“O’ SOLE MIO” O MONTI VOSTRI! - IL NEO PRESIDENTE DELL’ICE, ISTITUTO PER IL COMMERCIO ESTERO, RICCARDO MONTI, CARO AMICO DELLA FAMIGLIA PASSERA, GORGHEGGIA “O’ SOLE MIO” (VIDEO): SARÀ QUESTO IL SUO PIANO PER IL SUD? - “IL MEZZOGIORNO RAPPRESENTA IL 9,5% DELL’EXPORT, CON IL NOSTRO PIANO PENSIAMO DI PORTARLO AL 15%” - ‘’AMPI MARGINI DI CRESCITA IN CINA E SUD AMERICA MA ABBIAMO MOLTO ALTRO, COME LA DIFESA E LA NAUTICA” (FINMECCANICA E FINCANTIERI SI SONO PORTATE AVANTI CON GLI APPALTI)…

1 - DIPLOMAZIA O SAN REMO?
Ce la farà l'eroe apprezzato dai coniugi Passera, Riccardo Monti, a far uscire l'Istituto per il Commercio Estero dalle secche, mentre i dati export sono improvvisamente calati? Non sarà una serenata, né come quelle fascio-rock del figlio dell'ex presidente ICE Umberto Vattani, né come quella dello stesso Riccardo Monti, che sembra esprimere ottime doti canore sulle note di O' Sole mio durante una gita di lavoro. Per simpatia vince Monti, per il resto speriamo!

Riccardo Monti canta "O' Sole mio"
http://www.youtube.com/watch?v=5noTcRNx90Y

2 - «L'EXPORT CRESCERÀ DI 200 MILIARDI»
Carmine Fotina per il "Sole 24 Ore"

Obiettivi mirati e misurabili, focus sulle aree più promettenti, governance più aperta alle imprese, un pacchetto specifico per il Sud: Riccardo Monti, da un mese presidente dell'Ice, prepara il piano straordinario per l'export. Il compito, non semplice, è quello di rimettere in carreggiata un istituto che da almeno tre anni sembra non avere pace. Prima la soppressione poi la nascita di una nuova Agenzia in forma "light", ora il tentativo di restituirle una missione in linea con le vere necessità delle quasi 200mila aziende esportatrici.

Quando sarà pronto il nuovo piano per l'export?
Stiamo mettendo a punto i provvedimenti attuativi per far partire la nuova Agenzia, contiamo poi di varare il piano entro luglio. In generale, la nuova Agenzia dovrà diventare una vera e propria azienda di servizi che si fa misurare su qualità e quantità dei servizi che è in grado di erogare. Penso a target misurabili, declinati per numero di azioni di supporto nelle diverse aree geografiche e per i diversi settori. Oltre che target aggregati di export, da condividere con la rete diplomatica, cosa sulla quale ho riscontrato già il consenso del ministro degli Affari esteri. Vorremmo che questi obiettivi misurabili possano essere menzionati nelle lettere di incarico degli ambasciatori.

L'export extra Ue dà segnali di rallentamento. Come reagirete?
Bisogna recuperare il ritardo in alcune aree emergenti. Le faccio un esempio su tutti: in Cina esportiamo un quarto della Francia eppure, in valore assoluto, l'export italiano è comparabile a quello francese. Al contrario esportiamo in Spagna più di Cina, India e Corea sommate. Insomma, dobbiamo bilanciare le proporzioni senza trascurare il nostro mercato maggiore che resta comunque l'Europa. Diciamo che in Cina, Sud-est asiatico, America Latina e anche Nord America ci sono ancora grandi margini di crescita.

Ci sono priorità sui settori da sostenere?
Siamo spesso associati a food-fashion-furniture ma abbiamo anche molto altro. La portaerei del nostro export è e resterà la meccanica, poi ci sono eccellenze come la nautica ed il tessile. Non tralasceremo settori come la difesa e comparti più innovativi come l'Ict. Bisogna inoltre imparare da paesi come l'Inghilterra per migliorare le nostre capacità di esportare servizi.

Quanto può crescere il nostro export?
In tre-quattro anni possiamo salire di 200 miliardi di euro, che vorrebbe dire una crescita annua del 6-7% partendo dai 420 miliardi attesi nel 2012. Al Sud, in particolare, ci sono enormi spazi: mobiliteremo risorse Ue, circa 50 milioni in tre anni, per spingere le filiere che hanno già grandi potenzialità. Il Mezzogiorno rappresenta appena il 9,5% dell'export, con il nostro piano pensiamo di portarlo al 15%.

La mancanza di sinergie tra politiche e risorse è da sempre il grande limite della nostra internazionalizzazione.
Avremo una rete più integrata tra ambasciate, addetti Ice, camere di commercio all'estero, uffici Enit. Il concetto di "Casa Italia" dovrà valere anche per il "pooling" di risorse tra ministero dello Sviluppo, ministero dell'Agricoltura, ministero dell'Ambiente, Regioni.

Cambierà la governance?
La cabina di regia resterà il punto di coordinamento. Ma puntiamo anche all'integrazione organizzativa delle principali associazioni industriali, con loro rappresentanti sia nell'headquarter italiano sia negli uffici internazionali. Abbiamo già raggiunto un accordo con Ucina (nautica) che pensiamo di replicare in altri settori.

Il budget promozionale, decisamente più basso rispetto ai paesi concorrenti, verrà incrementato?
Stiamo valutando in questi giorni la possibilità di intervenire sugli stanziamenti. Intanto stiamo cercando di lavorare per ridurre i costi di struttura. Abbiamo identificato risparmi di circa 10 milioni da razionalizzazione degli uffici, costi di informatica e riduzione dei costi sugli acquisti.

Nelle bozze del decreto sviluppo c'è il passaggio dell'organico da 300 a 450 addetti. Sarà confermato?
L'Ice si è già ridotta dai circa 1.000 dipendenti del 2006 ad oltre 600 di oggi. Nessun ente della Pa ha avuto riduzioni simili. Un ridimensionamento a 450 già rappresenta un ulteriore sacrificio. Arrivare a 300 significherebbe rinunciare, essendo un concorso per titoli, a tutte le risorse più giovani e ci priverebbe di aree di expertise importanti. Diciamo che l'Agenzia la sua spending review l'ha già fatta. Credo ci siano molte altre cose da tagliare prima di ridurre ulteriormente l'investimento in promozione per l'export.

L'Ice si occuperà anche dell'attrazione di investimenti esteri?
Sarà uno dei nostri compiti, soprattutto per l'attività di scouting all'estero che prevede anche l'attrazione di fondi sovrani. Andrà di pari passo il supporto agli insediamenti territoriali di chi viene a investire, attività che vede in prima linea Invitalia. Con il comitato investitori esteri di Confindustria lavoriamo per dare una coerenza a questo delicato processo.

È ancora in piedi l'ipotesi di una fusione Sace-Simest?
Non si sono create le condizioni per fare un "big bang" e mettere tutto insieme, ma quello che conta è far lavorare in modo intelligente tutti i pezzi del sistema sotto un'unica regia. Quanto all'attività di export finance, credo sia maturo il passaggio della Sace da una struttura concentrata sull'assicurazione del credito a una vera Exim Bank.

L'Agenzia continuerà a chiamarsi Ice?
Per ora posso dirle che stiamo lavorando a un nuovo brand che rifletta una "mission" completamente rivisitata.

 

RICCARDO MONTI CANTA _O' SOLE MIOCorrado Passera e famiglia CORRADO PASSERA GIOVANNA SALZA UMBERTO VATTANI Mario Vattani

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