bergoglio papa francesco pietro parolin volodymyr zelensky vladimir putin

PAROLA DI PAROLIN: “A CESSARE IL FUOCO DOVREBBERO ESSERE INNANZITUTTO GLI AGGRESSORI” – IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO, PIETRO PAROLIN, PROVA A METTERE UNA PEZZA ALLA SPARATA DI BERGOGLIO (CHE HA PARLATO DI “CORAGGIO DELLA BANDIERA BIANCA”, INVITANDO GLI UCRAINI AD ARRENDERSI A PUTIN): “È OVVIO CHE LA CREAZIONE DELLE CONDIZIONI PER UNA SOLUZIONE DIPLOMATICA NON SPETTA SOLO AD UNA DELLE PARTI, E LA PRIMA CONDIZIONE È METTERE FINE ALL’AGGRESSIONE. LA GUERRA CONTRO L’UCRAINA È EFFETTO DELLA SOLA LIBERTÀ UMANA…” - BERGOGLIO HA FATTO INCAZZARE TUTTI: SCHOLZ, BIDEN, STOLTENBERG E ADDIRITTURA I VESCOVI TEDESCHI (SUPER-PROGRESSISTI)...

PAPA BERGOGLIO

VESCOVI TEDESCHI, 'FORMULAZIONE INFELICE' DEL PAPA SU UCRAINA

(ANSA) - La formulazione del Papa sull'Ucraina è stata "infelice". Tuttavia, il Papa parlava di una disponibilità a negoziare e ha aggiunto espressamente che il negoziato non è "mai una capitolazione".

 

Lo dice a Dpa il portavoce della Conferenza episcopale cattolica tedesca, Matthias Kopp. Chiarito questo contesto è anche utile domandarsi se non abbia senso chiedere anche alla Russia di essere pronta a negoziare e se esista davvero una volontà russa a negoziare, ha detto Kopp, che sottolinea inoltre che l'Ucraina dovrebbe decidere da sola quando è il momento giusto per i negoziati.

 

Su questi punti "sarebbe bene che la Santa Sede comunicasse un chiarimento di contenuto della sua posizione", spiega Kopp. Secondo i vescovi tedeschi, ad ogni modo, resta ampiamente dimostrato che il Papa sia favorevole a una pace giusta e duratura in Ucraina. Nel frattempo, il Comitato centrale dei cattolici tedeschi Zdk ha invitato il Papa a fare appello alla Russia affinché ponga fine alla guerra contro l'Ucraina. "L'Ucraina ha tutto il diritto di difendersi", ha dichiarato al quotidiano Tagesspiegel la presidente del ZdK Irme Stetter-Karp, come riporta Tagesschau. "Il Zdk ritiene ancora necessaria la fornitura di armi per questa difesa", ha inoltre aggiunto Stetter-Karp.

 

olaf scholz e volodymyr zelensky

SCHOLZ, NON SONO D'ACCORDO COL PAPA SULL'UCRAINA 

(ANSA) - Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato di non essere d'accordo con le affermazioni del Papa sulla cosiddetta "bandiera bianca" dell'Ucraina. "Per quanto riguarda la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, la posizione della Germania è molto chiara": Kiev "ha il diritto di difendersi e può contare sul nostro sostegno in tal senso, con molte opzioni", ha premesso Scholz parlando a Berlino e rispondendo in una conferenza stampa alla domanda su "come reagisce alle affermazioni del Papa".

 

joe biden papa francesco 3

"Siamo in prima linea per quanto riguarda la portata e la qualità delle forniture di armi che diamo. Questo è anche giusto ed è per questo che, naturalmente, non sono d'accordo con la posizione citata", si è limitato ad aggiungere Scholz nella conferenza stampa congiunta tenuta alla cancelleria con il premier della Malesia, Anwar Ibrahim.

 

'BIDEN RISPETTA IL PAPA MA LA PACE DIPENDE DA MOSCA' 

(ANSA) - "Il presidente Biden ha grande rispetto per Papa Francesco e si unisce a lui nelle preghiere per la pace in Ucraina che potrebbe essere raggiunta se la Russia decidesse di mettere fine a questa guerra ingiusta e non provocata e ritirasse le sue truppe dal territorio sovrano dell'Ucraina".

 

Volodymyr Zelensky e jens Stoltenberg a Davos

Lo ha detto all'ANSA un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa a proposito delle dichiarazioni del Papa. "Sfortunatamente continuiamo a non vedere alcun segno che Mosca voglia mettere fine a questa guerra e per questo siamo impegnati a sostenere Kiev nella sua difesa contro l'aggressione russa", ha sottolineato il funzionario.

 

STOLTENBERG, LA RESA DELL'UCRAINA NON PORTEREBBE LA PACE

(ANSA) - "La resa non significa pace, dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso del punto stampa con il premier svedese Ulf Kristersson per la cerimonia d'ingresso di Stoccolma nell'alleanza.

 

pietro parolin bergoglio

"Il presidente Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe porvi fine oggi, ma l'Ucraina non ha questa possibilità. Dobbiamo continuare a rafforzare l'Ucraina per dimostrare a Putin che non otterrà ciò che vuole sul campo di battaglia, ma deve sedersi e negoziare una soluzione in cui l'Ucraina sia riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente", ha aggiunto.

