1. ATTENZIONE! OGGI SI APRE LA CAMPAGNA ELETTORALE DELL’ARCIVESCOVO DI MILANO, ANGELO SCOLA, CHE SCALPITA PER TRASFERIRSI VOLENTIERI DALLE PARTI DI SAN PIETRO 2. PERCIÒ PRENDETE NOTA: ALLE ORE 18 SCOLA, INSIEME A DE BORTOLI E A MASSIMO FRANCO, PRESENTERÀ ‘’IL VATICANO SECONDO FRANCESCO’,’ NUOVO LIBRO DI FRANCO: CRITICO ACCANITO DELLA GESTIONE DI BERTONE E GRANDE VATE DEL MAGISTERO BERGOGLIANO 3. E VISTO CHE PAPA FRANCESCO (78 ANNI CON ACCIACCHI) NON HA ESCLUSO DI DARE PURE LUI LE DIMISSIONI DA PONTEFICE, SEGUENDO L’ESEMPIO DEL SUO PREDECESSORE BENEDETTO XVI, NEL GIRO DI QUALCHE ANNO TOCCHERÀ PROBABILMENTE RIUNIRE DI NUOVO IL CONCLAVE 4. CHIARO CHE LA MARCIA DI SCOLA SU ROMA NON SARÀ UNA PASSEGGIATA. A SCALDARE I MOTORI C’È INFATTI UN ALTRO MILANESE, IL CARDINALE GIANFRANCO RAVASI 5. DEL RIO NON È PIÙ L’INTERLOCUTORE PRINCIPALE DEL GOVERNO CON IL VATICANO

DAGOREPORT

Cardinale ScolaCardinale Scola

 

Attenzione! Presentazione!

Oggi si apre la campagna elettorale dell’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che dalla operosa (ex) capitale morale d’Italia si trasferirebbe volentieri, in occasione del prossimo conclave, in quella più immorale, Roma, naturalmente dalle parti di San Pietro.

 

MARIO MONTI LA MOGLIE ELSA E IL CARDINALE ANGELO SCOLAMARIO MONTI LA MOGLIE ELSA E IL CARDINALE ANGELO SCOLA

Perciò prendete nota: appuntamento alle ore 18 presso la Sala della Comunità “Palestrina” (via P.L. da Palestrina 7, Milano, fermata MM1 Lima) dove l’esimio cardinale Scola, insieme al direttore del Corriere della sera Ferruccio de Bortoli e all’editorialista del Corriere Massimo Franco, presenterà l’ultima fatica di Franco: Il Vaticano secondo Francesco. Da Buenos Aires a Santa Marta: come Bergoglio sta cambiando la Chiesa e conquistando i fedeli di tutto il mondo (Mondadori, 186 pagine, 18 euro).

 

Benedetto XVI con il cardinale Angelo Scolaarticle Benedetto XVI con il cardinale Angelo Scolaarticle

Per dirla col comunicato della Diocesi meneghina, sarà «Un dibattito per riflettere sull’azione rinnovatrice di papa Francesco, la grande speranza che sta suscitando nei fedeli e tra chi non crede, la sfida che con Bergoglio il cristianesimo sta portando alla globalizzazione per difendere i più poveri, il ruolo che nella formazione e nel pensiero del Papa hanno avuto gli anni in cui è stato vescovo di Buenos Aires, le indicazioni per la Chiesa che vive nella metropoli milanese». Insomma, un elogio al bergoglianesimo di primissima categoria.

 

Questo sciagurato sito vede però le cose in modo più terra terra.

papa francescopapa francesco

E visto che Papa Francesco (il quale non è più un giovanotto: il 17 dicembre compirà 78 anni) non ha escluso di dare pure lui le dimissioni da pontefice, seguendo l’esempio del suo predecessore Benedetto XVI, qualora si trovasse in analoghe e non ottimali condizioni di salute (già soffre moltissimo di sciatica, e lo tormenta una terribile fame da stress che gli fa guadagnare un chilo dopo l’altro), nel giro di qualche anno  toccherà probabilmente riunire il conclave per trovare un altro eletto al soglio di Pietro.

