partnership con il Messico" per far progredire gli interessi comuni, tra cui "la promozione della democrazia, la prosperità economica e la sicurezza nella regione e nel mondo".


3 - LOPEZ OBRADOR NON RICONOSCE SCONFITTA

(ANSA) - Andres Manuel Lopez Obrador, il candidato del Movimento progressista sconfitto da Enrique Pena Nieto nelle elezioni presidenziali messicane di domenica scorsa, ha annunciato che cercherà l'impugnazione dei risultati della votazione, che ha definito "troppo sporca". "Le elezioni presidenziali, e il voto più in generale, sono state evidentemente ingiuste e segnate de molti e gravi irregolarità", ha detto Lopez Obrador in conferenza stampa, nel momento in cui lo scrutinio dell'Istituto federale Elettorale (Ife) gli attribuiva il 31,68% delle preferenze, contro il 39,08% al candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), con il 96,72 dei voti contati.

Il dirigente della sinistra messicana ha sottolineato che userà "tutti gli strumenti legali a mia disposizione" per fare annullare i risultati elettorali, spiegando che "non posso rispettarli finché non avrò la piena certezza che è stata rispettata la volontà dei cittadini". Anche sei anni fa, dopo essere stato sconfitto nelle elezioni presidenziali per meno di un punto percentuale dall'attuale presidente uscente Felipe Calderon, Lopez Obrador non riconobbe i risultati, dichiarandosi "presidente legittimo" del Messico e iniziando una vasta campagna di protesta di piazza, durata mesi, che non servì però a cambiare la situazione.

4 - CENTINAIA DI STUDENTI IN PIAZZA CONTRO PENA NIETO
(ANSA) - Diverse centinaia di aderenti al movimento studentesco '#YoSoy132' sono scesi oggi per le strade centrali di Città del Messico nella prima marcia di protesta contro Enrique Pena Nieto, eletto nuovo capo di Stato nelle elezioni di ieri. Lo rendono noto oggi i media, precisando che sfilano intonando lo slogan 'Peña entiende el pueblo no te quiere', più o meno 'Lo devi capire, il popolo non ti vuole''. Secondo 'El Universal' agli aderenti di '#YoSoy132', si sono affiancati esponenti di altre organizzazioni sociali che hanno bloccato un paio di autobus e infranto i vetri di alcuni edifici. Forze di polizia seguono da vicino i cortei, che hanno già cambiato diverse volte il percorso previsto.

 

Enrique Pena Nieto jpegEnrique Pena Nieto jpegenrique pena nieto jpegLOPEZ OBRADOR jpegBARACK OBAMA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...