rutelli intervista

OCCHIO A SOTTOVALUTARE IL VECCHIO SILVIO - RUTELLI: ‘SE RIPETE IL MODELLO MILANO, TROVA UN CANDIDATO CREDIBILE E SI ALLEA CON LA LEGA, LA PARTITA È APERTISSIMA - LA RAGGI DEVE PRENDERE DECISIONI: FARE UN INCENERITORE, CHE INQUINA MENO DEL FORNO DI UNA PIZZERIA. INVECE CENTINAIA DI CAMION MOLTO PIÙ DANNOSI PARTONO PER L’ESTERO’ - RENZI, GENTILONI, MACRON E LA MARGHERITA

 

 

francesco rutelli copiafrancesco rutelli copia

Elisa Calessi per ‘Libero Quotidiano’

 

Non è facile parlare con Francesco Rutelli. Non perché si neghi, ma perché è impegnato in mille iniziative: dai beni culturali distrutti dall' Isis alla via Francigena, fino ai cambiamenti climatici. «Tutto volontariato», spiega. Il suo vero lavoro, in realtà, è guidare l' Anica, associazione delle industrie cinematografiche.

 

«Quando me l' hanno offerto, ho detto: lo faccio, ma visti i dissidi conosciuti in politica, accetto solo se mi designate all' unanimità». Facciamo una lunga chiacchierata, parlando di tutto: Raggi, Renzi, Macron. Poi alla fine, dice: «Io farei attenzione a Berlusconi. Perché se rifa' quello che ha fatto a Milano con Stefano Parisi...».

 

In che senso?

berlusconi parisiberlusconi parisi

«Se trova un candidato convincente a cui la Lega non può dire di no... Oggi, tra gli elettori che si esprimono, abbiamo un sistema sostanzialmente tripolare, che ruota attorno a Pd, M5S e centrodestra: 30-30-30. Ma c' è una grande parte di elettori che non si pronuncia».

 

Più del 40% secondo i sondaggi più recenti.

«Quindi sono tutti conti senza l' oste. Ma se c' è un' offerta politica nuova e convincente, quelli che ora non si pronunciano, potrebbero farlo. E allora cambia tutto. Guardi in Francia».

 

Emmanuel Macron?

«Fino a sei mesi prima delle elezioni e prima dell' endorsement di Francois Bayrou era dato quarto. Di fronte a un' offerta nuova, gli elettori prendono direzioni imprevedibili».

 

Può succedere in Italia?

francois bayrou emmanuel macronfrancois bayrou emmanuel macron

«C' è una domanda tra gli elettori che al momento è insoddisfatta. Il problema è che la sinistra nasce a difesa del proletariato, dei senza voce. Ma non è stata capace di rispondere al nuovo proletariato, che è il precariato. E così la risposta si è spostata su un populismo di destra, di sinistra e atipico come il M5S. Prima la destra era il potere economico, oggi c' è una destra popolare».

 

Il centrodestra potrebbe vincere?

«Se Berlusconi ripete il modello Milano, scegliendo un candidato a cui la Lega non può dire di no e se rimane questo sistema elettorale, per cui ci saranno dei listoni, la partita è apertissima. Non sottovaluto la frattura tra Berlusconi, Salvini e Meloni sul caso francese.

Ma non darei per scontata la sconfitta del centrodestra».

 

Renzi, invece, ha stravinto nelle primarie, ma nel Paese arranca. Perché?

«Un atteggiamento troppo assertivo funziona nel breve, ma rischia di scontentare nel medio termine. Soprattutto se i risultati non arrivano. La cosa più forte del governo Renzi sono stati gli 80 euro. Hanno avuto un impatto molto positivo nel breve, ma un risultato "x" nel medio. Solo che più alzi l' asticella, più i risultati devono essere tangibili. Ma per esserlo servono gruppi dirigenti vasti».

BONUS Renzi 80 EuroBONUS Renzi 80 Euro

 

Da quattro anni è fuori dal Parlamento. Come lo vede?

«Mi preoccupa la rissa continua».

 

È sempre stato così...

«Ai primi degli anni '90, quando i partiti attraversarono una crisi altrettanto drammatica, il Parlamento fu capace di approvare la legge sull' elezione diretta dei sindaci, un' ottima legge, e il Mattarellum, una buona legge perché prevedeva i collegi. E qui siamo al punto».

