IL PD VUOLE (ANCORA) UNA BANCA E CON I RENZIANI STUDIA L'ASSALTO FELPATO A INTESA SANPAOLO - LA COMPAGNIA SANPAOLO (CONTROLLATA DA FASSINO) VUOLE LICENZIARE BAZOLI E PIAZZARE ALLA PRESIDENZA GROS PIETRO

Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

Sale la tensione per le verifiche sui bilanci delle banche del Vecchio continente. Una doppia morsa - quella dell'Eba e della Bce - che può avere ripercussioni sugli istituti del nostro Paese, forse chiamati a ulteriori ricapitalizzazioni se gli 11,5 miliardi di euro già messi sul piatto non saranno sufficienti a superare i test europei. Ieri la European banking authority e la Banca centrale di Mario Draghi hanno dato un colpo sull'acceleratore, stringendo la morsa sugli asset quality review (Aqr) che potrebbero far muovere, in anticipo rispetto alla tabella di marcia, altre tessere dello scacchiere finanziario tricolore.

Gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati, in particolare, su IntesaSanpaolo: i conti sono in ordine, ma balla il delicato dossier della governance. Il primo azionista di Ca' de Sass, la Compagnia Sanpaolo, potrebbe suggerire di anticipare l'addio al sistema duale (il doppio board) per tornare già entro quest'anno - e non nel 2016 alla scadenza dei vertici - a un solo consiglio di amministrazione. Mossa che farebbe saltare una poltrona: col passaggio al «sistema monistico», in effetti, ce ne sarebbe una di troppo tra consiglio di sorveglianza, oggi guidato da Giovanni Bazoli (82 anni a dicembre), e consiglio di gestione, in mano a Gian Maria Gros Pietro (72 anni). Con quest'ultimo indicato a sorpresa come probabile, nuovo presidente «unico» della prima banca italiana. Sarebbe una clamorosa rivoluzione che vedrebbe Bazoli lasciare la tolda di Intesa dopo oltre 30 anni ai piani alti del sistema bancario della Penisola.

Sta di fatto che «l'ipotesi Gros Pietro» pare trovare un certo gradimento, anche politico. Soprattutto fra le prime linee del Partito democratico, particolarmente attive in questa fase. Fra i più irrequieti ci sarebbe il sindaco di Torino, Piero Fassino (cui fa riferimento la Compagnia Sanpaolo), che nelle ultime settimane avrebbe intensificato gli incontri con esponenti bancari torinesi. Voci rimbalzate fino a Roma, dove viene fatto notare che anche il premier, Matteo Renzi, vorrebbe avere un peso specifico nella partita di Intesa con la scusa dell'azzeramento del sistema dualistico e dell'inevitabile rimescolamento delle carte. Il premier può contare su un altro socio della banca, l'ente Cassa di risparmio di Firenze guidato fino a poco fa da Jacopo Mazzei, iscritto fra i renziani della prima ora. Prende dunque corpo l'idea di trovare un'alternativa a Bazoli, anche perché a palazzo Chigi hanno preso nota del legame fortissimo tra il banchiere bresciano e l'ex premier, Enrico Letta.

Nei corridoi felpati delle fondazioni si respira l'aria dei momenti cruciali: telefoni bollenti e riunioni riservate, nelle quali si percepisce che sul nome di Gros Pietro stanno convergendo pezzi da novanta dell'establishment politico-finanziario italiano. Il presidente del consiglio di gestione di Intesa viene considerato un «candidato di garanzia» per tutti: grande navigatore di cda, piace tanto agli ambienti torinesi quanto ai cosiddetti «poteri forti romani», specie all'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Non solo. Anche la fondazione Cariplo, terzo azionista di Ca' de Sass dietro gli americani di Blackrock, potrebbe accettare il piano e dare l'assenso al cambio della guardia al vertice della banca. C'è da scommettere, tuttavia, che Bazoli non si farebbe mettere alla porta senza puntare i piedi. Ma con l'ok di Giuseppe Guzzetti, numero uno di Cariplo e dell'Acri (l'associazione delle fondazioni) il cerchio si chiuderebbe. E forse qualcosa di più.

gian maria gros pietro lapGIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN Banca Intesa

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)