renzi berlusconi

RENZI, E FALLA 'STA "MACRONATA"! - IL DUCETTO SI E' ROTTO LE PALLE DEL PD ED E' PRONTO AD UNA NUOVA AMMUCCHIATA “MODERATA” CONTRO IL "POPULISMO" DI SALVINI E DI MAIO - DOVREBBE NASCERE A INIZIO 2019 PER ESSERE COSI' PRONTA PER LE ELEZIONI EUROPEE -  IL MODELLO E’ QUELLO DI "EN MARCHE" DI MACRON, MA ANCOR DI PIU’ “CIUDADANOS” IN SPAGNA

Augusto Minzolini per “il Giornale”

 

Berlusconi Renzi

«Imbarazzante»: quell' espressione Matteo Renzi l' avrà ripetuta 100 volte negli ultimi quattro giorni, rivolta a quanto è andato in scena all' assemblea nazionale del Pd. Mentre grillini e leghisti danno l' assalto al Palazzo per ridisegnare la geografia del Potere in Italia; mentre il terremoto che ne consegue sta cambiando la geografia del politica Paese, scomponendo e ricomponendo alleanze e soggetti politici; ebbene, mentre il mondo di ieri tramonta e il nuovo è pieno di incognite, il Pd continua dilaniarsi nelle lotte interne, sulla questione amletica, intimista, per non dire masochista: Renzi sì, Renzi no.

 

RENZI ALLA DIREZIONE PD

E a questo punto per il personaggio della discordia - «imputato», per alcuni, e «speranza», per altri - la misura è colma. È il momento di levare gli ormeggi e mettere le vele al vento. «Io mi aspettavo una novità è stato lo sfogo che l' ex segretario ha regalato a molti dei suoi dentro le mura amiche -, una risposta all' altezza di fronte al pericolo di Grillo e Salvini. E, invece, niente. Hanno di nuovo discusso di tematiche interne, il solito canovaccio di tutti contro Matteo. Anche se io ho fatto di tutto per evitarlo: avevamo i numeri per vincere, ma ho impedito la conta, non sono stato divisivo; e loro, invece, di nuovo a sparare contro il sottoscritto. Solo che hanno sbagliato Matteo. Sono sconfortato, ma ormai ho deciso: siamo al punto di non ritorno, ognuno per la sua strada».

 

EMMANUEL MACRON MATTEO RENZI

E questa volta dai segnali, dagli sfoghi, dai ragionamenti che provengono dagli uomini dell' ex segretario, si capisce che siamo ad un punto di svolta. «Alea iacta est è la citazione di Cesare che dalla bocca di Renzi rimbomba da quelle parti, un eco del bonapartismo oltralpe di Macron -, il dado è tratto». Qualcuno dirà che è troppo tardi, altri che è troppo presto, ma ormai il meccanismo si è messo in moto. Le due anime del Pd, o di quel che ne è rimasto, stanno volando verso la scissione, o meglio, l' anima renziana punta a rinascere in un nuovo soggetto politico.

 

Un nuovo soggetto in gestazione, la cui costruzione è in fase avanzata con tanto di modelli e di scadenze, affidata alle cure di un vero e proprio team. Tappe principali: la Leopolda del prossimo autunno; mentre la nascita della nuova «creatura» è prevista per l' inizio del 2019, pronta per le grandi manovre primaverili e, probabilmente, per le elezioni europee. Quindi, alla fine ci sarà una separazione consensuale: due partiti e, naturalmente, due gruppi parlamentari; sempreché non si arrivi in quel contesto, che non si può escludere, a nuove elezioni politiche. C' è stato uno studio anche sulla Fondazioni (cioè sulle risorse) e si è trovato un modo per dividerle.

RENZI MARTINA

 

I modelli presi come punto di riferimento sono «En marche!» di Emmanuel Macron e, ancor più, lo spagnolo «Ciudadanos», specie per l' organizzazione, visto che, secondo gli esperti che ci stanno lavorando, è più aperto alla società civile e all' associazionismo. Insomma, più adatto a riconvertire l' esperienza del Pd. Ed è un' operazione non rinviabile, perché i tempi della politica stanno accelerando.

