“NON STA LUCIDO” - BERLUSCONI CHE DICE "PORTIAMO IN PIAZZA MILIONI DI PERSONE, FACCIAMO FUORI IL PALAZZO DI GIUSTIZIA, ASSEDIAMO REPUBBLICA, NON C'È ALTERNATIVA" - AL TELEFONO CON LAVITOLA PERFINO MASI SI ARRENDE DI FRONTE ALLE ‘PROPOSTE INDECENTI’ DEL BANANA: "QUESTI SO' REATI, IO ABBASSO IL TELEFONO, NON LE VOGLIO NEMMENO SENTÌ 'STE COSE" - LE SOTTILI ANALISI DI VALTERINO: "A STO PUNTO QUALUNQUE CAZZO GLI CHIEDI QUELLO TE LO FA"…

1 - L'AUDIO DELLE INTERCETTAZIONI MASI-LAVITOLA
http://tv.repubblica.it/politica/masi-berlusconi-e-poco-lucido-certe-cose-non-si-possono-fare/79112?video


2 - "PREMIER POCO LUCIDO, SI ARRABBIA MA CERTE COSE NON SI POSSONO FARE"
Giuseppe Caporale e Liana Milella per "la Repubblica"

"Ci sò cose che si possono fa', altre che non si possono fa'". Perfino Mauro Masi si arrende di fronte alle richieste "estreme" di Berlusconi. Il direttore generale della Rai dice spaventato a Lavitola: "Questi so' reati, io abbasso il telefono, non le voglio nemmeno sentì 'ste cose". 21 ottobre 2009, lunga telefonata tra Lavitola e "Maurino". Che "riscontra" quella del giorno prima tra lo stesso premier e Lavitola, agli atti dell'inchiesta Spadaccini a Pescara, scoperta da Repubblica e pubblicata il 17 ottobre.

Lì c'è Berlusconi che dice "portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia, assediamo Repubblica, non c'è alternativa". Lo sfogo diventa però progetto ossessivo se ripetuto a ogni interlocutore, come il caso di Masi dimostra. Il direttore della Rai ne parla esterrefatto con Lavitola dicendo del premier che "non sta lucido". Lavitola ipotizza che lui possa lasciare la rai per fare in ministro in alternativa a Tremonti.

CHIEDE COSE IMPOSSIBILI
(21 ottobre)

È una lunga conversazione quella tra Masi e Lavitola. I due esprimono grande preoccupazione per la condizione psicologica di Berlusconi. E soprattutto Masi mostra insofferenza per le sue richieste, che egli stesso non può assolvere. Tante che afferma: "Ma io lo so che vuole, però insomma sai... cioè ci sono delle cose che si possono fa', altre non si possono fa, Walter".

Masi "Walter, Mauro".
Lavitola "Un momento solo (dice a un altro interlocutore al telefono, ndr.), sto parlando col mio capo, ti richiamo Enzo".
M. "Adesso vediamo quello che posso fare...".
L. "Non dire quello che puoi fare, tu puoi fare tutto".
M. "E vabbè...".

L. "Allora vuoi sapere una cosa, il tuo amico F. F. l'altro giorno mi ha detto testuali parole: "Io se acchiappo il tuo amico Masi gli meno... perché se n'è andato e ci ha lasciato nella merda, finché ci stava lui, per quanto poteva avere un carattere del cazzo, per quanto qua, per quanto là, qua funzionava tutto, adesso non funziona più un cazzo...".
M. "Lo so, perché il nostro amico, mio e tuo, è completamente... sto periodo è...".

L. "Mauro, io difatti ti dico la verità, io è da settimane che ti vorrei parlare, io ho parlato con lui cinquanta volte di queste cose, te ne vorrei parlare... insomma non ci riesco".
M. "Ma io c'ho parlato, ci parlo tutti i giorni, non sta lucido, non sta lucido".
L. "Me lo dici a me, ieri mi ha detto che lui voleva assaltare il palazzo di giustizia... testuali parole.. al telefono eh!".

