OCCUPY OBAMA! - GLI INDIGNATI D’AMERICA CONTESTANO IL PRESIDENTE: “IL SUO SILENZIO SUI 4.000 MANIFESTANTI PACIFICI ARRESTATI VUOL DIRE CHE LA BRUTALITÀ DELLA POLIZIA È ACCETTABILE. LE BANCHE CONTINUANO A DISTRUGGERE L’ECONOMIA E VENGONO SALVATE, NOI SVENDUTI” - IL PRESIDENTE BALBETTA LA SOLITA RISPOSTA SU GIOVANI E FAMIGLIE - ROMNEY IN TESTA GRAZIE ALL’IMPRESENTABILITÀ DEGLI ALTRI CANDIDATI REPUBBLICANI: “LA MIA VICE SARÀ DONNA, FORSE LA SENATRICE KELLY AYOTTE”, E SPARA UNO SPOT ANTI-BARACK…

1- VIDEO: OBAMA CONTESTATO DA "OCCUPY WALL ST."...
http://youtu.be/cHsKMT5pvNE


2- GLI INDIGNATI CONTESTANO OBAMA - OCCUPY WALL STREET «HA SBAGLIATO A TACERE SUI NOSTRI QUATTROMILA ARRESTI»...
Maurizio Molinari per "la Stampa"

«Lei ha sbagliato a tacere sui nostri quattromila arrestati»: Occupy Wall Street contesta Barack Obama in New Hampshire. L'episodio avviene poco dopo l'inizio del discorso in cui il Presidente incalza il Congresso di Washington proponendo una strategia di investimenti a breve termine per risollevare l'occupazione. Dal parterre della High School Central di Manchester si leva il grido «Mr President!».

Obama guarda alla sua sinistra verso il fondo della sala e nell'attimo in cui si interrompe alcuni manifestanti strillano a squarciagola: «Oltre quattromila persone sono state arrestate». La frase viene ripetuta più volte e Barack mostra in diretta tv alcuni attimi di incertezza prima della reazione della folla dei circa duemila sostenitori che, ritmando «Oba-ma, O-ba-ma», mettono a tacere la protesta, mentre il servizio di sicurezza si fa largo fra la folla per fermare i contestatari.

Quando nell'auditorium torna la calma, Obama si rivolge a chi lo ha criticato, esprimendo comprensione: «Fra i dimostranti di Occupy c'è un profondo senso di frustrazione sull'essenza del sogno americano, sentono che sta svanendo». La volontà è mettersi dalla parte di chi protesta. «Io vi ascolterò ma voi ascoltate me - aggiunge Obama rivolto ai militanti di Occupy Wall Street -. Sono famiglie come le vostre e giovani come voi la ragione più importante per cui mi sono candidato».

Alla mano tesa i contestatori rispondono però diffondendo nei locali del liceo e alla stampa un volantino dai toni aspri: «Oltre quattromila pacifici dimostranti sono stati arrestati mentre i banchieri continuano a distruggere l'economia americana. Lei, Presidente, deve porre fine all'assalto contro il diritto alla libertà di espressione. Il suo silenzio sugli arresti lascia intendere che la brutalità della polizia è accettabile. Le banche vengono salvate, noi veniamo svenduti».

All'indomani dello sgombero di Zuccotti Park a New York, i militanti di Occupy Wall Street avevano sfilato in più città con cartelli «Obama, devi dire qualcosa» per invocare un intervento della Casa Bianca a sostegno della protesta ma il silenzio di Obama ha fatto maturare un sentimento di irritazione che ha portato alla contestazione di Manchester, che coincide con la prima manifestazione a Washington.

Gli indignati americani potrebbero rivelarsi una spina nel fianco della campagna del Presidente per la rielezione nel 2012. Due giorni prima era stata contestata anche Michelle Obama ma da un pubblico assai diverso: gli spettatori della corsa Nascar di Miami, fra i quali a prevalere sono i conservatori.


2- USA: SPOT ANTI-OBAMA DI ROMNEY FA GIA' PARTIRE DUELLO ELETTORALE
VIDEO: http://youtu.be/H3a7FC0Jkv8

(Adnkronos) - Si infiamma la corsa per le presidenziali americane. In New Hampshire è già iniziato il duello elettorale tra il repubblicano Mitt Romney e Barack Obama. A scatenarlo è stato lo sfidante che ha diffuso uno spot in un cui si mostra il presidente che dice "se continuiamo a parlare di economia, finiremo per perdere".


3- ROMNEY: UNA DONNA POTREBBE ESSERE MIA VICEPRESIDENTE...
(TMNews) - Nel caso in cui ottenesse la nomination repubblicana, l'ex governatore del Massachusetts Mitt Romney potrebbe scegliere la senatrice repubblicana del New Hampshire Kelly Ayotte come vicepresidente. A rivelarlo è stato proprio il candidato, da settimane nelle prime posizioni dei sondaggi, all'emittente televisiva ABC. Nonostante abbia sottolineato quanto sia prematuro fare calcoli adesso, ancor prima dell'inizio vero e proprio delle primarie, Romney ha dichiarato di avere in mente "una quindicina di nomi, tra cui quello di Kelly Ayotte".

