UNA REGIONE AL MASSIMO - FORMIGONI NEI GUAI: SOTTO ACCUSA IL SUO EX ASSESSORE MASSIMO PONZONI - CAPARRE SU ALCUNI IMMOBILI IN CAMBIO DI APPALTI AL NIGUARDA: IL DIRETTORE DELL’OSPEDALE ACQUISTAVA DUE APPARTEMENTI DALLA SOCIETÀ IMMOBILIARE DI PONZONI A PREZZI STRACCIATI - IL FIGLIO DI PAOLO ROMANI AVREBBE RICEVUTO INCARICHI MILIONARI - SOLDI ARRIVATI ANCHE DAI CLAN CALABRESI PER SUPPORTARE LA SUA ELEZIONE A SINDACO: “CON UN CAZZO DI CONSIGLIO COMUNALE COSÌ COSA GOVERNI? LA 'NDRANGHETA?”…

1 - «COMPRAVA VOTI ANCHE PER IL PDL»
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Adesso non lo conosce più nessuno nel Pdl, di cui pure era consigliere regionale lombardo, segretario dell'ufficio di presidenza di Formigoni, ex assessore regionale alla Protezione civile, ex assessore regionale all'Ambiente, membro del cda dell'Autodromo di Monza. «Le accuse rivolte a Massimo Ponzoni - dichiara il segretario del Pdl, Angelino Alfano, poche ore dopo che Ponzoni si è costituito a Monza con i difensori Luca Ricci e Sergio Spagnolo - non intaccano in alcun modo l'operato di Formigoni né il sistema Lombardia che si avvale di un percorso amministrativo d'eccellenza».

Eppure i soldi degli imprenditori finanziatori di Ponzoni, come Filippo Duzioni o Pietro Rivoltella, per gli inquirenti «compravano» voti buoni non solo per lui (11.069 preferenze nel 2010, il più votato in Brianza) ma anche per tutto il partito.

«L'analisi del consulente Pireddu e gli accertamenti della GdF - rileva la gip Maria Rosaria Correro - hanno scoperto un importante e continuativo finanziamento di Duzioni sia per il coordinamento provinciale di Monza e Brianza del Pdl, all'epoca retto da Ponzoni per la relativa campagna elettorale per 295.000 euro, sia per la campagna di Ponzoni alle regionali lombarde del 2010 per non meno di 50.000 euro».

E dalle intercettazioni è emersa «l'intermediazione di Duzioni nella compravendita dei voti in favore di alcuni candidati (e non solo Ponzoni) alle amministrative 2010»: lo indica la telefonata del 22 febbraio 2010 in cui l'imprenditore, «evasore totale dal 2004» e facilitatore di un centro commerciale Pam a Desio, spiega di stare «raccogliendo voti a favore di diversi personaggi politici» e «in un fuori cornetta parla del pagamento di 10.000 euro in cambio di voti».

Al punto che «l'assoluta fungibilità dei politici asserviti ai suoi interessi» appare al gip testimoniata dal fatto che «proprio Duzioni, nella prospettiva di una mancata rielezione di Ponzoni, si attiva presso i vertici del Pdl» e «si prodiga con Paolo Berlusconi per sponsorizzare il nome di un candidato sostituto». Ed è ancora in una intercettazione del 22 aprile 2008 che Ponzoni «esalta all'on. Paolo Romani la collaborazione di Brambilla» (issato, nonostante condanne passate, prima ad assessore comunale a Desio e poi ad assessore provinciale a Monza) e «palesa chiaramente la strumentalità del rapporto con Brambilla alla gestione del piano di governo del territorio di Desio».

Anche in questa inchiesta, come in quella su Penati, si affaccia un nuovo tipo di tangente: il preliminare immobiliare con caparra alla quale non segue il rogito, prassi il cui vantaggio è che «giustifica l'immediato trasferimento del denaro» e «riserva la possibilità di dare o non dare esecuzione al contratto a seconda degli eventi».

Così, ad esempio, per i pm l'imprenditore «Rivoltella con il ricorso ai preliminari finanzia Ponzoni verosimilmente per conseguire utilità economiche rappresentate da appalti e forniture» (11 milioni nel 2006-2007) «presso l'ospedale Niguarda», il cui direttore generale Pasquale Cannatelli, ciellino di rito ortodosso formigoniano, «acquistava nel 2006 da società riconducibile a Ponzoni due appartamenti con uno sconto di 120.000 euro rispetto al valore».

Certo Ponzoni non è stato felice nella scelta dei suoi sostenitori. Il peccato originale che ammette al telefono (seppure in chiave di smarcamento dopo il successo elettorale del 2010: «Mi son tolto la grande soddisfazione di arrivare primo... mi sono tolto i voti di certi personaggi affiliati a certi clan») assume contorni meno pittoreschi ma più corposi quando «risulta che Natale Marrone, indagato nel 2010 nell'operazione di 'ndrangheta Infinito, nel 2005 è stato finanziatore di Ponzoni, verosimilmente nell'imminenza di consultazioni elettorali, consegnandogli oltre 200.000 euro in contanti», poi utilizzati nell'interesse di una società.