 

Cioè?

«Il Vangelo dice: "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti". Oggi potremmo dire: "Tutti sono eletti, ma nessuno è votato". Ed è drammatico. Avendo un Parlamento che risponde ai leader di partito, non ai cittadini, il rapporto dei parlamentari con le persone è venuto meno. E il Parlamento diventa l' amplificatore del tweet» .

 

Qualcosa ancora si fa.

«Negli ultimi due anni che ho passato al Senato si votavano solo mozioni e modifiche ai decreti del governo. Un' attività sinceramente meno utile rispetto a quando cominciai».

 

Era il 1983. E il Parlamento funzionava meglio?

Un giovanissimo Francesco Rutelli con Bettino Craxi durante una manifestazione dei Radicali negli anni Ottanta Un giovanissimo Francesco Rutelli con Bettino Craxi durante una manifestazione dei Radicali negli anni Ottanta

«Quando venni eletto la prima volta avevo 29 anni e, pur appartenendo a un gruppo che non contava nulla, i Radicali, riuscii a far passare in bilancio le risorse per l' informatizzazione della giustizia italiana: 600 miliardi in tre anni. E questo l' ottenne un giovane deputato battagliero, ma senza potere».

 

E come ci riuscì?

«Perché il Parlamento era più forte. Ora non lo è per le ragioni dette e perché i poteri reali, economico-finanziari, sono fuori dalle istituzioni nazionali».

 

Lei è stato sindaco, vicepremier, ministro, leader di partito. Cosa le è piaciuto di più?

«Tutti sono stati affascinanti. Il più unico è quello di sindaco, perché la possibilità di rispondere ai cittadini è incomparabilmente più alta».

 

Arriviamo a Roma. Lei ha sempre evitato di polemizzare con la Raggi. Ora, però, è passato un anno da quando è sindaco e Roma è sommersa dai rifiuti. Cosa ne pensa?

RAGGI RIFIUTIRAGGI RIFIUTI

«Vedo un atteggiamento che tende a rifuggire decisioni difficili. Mentre quando eleggi qualcuno, gli dai una delega a governare. E quando governi, devi prendere decisioni anche scomode che in genere è meglio prendere nella prima parte del mandato, scontentando nell' immediato, ma con la ragionevole prospettiva che diano dei frutti».

 

Lei quali decisioni scomode prese?

«Quando abbiamo aperto, a metà degli anni '90, contemporaneamente 700 cantieri, è chiaro che c' era un disagio enorme. Però nella Roma del 2000 erano concluse molte opere utili per la città e non c' erano buche per strada. Opere trasparenti senza un avviso di garanzia, senza una vittima nei cantieri. La gente sbuffava, trovava corsie chiuse, sulla Cristoforo Colombo si andava sulle laterali. Ma dopo un anno di fatica, vedevano una situazione risolta».

 

La Raggi non è abbastanza decisionista?

«Dovrebbe decidere. All' inizio è chiaro che provochi un disagio, ma se non fai nulla, poi c' è uno scontento che nel tempo aumenta».

 

Sui rifiuti cosa dovrebbe decidere?

«Io, per dire, ho inaugurato un inceneritore a Roma nella zona di Malagrotta, tutt' ora in funzione, per i rifiuti speciali. Non ha mai creato un problema. Però mi sono preso una responsabilità nel realizzarlo».

 

Un ambientalista come lei?

«A Copenaghen, la capitale più ecologica d' Europa, l' inceneritore è nel centro della città.

E ci stanno costruendo sopra una pista da sci. Basterebbe spiegare che in decine di città italiane esistono termovalorizzatori e che inquinano meno del forno di una pizzeria o di cinquanta auto ferme al semaforo. Ma lo devi spiegare».

 

Se fosse sindaco di Roma farebbe un inceneritore?

renzi mattarella gentilonirenzi mattarella gentiloni

«Mi pare evidente. Ma le pare logico che facciamo partire centinaia di camion inquinanti, con centinaia di tonnellate di rifiuti che vanno ad essere inceneriti in altre parti d' Europa dove producono energia? Abbiamo solo il costo e l' inquinamento. A Roma servono impianti. Quelli più moderni di gestione dei rifiuti, i Tmb, li ha realizzati la mia amministrazione.

