bergoglio papa francesco sinodo cardinali corvi

PAPA FRANCESCO ALLE PRESE CON IL RISIKO DELLE NOMINE – BERGOGLIO PROVA A RIVOLUZIONARE IL VATICANO – FUORI BAGNASCO DALLA CEI, SOSTITUITO DAL VICE GALATINO – PRONTO A LIBERARSI ANCHE DI SCOLA (MILANO) E VALLINI (ROMA) – NEGLI USA VINCONO I PORPORATI FILO TRUMP

 

Claudio Tito per la Repubblica

 

PAPA FRANCESCOPAPA FRANCESCO

Andare avanti nel rinnovamento e nello stesso tempo tenere unita la Chiesa. Per Papa Francesco il 2017 apre una sorta di “secondo tempo” del suo pontificato. Al centro del quale spiccano i rapporti con il fronte conservatore e una serie di nomine considerate decisive: dai vertici della Cei fino alla sostituzione di Angelo Scola e Agostino Vallini a Milano e a Roma. Appuntamenti nei quali il Papa intende mantenere il punto sul piano pastorale senza dividere la comunità episcopale. Frenando sia le intemperanze del fronte conservatore che le mosse di chi ha tentato di sfruttare il “nuovo corso”.

angelo scola vescovo di milano x angelo scola vescovo di milano x

 

Nello scorso autunno ci sono state due date che hanno mostrato quanto la “componente” ecclesiale stenti ad assimilare pienamente lo stile bergogliano: l’8 ottobre e il 15 novembre. Nel primo di questi due giorni l’attuale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, è stato eletto presidente della Conferenza episcopale europea. Con Bagnasco il rapporto è sempre stato corretto ma formale. Per la nomina al vertice dell’episcopato europeo il Pontefice non è intervenuto anche se molti erano convinti che il suo apprezzamento si concentrasse sull’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, che è arrivato alla vicepresidenza della Conferenza.

 

AGOSTINO VALLINIAGOSTINO VALLINI

Uno schema analogo si è realizzato il 15 novembre. I vescovi americani hanno eletto al loro vertice Daniel Di Nardo. L’arcivescovo di Houston, esponente del movimento ProLife, è noto negli Usa per le sue posizioni conservatrici. È stato uno dei tredici cardinali che nel 2015 hanno firmato la lettera critica in occasione del Sinodo. Non solo. Alla vicepresidenza è stato votato, Josè Gomez, arcivescovo della potente ed estesa diocesi di Los Angeles, e anch’egli rappresentante dell’ala meno innovatrice della Chiesa statunitense. E a questo punto il candidato con più chance per succedere nel 2019 allo stesso Di Nardo.

Daniel Di NardoDaniel Di Nardo

 

Per quest’incarico, sembrava in un primo momento che il più accreditato fosse Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, nominato proprio da Francesco. Un episodio segnato con la matita rossa anche perché avvenuto a pochissimi giorni di distanza dalla vittoria di Trump per la Casa Bianca. Il presidente eletto degli Stati Uniti non ha mai nascosto in campagna elettorale le sue idee anche sulle questioni etiche. Il suo vice, Mike Pence, è stato scelto proprio per l’appartenenza al mondo degli evangelici. Ideologo dei Tea-Party e del conservatorismo compassionevole. E forse non è un caso che lo stesso Trump abbia ingaggiato in alcuni momenti un vero e proprio duello a distanza con il Pontefice.

cardinal raymond burkecardinal raymond burke

 

Due casi che se associati alle perplessità della Chiesa africana e asiatica su gay e aborto, fanno capire quanto sia ancora alta la tensione. Una prova ulteriore è lo scontro interno, apparentemente minore, all’Ordine di Malta che ha portato alla sfiducia del Gran Cancelliere (una sorta di primo ministro), disubbidiente al richiamo del suo Gran Maestro (figura assimilata ad un capo di Stato), su vicende che riguarderebbero l’assistenza in Africa e l’uso di preservativi. Francesco ha istituito una commissione d’inchiesta ma vuole evitare uno show down considrando che il Patrono dell’Ordine è il cardinale Raymond Burke, uno degli autori della famosa richiesta di chiarimenti sulla esortazione apostolica Amoris Laetitia.

 

angelo bagnasco angelo bagnasco

Il Papa sta dunque preparando il suo “secondo tempo”: innovare e riappacificare la Chiesa al proprio interno. Ci sono tre passaggi che vengono considerati in questo senso cruciali. Il primo prenderà corpo con la sostituzione di Bagnasco alla presidenza della Cei. Giuseppe Betori (arcivescovo di Firenze ed ex segretario generale Cei), Franco Giulio Brambilla (vescovo di Novara) e l’ormai anziano Gualtiero Bassetti (arcivescovo di Perugia) sono i nomi circolati fino ad ora. Sta crescendo però anche la candidatura di Nunzio Galantino, attuale segretario generale della Conferenza e stretto collaboratore di Francesco. In alternativa (ma l’ipotesi sta già provocando qualche malumore) potrebbe essere presa in considerazione una presidenza “debole” come quella del vescovo di Modena, Erio Castellucci, che garantirebbe la coabitazione con Galantino.

NUNZIO GALANTINO 5NUNZIO GALANTINO 5

 

Ma c’è di più. Il Papa dovrà nominare il nuovo arcivescovo di Milano e il vicario di Roma. Scola e Vallini hanno raggiunto l’età pensionabile. Entrambi sono in prorogatio. L’occasione potrebbe essere proprio la visita del Pontefice a marzo nel capoluogo lombardo. I nomi che si fanno per le due posizioni si concentrano su Pierbattista Pizzaballa (amministratore apostolico del patriarcato di Gerusalemme), Francesco Beschi (vescovo di Bergamo) e Mario Delpini (ausiliare del capoluogo lombardo) per Milano; Giovanni Angelo Becciu (sostituto per gli affari generali della segreteria di Stato), Domenico Pompili (vescovo di Rieti) o un outsider per Roma. Anche se non è esclusa una soluzione di mediazione “alta e inedita” come fu Carlo Maria Martini nominato da Giovanni Paolo II arcivescovo di Milano.

ANGELO BECCIU NUNZIO APOSTOLICO A CUBA ANGELO BECCIU NUNZIO APOSTOLICO A CUBA

 

Nei giorni scorsi era pure circolata l’ipotesi della clamorosa sostituzione del Segretario di Stato Pietro Parolin, da mandare a Milano. Al suo posto sarebbe pronto il cardinale Luis Antonio Tagle (o in alternativa Becciu o Fernando Filoni) del quale la tv dei vescovi italiani il 29 dicembre scorso ha trasmesso in prima serata una lunga intervista. L’attacco a Parolin (e a Francesco) parte dall’interno della curia. Ma il Papa non sembra affatto intenzionato a rinunciare al suo principale collaboratore. E forse non è un caso che Francesco abbia deciso di marginalizzare chi si accredita come suo assistente senza aiutare l’opera di “sintesi”. Perché il vero obiettivo del Pontefice resta il rinnovamento e l’unità interna alla Chiesa.

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPEA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: MATTEO PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)