pietrostefani macron

NON E’ TUTTA BENEFICENZA QUELLA DI MACRON: CI CONSEGNA I TERRORISTI PER I SUOI CALCOLI ELETTORALI - DIETRO GLI ARRESTI DEGLI EX TERRORISTI CI SONO UNA SERIE DI CONSIDERAZIONI DI POLITICA INTERNA IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI – IL POLITOLOGO MARC LAZAR: "DRAGHI HA AVUTO IL SUO PESO MA CON LA DECISIONE DI ARRESTARE I TERRORISTI ITALIANI MACRON VUOLE GUARDARE ALL'ELETTORATO DI CENTRODESTRA REPUBBLICANO, CHE LO CRITICA SUI TEMI DELLA SICUREZZA”

Francesca Sforza per "la Stampa"

 

macron

Un disegno largo, quello che il presidente francese Emmanuel Macron ha tratteggiato con la decisione di dare il via all' arresto di sette persone condannate in Italia per atti di terrorismo commessi tra gli anni 70 e 80. C'entra il rapporto con l' Italia di Mario Draghi, ma anche una serie di considerazioni di politica interna che su questa decisione strutturano il suo profilo in vista delle prossime presidenziali, fra un anno esatto.

 

E soprattutto una nuova considerazione per la sensibilità dei familiari delle vittime: «Questa è forse la rottura più importante che Macron fa con il passato - ci dice Marc Lazar, politologo e docente a Sciences Po e alla Luiss di Roma - Fino a oggi, in Francia, la voce delle vittime degli attentati terroristi italiani è sempre passata in secondo piano: non ho memoria del fatto che Mitterrand, Chirac, Sarkozy o Hollande abbiano mai detto qualcosa al proposito».

Giorgio Pietrostefani

 

Proprio qualche giorno fa, in un' intervista aveva detto che non si sarebbe stupito di un cambio di linea da parte di Macron a proposito della cosiddetta "dottrina Mitterrand". Professor Lazar, lo sapeva?

«Non avevo notizie, semplicemente ho messo in fila una serie di elementi: si sapeva che i ministri della Giustizia francese e italiano avevano avuto un colloquio molto franco, dunque era immaginabile che ci sarebbe stato uno sbocco di questo tipo. E poi oggi la situazione tra Italia e Francia è molto diversa dai tempi della crisi diplomatica del 2019, quando ci fu il richiamo dell' ambasciatore francese».

 

Certamente il cambio di governo in Italia ha avuto un suo peso: «C' è un ottimo rapporto tra Macron e Mario Draghi - osserva Lazar - non solo per quanto riguarda la situazione sanitaria, ma anche sulla situazione economica, sugli sviluppi che avrà il Recovery Plan nel prossimo futuro».

emmanuel macron parla ai francesi

 

Si pensa a una ripresa del Trattato del Quirinale e a un' intesa tra Roma e Parigi all' interno di un contesto europeo, «soprattutto in un momento in cui non c' è chiarezza su chi sarà il successore della cancelliera Merkel. Ovviamente hanno giocato un ruolo anche fattori di politica interna».

 

La sicurezza, prima di tutto: «Siamo in un momento in cui Macron ha interesse a rafforzarsi sui temi della sicurezza, sia per quanto riguarda la criminalità in Francia, sia rispetto al terrorismo jihadista che colpisce duramente il Paese. In vista delle prossime presidenziali - dice ancora Lazar - Macron deve aver pensato che una decisione come quella di arrestare i terroristi italiani lo avrebbe aiutato anche in una prospettiva storica».

 

emmanuel macron

Ma la vera "rupture", diceva, è su una nuova considerazione per le vittime

«Sì, oggi in Francia la sensibilità su chi è stato colpito dagli attentati di matrice jihadista - dal Bataclan a Charlie - è molto alta, c' è una Giornata nazionale e si parla della costruzione di un memoriale. Ecco, in nome della sensibilità nei confronti delle vittime e dei loro familiari, Macron prende su di sé anche la parola delle vittime italiane del terrorismo. È davvero un fatto nuovo rispetto al passato. E posso aggiungere che in effetti i familiari di chi è stato colpito dal terrorismo hanno fatto in Italia un lavoro straordinario di archiviazione e raccolta storica, penso ad esempio alla Casa della memoria di Brescia».

 

Non sfugge la volontà, da parte di Macron, di strizzare l' occhio a un elettorato di destra:

Marc Lazar

«Macron sa benissimo che intaccare l' elettorato di Marine Le Pen è praticamente impossibile, credo invece che guardi di più all' elettorato di centrodestra repubblicano, che lo critica proprio sui temi della sicurezza».

 

A criticarlo saranno sicuramente gli intellettuali, ma Lazar su questo non ha dubbi: «Probabilmente Macron ha messo in conto proteste e petizioni, mi sembra evidente che non siano loro la sua priorità».

 

Resta l' interrogativo, a proposito del ruolo degli intellettuali, sulla loro percezione della realtà: come è possibile che le ammissioni di responsabilità di Cesare Battisti, una volta tornato in Italia, non abbiano cambiato radicalmente la loro opinione?

«C' è stato sicuramente un certo malessere tra chi si era battuto per lui.

CESARE BATTISTI BRINDA

Penso a François Hollande, che all' epoca era segretario del partito e lo aveva visitato in carcere, o al sindaco di Parigi Delanoë, che aveva pensato di affiggere i ritratti di Battisti su diversi frontespizi dei municipi parigini, ma anche a molti esponenti del partito comunista.

 

Ci sono però intellettuali - dice Lazar - che l' hanno difeso senza intervenire direttamente sul suo caso giudiziario, ma in nome di un principio, quello della Francia come terra dei diritti dell' uomo e dell' asilo. Penso a Bernard Henry-Levy, ad esempio, che non si è mai espresso sul tema della colpevolezza o innocenza di Battisti, ma difendeva il principio di una Francia che ospitava gli esuli. Non so se lui abbia cambiato idea».

 

mario draghi emmanuel macron

In Italia sono in molti a chiedersi che giustizia sia, quella che arriva dopo quarant' anni.

«L' idea di questi nonne e nonne che forse torneranno in Italia per fare un po' di galera - conclude Lazar - suona fuori tempo massimo, come ha suggerito lo stesso Mario Calabresi nel suo tweet. Ma d' altra parte ci sono i familiari delle vittime, per loro il dolore è sempre presente, e la loro difficoltà a dimenticare va capita».

EMMANUEL MACRON

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?