 

Abbiamo incontrato i comitati di quartiere, in alcuni quartieri abbiamo dato dei benefici, fatto opere in cambio di un disagio. Ma la politica deve decidere. Se non decidi nulla e dici: Roma sarà a zero rifiuti nel 2022. Ma noi siamo nel 2017! Tutto questo, comunque, inizia prima della Raggi».

 

RAGGI RIFIUTIRAGGI RIFIUTI

Con Ignazio Marino?

«Sì. Se dai un marchio catastrofico a qualsiasi impianto, è chiaro che si crea ogni volta una sollevazione. Ma le pare possibile che a Roma, in un territorio di 130mila ettari, non ci sia una discarica di servizio, anche piccola, per i rifiuti non riciclabili! Se tu coinvolgi i cittadini, se spieghi, riesci a prendere decisioni. Certo, ci sarà sempre qualcuno che ti dirà che è meglio fare una funivia di una tramvia».

 

Passiamo al Pd. Lo lasciò dicendo che era diventato un partito di sinistra. Ora Bersani e D' Alema sono andati via. Sbagliò allora?

«Il mio giudizio era legato al fatto che il Pd si disponeva a diventare un partito del socialismo europeo. Questo purtroppo è avvenuto».

 

E per opera di Matteo Renzi, peraltro.

«Se oggi ascolto quelli che nel Pd tifano Macron, direi che la contraddizione non è la mia.

Macron ha preso atto che la stagione dei partiti ideologici del XX secolo è finita. Certo, ha avuto successo anche perché è un' offerta nuova».

 

Come Renzi?

«Renzi avrebbe dovuto essere non solo un' offerta nuova, ma il costruttore di un' offerta per il Paese».

 

RENZI BERSANIRENZI BERSANI

E non lo è stato?

«Io l' ho sostenuto e tutt' ora ne sostengo la spinta innovativa, ma lo critico per la ristrettezza del gruppo dirigente che, purtroppo, si è rivelato il suo vero tallone d' Achille. Mi auguro che trovi la forza di superare questo limite».

 

Ma il Pd è nato o no?

«Il Pd nasce con l' intuizione giusta: usciamo dalla topografia del XX secolo, dalla botanica della Seconda Repubblica, entriamo in quello che diventerà il punto nodale della prospettiva politica: la democrazia. Chi rappresenta il popolo, in che modo lo ascolta e lo guida. Ma un partito democratico non può diventare socialista.

 

Ha senso farlo diventare un partito della democrazia competitiva, non consociativa, come ha fatto molto bene Renzi. Meno farlo diventare un partito personale perché alla lunga non dura. Non a caso nel Pd sta emergendo una classe dirigente che viene dalla Margherita, dove c' era una dimensione plurale».

 

Gli ultimi tre premier e il presidente della Repubblica vengono dalla Margherita. Qual è il segreto?

«La Margherita era in nuce quello che doveva essere il Pd. Un partito attento ai corpi intermedi, ma non condizionato dalle rappresentanze corporative. In questo Renzi ha rappresentato perfettamente la cultura della Margherita che non poteva non sbocciare nel Pd. E questo io lo rivendico. Tanto che l' unico incarico politico che ho mantenuto è la guida del Partito democratico europeo che è una formazione di terzo polo, non a caso il presidente, Francois Bayrou, è il vero king-maker di Macron».

 

RUTELLI FRANCESCHINI MATTARELLA GENTILONIRUTELLI FRANCESCHINI MATTARELLA GENTILONI

C' è un Macron italiano?

«Come disse Alessandro Magno ai romani che lo minacciavano: "Quando verrete, sarete venuti". Quando ci sarà, lo vedremo».

 

E Gentiloni? Come giudica questi mesi da premier?

«Benissimo. Sta dando una grande prova di equilibrio e di saggezza».

 

Potrebbe essere premier anche nel 2018?

«Impossibile a dirsi».

 

Le piace questo ritorno al proporzionale?

«Sarebbe positivo, se fossimo tedeschi: in Germania funziona perfettamente. Purtroppo, siccome siamo italiani e abbiamo alcuni limiti, tra cui il trasformismo, parola che non esiste in nessun' altra lingua, è inevitabile, in assenza di un vincitore, ma rischioso».

 

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…