Che componenti della «squadra» vantata da Ponzoni a Desio (come l'ex tecnico comunale e poi assessore provinciale Rosario Perri) non fossero immuni da ombre non era del resto un segreto di Fatima, almeno a giudicare da come la direttrice della Compagnia delle Opere a Monza, Angela Familiari, raccontava a Duzioni di aver salutato il neoeletto sindaco di Desio nel marzo 2010: «Io gli ho detto: non so se farti gli auguri o farti le condoglianze, con un cazzo di consiglio comunale così cosa governi? La 'ndrangheta?».

E non hanno giovato a Ponzoni, pur arrestato ora a 6 mesi dalla richiesta dei pm e benché avesse reso due interrogatori nel 2010 e 2011, l'«aver incontrato nel 2009 più volte in un motel di Cesano Moderno un brigadiere dei carabinieri di Seregno che gli ha riferito notizie riservate (coperte allora da segreto e apprese da un vigile in servizio alla Procura di Monza) sul Comune di Desio e la posizione di Perri, indagato nella maxi inchiesta Infinito».

2 - MINISTRI, IMPRENDITORI, POTENTI LA RETE DEL GOLDEN BOY DI MONZA
Maurizio Giannattasio per il "
Corriere della Sera"

Per un decennio è stato il plenipotenziario in Brianza di Roberto Formigoni. Con un grandissimo peso dentro il Pdl. Lo ha ancora: le 11.093 preferenze prese alle ultime regionali del 2010, primo risultato in assoluto per la provincia di Monza e Brianza, rappresentano un cespite in grado di spostare le montagne. Massimo Ponzoni, uomo di relazioni e conoscenze. Al centro di una fittissima rete di rapporti. E con degli sponsor molto potenti. Che lo portano all'età di 28 anni a compiere un salto triplo: da consigliere comunale a Desio a membro dell'assemblea del Pirellone.

Di Formigoni abbiamo detto. Dell'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ancora no. Alla vigilia delle regionali del 2010, quando il caso Ponzoni era già scoppiato, i vertici milanesi e lombardi del Pdl si riunirono ad Arcore davanti al capo supremo Silvio Berlusconi.

Una sola domanda: è opportuno ricandidare Ponzoni alle regionali? In «due» si fanno in quattro per Ponzoni. Formigoni e l'ex coordinatrice regionale del Pdl, Gelmini. Alla fine, Ponzoni viene messo in lista nonostante l'opposizione di altri politici presenti alla riunione. Basta andare su Facebook per rivedersi i filmati delle serate elettorali con la Gelmini che esorta Ponzoni a battere ogni record di voto.

Si parla di ex ministri. E allora alla lista bisogna aggiungere il nome di Paolo Romani, anche lui ex coordinatore del Pdl lombardo, poi assessore all'Urbanistica a Monza e infine ministro dello Sviluppo economico. Un rapporto difficilissimo con Ponzoni. Mediato sempre da altre persone e condito da giudizi non proprio lusinghieri sul giovane politico. Anche se questo non impedisce, come si legge nelle carte dell'ordinanza d'arresto dell'ex assessore regionale, che il figlio di Romani riceva una consulenza di decine di migliaia di euro da una società a cui la Regione e la fondazione Irealp avevano affidato l'evento «Valtellina 2007».

Le pressioni sarebbero arrivate dallo stesso Ponzoni. Captatio benevolentiae o percorso obbligato? Va un po' così la carriera di Ponzoni. Rapporti saldi, saldissimi su quel crinale scosceso tra politica e affari, che si infrangono quando il gioco si fa duro. Nella rete di conoscenze e di sponsor di Ponzoni c'è un pezzo grosso del Pdl, risponde al nome di Giancarlo Abelli, ex vicecoordinatore nazionale del partito.

Tanto che la moglie del potente signore di Pavia entra in società con Ponzoni. Politica e business. Insieme a lei, e qui si dipana un altro sentiero delle amicizie del golden boy lombardo, si ritrovano altri big del Pdl. Nella società Pellicano, specializzata in affari immobiliari, siedono, oltre a Rosanna Gariboldi, l'ex assessore regionale ai Trasporti, Giorgio Pozzi, e l'attuale assessore alla Cultura, Massimo Buscemi, sposato con la figlia dall'imprenditore Piero Daccò in carcere per la vicenda del San Raffaele.

Una rete impressionante di rimandi e di conoscenze. Finisce male. Malissimo. Gli altri soci restituiscono le quote a Ponzoni. Ci sono accuse reciproche e a luglio 2010 l'ex assessore riceve un avviso di garanzia per il fallimento della immobiliare Pellicano. L'ipotesi dei giudici è bancarotta fraudolenta. Abelli e Ponzoni non si parlano più.

E se si vuole andare a dipanare i fili delle amicizie incrociate, degli appoggi e delle rotture ce n'è un'altra. Quella tra Ponzoni e Pietrogino Pezzano, l'ex direttore generale di Asl 1, fotografato con un boss della 'ndrangheta e poi dimissionario. I due litigano. È il 2010. Ponzoni nel 2005 aveva preso 19 mila preferenze. Nel 2010 scende a 11 mila.

 

MAssimo Ponzoni - Assessore Lombardo allambiente - Fto da Sette - Inchiesta Abelli Gariboldi - Foto da SetteMASSIMO PONZONI E ROBERTO FORMIGONIROBERTO FORMIGONI ALFANO PAOLO BERLUSCONI PENATI MASSIMO PONZONIMARIASTELLA GELMINI

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