 

Il problema è la scelta sul tipo di opposizione che va esercitata sul governo del Partito Unico dei Populisti (per citare Renato Brunetta), che mette insieme leghisti e grillini in una prospettiva che potrebbe andare ben oltre l' alleanza di oggi. Da una parte c' è ancora chi ragiona secondo le logiche di una vecchia sinistra, sulla scia di Liberi e Uguali, che punta a stimolare e spingere i 5stelle su quel versante. Sono quelli che hanno posto la condizione che l' ex segretario all' assemblea nazionale non parlasse, perché gli contestavano di aver fatto saltare l' accordo con i 5stelle.

RAJOI CIUDADANOS

 

 

E c' è chi, appunto, come Renzi e i suoi, invece, vuole essere alternativo ad ogni tipo di populismo: agli emuli di Le Pen, ma anche di Podemos o di Syriza. Appunto, sullo schema di «En marche!», o di Ciudadanos. Non un ritorno alla «retorica europeista», cara a Napolitano, del «ce lo chiede l' Europa». Ma un «no» anche alla «retorica sovranista» in voga di oggi, quella, per metterla in battuta, «del mettiamolo in quel posto all' Europa», corredata da referendum sull' Euro, e via dicendo. La questione, semmai, è come cambiare l' Europa, stando in Europa, facendo, o difendendo fino in fondo, gli interessi italiani.

 

TSIPRAS VAROUFAKIS

Più o meno come fa la Merkel per la Germania, o Macron per la Francia. Una posizione discriminante se si pensa che da due giorni la nascita del nuovo governo è bloccata dalla richiesta di Salvini di nominare al ministero dell' Economia, Paolo Savona, economista illustre ma, soprattutto, caposcuola in Italia della dottrina di chi predica l' uscita dall' euro. Si polemizza sul curriculum del candidato premier Conte (che si laureò con una tesi di laurea che ha un titolo profetico, «Inadempimento prima del termine»), ma la verità è che al Quirinale vogliono un altro ministro nel Palazzone dei numeri di via XX settembre.

 

Questo per dire quanto i temi europei contino nella scomposizione e nella ricomposizione dello scenario politico italiano. Un' avvisaglia si avrà oggi quando all' assemblea della Confindustria il ministro Calenda, forse nel suo ultimo discorso al governo, sparerà sull' alleanza gialloverde e sui suoi limiti, su Tav, Ilva e via dicendo.

SALVINI DI MAIO

 

La verità è che la nascita del polo populista, la disgregazione del centrodestra, ha messo in moto un processo che non poteva non investire il Pd. Lì dentro c' è chi guarda ai grillini, e chi, invece, alle forze moderate. E tutti corrono per prepararsi ad un possibile «big bang» della politica italiana: nessuno, infatti, sa quanto durerà il governo giallo-verde con 6 voti di maggioranza in Senato; nessuno sa se, in caso di crisi, ci sarà un nuovo governo, o si rivoterà. Per cui tutti si attrezzano.

 

«Salvini e Di Maio è la previsione che Renzi ha fatto ai suoi partiranno forti nei primi sei mesi. Punteranno su vitalizi, edilizia carceraria, legittima difesa. Ma il loro tallone di Achille è l' Economia, quando arriverà la legge di stabilità. Salvini punta sul populismo, ma questo schema in un anno gli si rivolterà contro. Gli capiterà quello che è successo a me, se non peggio, perché il popolo vuole dei risultati, ma loro non sono in grado di portarli».

CARLO CALENDA

 

Insomma, tutto è in movimento, solo il Pd è fermo, inerme di fronte al cambiamento, concentrato solo su stesso, avulso dalla realtà. «L' assemblea di sabato è il commento laconico consegnato ai suoi da Renzi quel giorno - è stata uno spartiacque. Anche chi aveva sempre difeso con le unghie l' idea di restare nel Pd». Una premonizione.

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…