Ayotte, che ha appoggiato pubblicamente la candidatura di Romney nei giorni scorsi, è l'unica di cui l'ex governatore del Massachusetts abbia fatto esplicitamente il nome. La stessa senatrice però, intervistata da Fox News, ha subito raffreddato la portata delle dichiarazioni di Romney, indicando altri nomi per il ruolo di vicepresidente. Tra le personalità suggerite dalla senatrice spicca quella di Marco Rubio, senatore della Florida di origine ispanica e vicino al movimento del Tea Party, che per Ayotte sarebbe "una scelta eccellente".


4- I REPUBBLICANI SULLA POLITICA ESTERA...
Da "ilPost.it"

I candidati repubblicani alle elezioni presidenziali statunitensi del 2012 si sono affrontati ieri in un nuovo dibattito televisivo, stavolta a tema: la politica estera. Per quanto certamente interessante e fondamentale, in questa campagna elettorale si sta parlando pochissimo di politica estera, ancora meno di quanto se n'era parlato nel 2008: le principali preoccupazioni degli elettori americani - il debito, i posti di lavoro, la crescita, il welfare - hanno tutte a che fare con l'economia, e quindi il confronto di ieri sera è stato una delle poche occasioni fin qui per valutare i candidati su questo fronte (alcuni hanno già mostrato di non avere grandi competenze, diciamo).

I repubblicani sono arrivati a questo dibattito dopo l'ennesimo rimescolamento nei sondaggi: come era prevedibile, l'ascesa di Herman Cain è rientrata, facendo la stessa fine di quelle di Rick Perry e Michele Bachmann. La discesa di Cain ha dato spazio a un altro improbabile sfidante per il favorito Mitt Romney: Newt Gingrich, speaker della Camera ai tempi dell'amministrazione Clinton, che qualche mese fa sembrava sul punto di ritirarsi.

Proprio Gingrich è stato al centro di uno dei momenti più significativi del confronto, quando si parlava di politica estera e Gingrich ha di fatto proposto una qualche forma di sanatoria per le persone che chi si trovano clandestinamente negli Stati Uniti da molto tempo - "da un quarto di secolo" - e magari hanno fatto famiglia. "Sono pronto a prendere le critiche per questo, ma io dico: troviamo un modo umano di far rispettare la legge e non adottiamo politiche che distruggono le famiglie, noi che diciamo di essere il partito della famiglia".

Un concetto simile era stato espresso da Perry lo scorso settembre (il governatore del Texas aveva accusato Romney di "non avere un cuore"). L'elettorato repubblicano su questi temi ha idee molto oltranziste, che mettono a repentaglio la sua tenuta negli Stati del sud, e infatti Michele Bachmann poco dopo ha attaccato Gingrich accusandolo di voler legalizzare la presenza di 11 milioni di immigrati clandestini.

In generale i candidati hanno mostrato di avere posizioni piuttosto diverse su molte importanti questioni di politica estera. Mitt Romney e Jon Huntsman hanno battibeccato sull'opportunità di ritirare immediatamente le truppe dall'Afghanistan, lo stesso Mitt Romney ha criticato la proposta di Rick Perry di istituire una no-fly zone sulla Siria, Michele Bachmann ha definito "piuttosto naïve" l'idea di Perry di tagliare i fondi al Pakistan, visto il suo arsenale nucleare.

Newt Gingrich e Mitt Romney hanno discusso dell'incisività dei tagli alle spese militari che entreranno in vigore a causa del fallimento della super commissione sul debito, col primo a dire che anche il Pentagono può fare di più per razionalizzare le proprie spese e il secondo a definire quei tagli "draconiani". Sulle tecniche di interrogatorio e la tortura, l'unico candidato a differenziarsi dagli altri è stato Ron Paul, libertario e storicamente grande difensore delle libertà civili. In compenso i candidati erano tutti d'accordo su fare la faccia cattiva con l'Iran, dall'imposizione di nuove sanzioni al sostegno a Israele se questo dovesse decidere di attaccare il regime di Teheran.

Due cose più piccole, infine. Rick Perry ha detto che Hamas e Hezbollah hanno degli avamposti in Messico, da dove tentano di infiltrarsi negli Stati Uniti, e per questo ha proposto "una nuova dottrina Monroe" (la politica con cui gli Stati Uniti nel Novecento hanno rivendicato esplicitamente il continente americano come loro area d'influenza). Mitt Romney invece ha sbagliato il suo nome. Il format del dibattito prevedeva che i candidati si presentassero, cominciando proprio col loro nome. Il moderatore del confronto, il giornalista della CNN Wolf Blitzer, aveva esordito dicendo: "Sono Wolf Blitzer e sì, Wolf è il mio nome di battesimo". Subito dopo ha parlato Romney, dicendo "Sono Mitt Romney e sì, Wolf, anche questo è il mio nome di battesimo". Non è vero: il nome di battesimo di Romney è Willard.

 

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