M. "E pure a me, sono reati, infatti io abbasso il telefono, non le voglio nemmeno sentì queste cose...".
L. "Ho capito, però voglio dirti, secondo me non faremmo male a vederci ogni tanto".
M. "Sì, ma tu sei tornato da tre giorni eh, ora dammi pure la colpa del fatto che sei stato quindici giorni in Brasile, ma sarai curioso".
L. "E vabbè, ma saranno due mesi che non ci vediamo o forse pure tre.. che ne so... mo', al di là di questo, io scherzo adesso, tu fatti il consiglio, però ti voglio dire delle cose di lui pure rispetto alla Rai, ti vorrei informare perché quello magari mi dice delle cose pensando che io poi te le dico".

M. "Ma io lo so che vuole, però insomma sai... cioè ci sono delle cose che si possono fa', altre non si possono fa, Walter".
L. "Di fatti è proprio questo il problema".
M. "Non lo capisce, si incazza, ma in qualche modo io devo pure vivere".
L. "Io non lo so chi te lo fa fare a stare là... io non lo riesco a capire".
M. "Beh a questo punto...".

L. "A sto punto, secondo me, tu qualunque cazzo gli chiedi quello te lo fa, adesso si fa sto rimpasto di governo alle Regionali, ci lavoriamo, lasci quel merdaio dove ti sei ficcato e vai a fare il ministro".
M. "Ma tu dici che me lo fa fare?".
L. "Ma come non te lo fa fare, anzi secondo me visto che Tremonti salta, se facciamo una bella operazione, te lo fa fare sì. Se tu eri rimasto a Palazzo Chigi, oggi Tremonti non c'era più è per questo che sono un po' incazzato".
M. "Per questo?".

L. "Sono incazzato per questo, sono incazzato pure con te perché se tu eri rimasto a palazzo Chigi a quest'ora non c'era più il problema di Tremonti col governo, c'era uno che sapeva leggere e scrivere e fare il ministro dell'Economia con un rapporto privilegiato col presidente, con una conoscenza della realtà italiana anche dal punto di vista dall'esterno del salotto dorato, si rafforzava il governo e si dava una mano al Paese, tu sei andato a giocare alla Rai a fare l'impiegato e buonanotte... e vabbé io sono avvelenato, guarda, mi devi credere...".

GIGI VA E VIENE DAL NORD
(18 novembre)

Ancora al telefono Lavitola e Masi. Il rapporto tra i due è continuo. Lavitola s'informa con molta circospezione, anche abbassando la voce, se tal Gigi "va spesso a Milano". Masi gli risponde di sì, ma Lavitola a questo punto cerca in tutti i modi di chiudere la conversazione, come se si trattasse di una questione che non è opportuno trattare per telefono, ma soltanto a voce. Il sospetto è che i due stiano parlando di Luigi Bisignani, detto Gigi, l'uomo della tessera P2, ma anche della P3, la nuova loggia decapitata dall'intervento dei magistrati di Napoli. Proprio a Napoli, il 20 giugno, in un verbale di 48 pagine, Bisignani ha dichiarato di "aver parlato con Berlusconi una sola volta". Questa telefonata dimostrerebbe il contrario.

Lavitola "Maurino?".
Masi "Eccomi".
L. "Allora dicevamo, anzitutto vediamo come sei messo per vederci".
M. "Mò vediamo, magari nel pomeriggio ci vediamo".
L. "Senti, ma ti risulta che Gigi va e viene dal nord, lì, tutti i weekend va a casa del capo?".
M. "Spesso ci va, sì, ci è andato molto spesso in 'sto periodo".
L. "Vabbe', ci sentiamo dopo va".
M. "C'è andato molto spesso 'sto periodo sì".
L. "Allora poi ci vediamo va".
M. "Ciao".
L. "Ciao".

 

Mauro Masi Valter LavitolaSILVIO BERLUSCONI GIULIO TREMONTI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)