PD, PUGNO DURO – ARCHIVIATO IL PATTO DEL NAZARENO, A MONTECITORIO IL PD SI RIPRENDE DUE PRESIDENZE DI COMMISSIONE E I CENTRISTI NE OCCUPANO TRE – SALVANO LA POLTRONA I DISSIDENTI (ALL’ACQUA DI ROSE) BOCCIA, DAMIANO ED EPIFANI
Silvio Buzzanca per “la Repubblica”
La Camera, arrivata a metà mandato, rinnova, fra le polemiche, le presidenze delle commissioni e gli uffici di presidenza. Lo fa seguendo le indicazioni del gruppo del Pd, mettendo alla porta gli uomini di Forza Italia che erano stati eletti nel quadro delle “larghe intese” nel 2013, riequilibrando le poltrone della maggioranza attuale e “tagliando” le vicepresidenze dei grillini.
Una scelta che lascia senza poltrona Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari costituzionali. Fino a qualche mese fa svolgeva la funzione di correlatore sulle riforme costituzionali insieme al democratico Emanuele Fiano, indicato come come suo successore. Ma alla fine il posto è andato al capogruppo di Scelta Civica Andrea Mazziotti Di Celso.
Viene sostituito anche l’altro forzista Elio Vito che lascia la presidenza della commissione Difesa al deputato Pd Francesco Saverio Garofani. E la stessa sorte tocca a Daniele Capezzone passato recentemente nel gruppo fittiano dei Conservatori e riformisti europei, sostituito alla guida della commissione Finanze dal deputato di Area popolare Maurizio Bernardo.
L”epurazione” dei forzisti viene completata con la nomina della democratica Flavia Piccoli Nardelli alla testa della commissione Cultura, dove subentra al forzista Giancarlo Galan che è ancora agli arresti domiciliari. Resta al suo posto, commissione Esteri, dove era stato nominato in quota Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, passato ora al Nuovo centrodestra.
L’ultima novità riguarda la commissione Affari sociali, dove Pierpaolo Vargiu, Scelta civica, lascia la poltrona a Mauro Marazziti, deputato di Per l’Italia- Centro democratico. Conservano la poltrona, nonostante le tensioni interne al Pd esponenti della minoranza come Francesco Boccia, Bilancio, Cesare Damiano, Lavoro, Guglielmo Epifani, Attività produttive. E lo fanno anche i presidenti uscenti del Pd.
Sulle barricate invece i grillini, che vedono sparire nove delle otto vicepresidenze che avevano e sette segretari su undici. Restano fuori nomi di punta come Alessandro Di Battista e Carla Ruocco, impallinata perchè un deputato grillino avrebbe sbagliato a votare. Naturalmente il blog di Beppe Grillo e i deputati pentastellati parlano di un “patto” fra tutti gli altri gruppi per eliminarli.
«E’ uno squallido siparietto. Siamo stati estromessi dai giochi per non essere scesi a patti coi partiti mentre Lega, Sel, Fratelli d’Italia e perfino Alternativa libera hanno messo assieme i propri voti», attacca la capogruppo Francesca Businarolo. Ma protesta anche Forza Italia: «Commissioni: collaborazione e condivisione a parole. Lottizzazione nei fatti. Ecco il Pd», twitta il governatore della Liguria Giovanni Toti.
Ma i berlusconiani devono fare i conti con le divisioni del centrodestra. Infatti il capogruppo Renato Brunetta aveva ottenuto di conservare cinque vicepresidenze. Ma alla fine a causa delle divisioni fra le correnti sono stati eletti solo i forzisti Polverini, Bergamini e Abrignani: gli altri due posti sono andati al fittiano Rocco Palese e al leghista Nicola Molteni