 

BERGOGLIO ROLLING STONE BERGOGLIO ROLLING STONE

Ma chi?

Scola, dicevamo, già scalpita. Ma un po’ lo azzoppano i rumors che lo vogliono non in perfetta armonia con l’attuale pontefice, molto popolare tra i fedeli. Ecco perciò il colpo da maestro: presentare a Milano, in assoluta anteprima nazionale, l’opera di Massimo Franco, critico accanito della gestione di Bertone e grande vate del magistero bergogliano. Il ritorno d’immagine è assicurato.

 

Anche se poi, grattata l’apparenza, la realtà è un po’ diversa: in curia tanti mugugnano sul fatto che Scola continui a riservare un trattamento di favore a personaggi non vicinissimi alla nuova gestione vaticana, come Dino Boffo e Gianni Letta, entrambi ancora coinvolti, in un modo o nell’altro, nella gestione dell’istituto Toniolo.

 

Ferruccio De Bortoli Ferruccio De Bortoli

Chiaro che la marcia di Scola su Roma non sarà una passeggiata. A scaldare i motori c’è infatti un altro milanese, il cardinale Gianfranco Ravasi, che in questa fase è come la rucola negli anni Ottanta: dappertutto. E’ l’invitato numero uno dei politici e dei potenti, e dove c’è glamour, eccolo. Dove c’è potere, eccolo.

 

Ricevimenti, presentazioni, cene, incontri con rappresentanti delle più svariate istituzioni italiane: non si nega a niente. Frequentatore abituale dell’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, Ravasi, che fu un bertoniano della prima ora, certo non disdegna di intrattenere rapporti diretti con i politici, esattamente sull’esempio di Bertone (e Bagnasco) con Berlusconi.

 

Massimo Franco Massimo Franco

A proposito di Berlusconi. Pare che in Vaticano ci si interroghi parecchio su Renzi. Quanto durerà, Pittibimbo? E si rivelerà davvero un nuovo Berlusconi? Tra le due sponde del Tevere la diffidenza è reciproca e cordiale. Tanto che solo martedì 9 settembre c’è stato il rituale ricevimento all’ambasciata italiana per presentare, come vuole l’etichetta, il nuovo capo del governo ai nuovi cardinali.

 

Nuovi? Il Papa li ha nominati sette mesi fa! E Renzi li ha incontrati con sette mesi di ritardo! Una semplice disattenzione o un segnale di fantastico disinteresse? Comunque sia, state tranquilli: al Vaticano di Bergoglio non dispiace affatto tenersi un po’ alla larga dalla politica italiana.

MONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI jpegMONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI jpeg

 

Prendete nota. Martedì 9, al pranzo ufficiale, c’erano Renzi e la sua diletta Boschi, c’era Alfano, c’era la Mogherini, c’era Lupi. C’era pure il sottosegretario tanto scapigliato con la sua fama di mangiapreti, Luca Lotti. Ma non c’era Del Rio. Il cattolicissimo Del Rio.

Renzi lo ha lasciato a casa. Proprio Del Rio. Ma guarda un po’.

 

boschi renzi delrioboschi renzi delrio

I cardinali hanno diligentemente preso nota: Del Rio non è più l’interlocutore principale del governo con il Vaticano. Non che si siano stupiti più di tanto, eh. Lo sanno anche i piccioni di piazza San Pietro che i preti hanno il miglior servizio di informazione al mondo. Sanno sempre tutto di tutti. Anche gli affari più intimi e privati, anche quelli intimissimi. Liti familiari, dissapori tra ministri, chi sale, chi scende, chi fa cosa e con chi. Ma non un sorrisetto è scappato a nessuno, martedì, quando hanno stretto la mano al nuovo presidente del consiglio e alle sue ministre.

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio

Andate in pace.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…