OBAMA ESULTA, NETANYAHU FRENA: “NON ILLUDIAMOCI, ANCHE SE IN IRAN HA VINTO ROHANI DECIDE L’AYATOLLAH KHAMENEI”
Fabio Scuto per "la Repubblica"
C'è chi ci vede «un potenziale segno di una speranza» nell'elezione del conservatore moderato Hassan Rohani come gli Stati Uniti, chi il riscatto degli arabi e degli islamici come Hassan Nasrallah, il capo degli Hezbollah libanesi, chi desidera rapporti ancora più stretti con Teheran come la Siria e la Russia. E chi resta scettico su un cambio di rotta della politica iraniana sulla proliferazione nucleare, come il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che teme un "calo di tensione" acceso dai facili entusiasmi di Ue e America. Anche se, la Casa Bianca, dice a Rohani che «troverà un partner negli Usa se l'Iran rispetterà gli obblighi sul programma atomico».
«Non illudiamoci», ha detto il premier durante la riunione di governo di ieri mattina, «la comunità internazionale non deve farsi tentare dalle aspettative. Dobbiamo ricordarci che comunque è l'ayatollah Ali Khamenei a determinare la politica nucleare dell'Iran».
Estrema cautela di Netanyahu che vede scomparire all'orizzonte un nemico come Ahmadinejad - una figura grottesca con le sue allucinanti affermazioni su Israele - su cui poggiava tutta la sua strategia di allarme perenne, con la quale in questi anni ha incalzato l'Occidente ad avere una posizione più ferma, minacciando un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani.
La vittoria di Rohani fermerà l'orologio dell'Apocalisse? A questa domanda cercano di rispondere gli esperti militari israeliani sui giornali. «à certamente una buona notizia per il popolo iraniano - scrive Haaretz- resta da vedere se sarà una buona notizia per Israele. Già una posizione diversa dell'Iran sul conflitto in Siria sarebbe un segnale incoraggiante».
Per Netanyahu saranno decisivi i primi atti di Rohani, come rispondere alla comunità internazionale che chiede di fermare il programma nucleare e la fine del sostegno al terrorismo in diverse aree del mondo.
«Per noi non cambia nulla», dice il ministro della Difesa Moshe Yaalon, perchè Rohani è a favore del nucleare, è stato capo dei negoziatori per due anni senza imprimere nessuna svolta decisiva a una maggiore collaborazione con l'Aiea. In ogni caso per Israele le sanzioni contro l'Iran «devono restare attive» perché, nonostante la vittoria a sorpresa dell'unico candidato moderato, tutte le decisioni in Iran sono saldamente in mano dei religiosi e dei Guardiani della rivoluzione.
«Rohani non può cambiare il cuore della strategia nucleare dell'Iran che è determinata dalla Guida suprema, ma può cambiare il tono e lo staff dei negoziatori», spiega Ali Vaes esperto di Iran dell'International Crisis Group. «Adottando un linguaggio più conciliante e impegnando nella trattativa dei negoziatori con più esperienza, potrebbe avere un impatto positivo sulle discussioni circa le ispezioni dell'Aiea, ferme da mesi».