 

PAROLIN: «LA PRIMA CONDIZIONE PER LA PACE IN UCRAINA È METTERE FINE ALL’AGGRESSIONE»

Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

volodymyr zelensky e jens stoltenberg al vertice nato di vilnius

È «ovvio» che creare le condizioni di un negoziato spetti a entrambe le parti in conflitto, Russia e Ucraina, che la «prima condizione» sia di «mettere fine all’aggressione» e a cessare il fuoco debbano essere «innanzitutto gli aggressori», cioè Mosca.

 

Il cardinale Pietro Parolin, 69 anni, Segretario di Stato vaticano, è il collaboratore più stretto del Papa e guida la diplomazia della Santa Sede.

 

BERGOGLIO - VLADIMIR PUTIN

Chiaro che ne abbia parlato con Francesco, dopo le polemiche planetarie seguite all’intervista nella quale il Pontefice, alla radiotelevisione svizzera, in risposta a una domanda sull’Ucraina e il «coraggio della bandiera bianca», aveva detto che bisognava avere quel coraggio nel senso di «negoziare».

 

Eminenza, pare evidente che il Papa chieda un negoziato e non una resa. Ma perché rivolgersi solo a una delle due parti, l’Ucraina e non la Russia? Ed evocare la «sconfitta» dell’aggredito, come motivazione per il negoziato, non rischia di essere controproducente?

volodymyr zelensky

«Come ricordato dal direttore della sala stampa vaticana, citando le parole del Santo Padre del 25 febbraio scorso, l’appello del Pontefice è che “si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”.

 

In tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo ad una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione.

 

Non bisogna mai dimenticare il contesto e, in questo caso, la domanda che è stata rivolta al Papa, il quale, in risposta, ha parlato del negoziato e, in particolare, del coraggio del negoziato, che non è mai una resa.

 

volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 1

La Santa Sede persegue questa linea e continua a chiedere il “cessate il fuoco” — e a cessare il fuoco dovrebbero essere innanzitutto gli aggressori — e quindi l’apertura di trattative. Il Santo Padre spiega che negoziare non è debolezza, ma è forza. Non è resa, ma è coraggio. E ci dice che dobbiamo avere una maggiore considerazione per la vita umana […] . Sono parole che valgono per l’Ucraina come per la Terra Santa e per gli altri conflitti […]».

 

Ci sono ancora possibilità di arrivare ad una soluzione diplomatica?

Bakhmut guerra russia ucraina

«Trattandosi di decisioni che dipendono dalla volontà umana, rimane sempre la possibilità di arrivare a una soluzione diplomatica. La guerra scatenata contro l’Ucraina non è l’effetto di una calamità naturale incontrollabile ma della sola libertà umana, e la stessa volontà umana che ha causato questa tragedia ha anche la possibilità e la responsabilità di intraprendere passi per mettervi fine e aprire la strada a una soluzione diplomatica».

 

La preoccupazione della Santa Sede è una escalation? Lei stesso ne parlava dicendo che «fa paura» l’ipotesi di un coinvolgimento dei Paesi occidentali.

«La Santa Sede è preoccupata per il rischio di un allargamento della guerra. L’innalzamento del livello del conflitto, […] la corsa al riarmo sono segnali drammatici e inquietanti in questo senso. […]».

 

olaf scholz

Francesco ha parlato anche del conflitto israelo-palestinese, evocando la «responsabilità» dei contendenti. Che cosa hanno in comune le due situazioni?

«Le due situazioni hanno certamente in comune il fatto che si sono pericolosamente allargate oltre ogni limite accettabile, che non si riesce a risolverle […] e che non possono trovare una soluzione senza un negoziato serio. Mi preoccupa l’odio che stanno generando. Quando mai si potranno rimarginare ferite così profonde?»

 

pietro parolin bergoglio

Sempre in tema di escalation: il Papa ha parlato più volte del pericolo di un conflitto nucleare, «basta un incidente», è questa la paura di fondo della Santa Sede? Un «incidente» come a Sarajevo nel ’14?

«Il rischio di una fatale “deriva” nucleare non è assente. Basta vedere la regolarità con la quale certi rappresentanti governativi ricorrono a tale minaccia. Non posso che sperare che si tratti di una propaganda strategica e non di un “avvertimento” […]. Quanto alla “paura di fondo” della Santa Sede, credo che essa sia piuttosto quella che i vari attori di questa tragica situazione arrivino a chiudersi ancora di più nei propri interessi, non facendo ciò che possono per arrivare a una pace giusta e stabile».

parolin e bergoglio

giorgia meloni volodymyr zelensky kiev VOLODYMYR ZELENSKY - FORUM UKRAINE YEAR 2024 - CONFERENZA STAMPAcattedrale della trasfigurazione di odessa distrutta 2Putin e Papa Francesco a novembre Putin e il Papa lo scorso novembre guerra in ucraina vignetta by rolli per il giornalone la stampa RUSSIA E UCRAINA - GLI ARSENALI

 

jill e joe biden con bergoglio

PAPA BERGOGLIO

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…