UN PAPA IN FUGA DA UNA CHIESA MARCIA - RATZINGER SI ERA GIÀ DIMESSO: NEL 1995, DA CARDINALE, QUANDO ERA PREFETTO DEL SANT’UFFIZIO - VOLEVA SANZIONARE HANS HERMANN GROER, ARCIVESCOVO DI VIENNA ACCUSATO DI MOLESTIE SESSUALI, MA LA CURIA FACEVA QUADRATO A SUA DIFESA - WOJTYLA LO CONVINSE IN EXTREMIS A RESTARE, POI PUNì (LIEVEMENTE) GROER - PARADOSSO: IL CARDINALE MAHONY, ACCUSATO DI AVER COPERTO 129 CASI DI ABUSI, NON CELEBRA PIÙ MESSA MA VOTERÀ IN CONCLAVE…

 

Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Joseph Ratzinger si era già dimesso: nel 1995, da cardinale. Quand'era prefetto dell'ex Sant'Uffizio, si scontrò duramente con ministri della Santa Sede e stretti collaboratori di Giovanni Paolo II. Ratzinger voleva subito sanzionare il cardinale Hans Hermann Groer, arcivescovo di Vienna accusato di molestie sessuali, mentre la Curia faceva quadrato a sua difesa.

Di fronte alle resistenze dei maggiorenti d'Oltretevere, il futuro Benedetto XVI rinunciò all'incarico e decise di lasciare il Vaticano per tornare agli studi teologici e dedicarsi esclusivamente alla preghiera e allo studio. Fu Karol Wojtyla a dissuaderlo «in extremis» dall'abbandono e a convincerlo a proseguire nella sua missione cardinalizia alla Congregazione per la dottrina della fede.

Diciotto anni dopo la storia si è ripetuta. Stavolta Ratzinger è sul soglio di Pietro, ma le resistenze curiali alla sua azione riformatrice si sono riproposte con la stessa logica corporativa. Ad ostacolare la «purificazione» anti-abusi sono stati, infatti, settori degli episcopati nazionali e del Sacro Collegio, come nella vicenda dell'arcivescovo emerito di Los Angeles, Roger Mahony, reo di aver coperto i preti pedofili della sua diocesi.

La linea papale di «tolleranza zero» inciampò quattro mesi fa anche nell'allontanamento imprevisto del pm anti-pedofilia Charles Scicluna, trasferito a fare il vescovo a Malta in seguito a scontri con conferenze episcopali e porporati contrari alla rimozione dei presuli accusati di aver insabbiato abusi. La lotta alla pedofilia nel clero è stato il principale fronte dell'infinito scontro tra Ratzinger e il Sacro Collegio. Una linea di acquiescenza si era affermata dopo il Concilio.

Roncalli e Montini ignorarono il dramma che si sviluppava. Con Wojtyla, che arrivava da una realtà dove la Chiesa era stata osteggiata dal regime comunista con ogni mezzo (comprese accuse calunniose di pedofilia) il problema fu ancora sottovalutato. L'unico in Curia a difendere le vittime e cercare di rendere loro giustizia era Ratzinger che divenuto Papa ha cambiato il quadro normativo.

Nessuna legge statale persegue i rapporti sessuali con i minorenni con la stessa severità, nessuna fa decorrere i termini di prescrizione (10 anni, cioè il doppio che in Italia) al raggiungimento del 18° anno della vittima. Prima i vescovi cercavano di non istruire i processi magari convincendo i sacerdoti pedofili a chiedere la riduzione allo stato laicale per potersi sposare, come accaduto nel caso Kiesle. O coprivano i pedofili perché rei anch'essi degli stessi crimini, come l'ex arcivescovo benedettino Weakland.

Quanto ai due casi nei quali Ratzinger fu fermato da Wojtyla (Maciel e Groer), Ratzinger ebbe maggiore percezione delle tremende e impensabili realtà che riguardavano il fondatore di un importante ordine religioso e il cardinale di Vienna rispetto al predecessore.

Su Groer, alla fine Wojtyla si convinse, tanto che prima gli affiancò Schoenborn e poi lo confinò in un monastero in Germania. Analogo trattamento Ratzinger (che poté punire Maciel solo dopo l'elezione) ha riservato al cardinale Mahoney (accusato di aver coperto 129 casi), che ha prima affiancato e poi sostituito arrivando infine ad autorizzare il successore, José Gomez, a sollevarlo da tutti gli incarichi e dalle celebrazioni pubbliche. Ora i porporati Mahoney e il primate irlandese Brady parteciperanno al conclave e Ratzinger se ne starà «nascosto dal mondo, in preghiera». Ma nella Cappella Sistina entrerà anche il ratzingeriano Schoenborn, che a Vienna «purificò« la diocesi dagli scandali sessuali del predecessore.

 

 

Giovanni Paolo II e l'allora Cardinale Joseph RatzingerHANS HERMANN GROERHANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLARATZINGER SI E FATTA NA CERTARoger Mahony Roger Mahony images maciel - wojtylaChristoph Schoenborn

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."