PER UN ALFANO CHE NON SCHIODA C’È UNA BONINO CHE VOLEVA DIMETTERSI (PER NON FARE LA FINE DI TERZI)

Francesco Bei per "la Repubblica"

Anche l'arma estrema delle dimissioni è stata vagliata. Di fronte all'escalation dell'affaire Shalabayeva, nei giorni più caldi dello scontro politico, Emma Bonino ha pensato di dimettersi. Ufficialmente sempre negata, la possibilità di lasciare il suo incarico il ministro l'avrebbe confidata di recente a un amico, ma aggiungendo anche la ragione per cui alla fine ha scelto di restare al suo posto: «Non volevo fare la fine di Terzi». La fine cioè del ministro degli Esteri di Monti, messo nell'angolo e sconfessato dal suo stesso governo sulla scelta di rimandare i marò in India.

Bonino è consapevole della difficoltà della sua posizione, specie alla vigilia dell'audizione in Senato. Così ieri, in un momento di sincerità davanti alle telecamere a Bruxelles, il ministro degli Esteri si è lasciata andare a una frase sibillina: «Mi sono occupata del caso Shalabayeva in solitario, di fronte a istituzioni del paese che continuavano a ripetere che tutto era regolare».

Bonino insomma non ce la fa più a restare sulla graticola per responsabilità che non sono sue. Ma ieri è stata costretta a mordersi la lingua, a spiegare che intendeva riferirsi «alle attività della Farnesina, che non mi paiono evidenziate a sufficienza». Nel governo corre voce che ci sia stata ieri mattina una telefonata allarmata di Enrico Letta al ministro degli Esteri, con il premier preoccupato per lo scontro che sembrava accendersi nella sua squadra. Nelle parole della Bonino non era difficile leggere infatti un'accusa ai colleghi Alfano e Cancellieri, alle loro burocrazie ministeriali.

Marco Pannella, che con Bonino ha parlato a lungo in questi giorni prima di prendere posizione, domenica sera a Radio radicale ha raccontata in diretta la sua versione: «Emma ha fatto quello che nessun altro ha fatto. Invece di delegare tutto a un funzionario, a un dirigente, a un ambasciatore, ha subito dato personalmente notizia della cosa ai vertici istituzionali, dicendo tutto quello che sapeva».

C'è poi la questione dell'eventuale espulsione dell'ambasciatore kazako Yelemessov. Matteo Mecacci, ex deputato radicale ed esperto di Kazakistan, ha trovato la norma che potrebbe tirare fuori dall'imbarazzo la Farnesina.

La Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche impone infatti agli ambasciatori di «trattare tutti gli affari ufficiali con il ministero degli affari Esteri dello Stato accreditatario o, per il tramite di esso, con un altro ministero convenuto». Insomma, Yelemessov non avrebbe potuto istallarsi al Viminale senza prima concordare la sua azione con la Farnesina, unico interlocutore legittimo di un ambasciatore. Per questo, prima dell'espulsione, agli Esteri adesso si aspettano che sia lo stesso Kazakistan a richiamare il suo diplomatico in patria.

 

Emma Bonino emma bonino bonino - alfanoALFANO, LETTA, BONINO TRISCancellieri AnnaMaria

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…