peter gomez francesco rocca

PETER GOMEZ SUL "FATTO" DIFENDE FRANCESCO ROCCA, CHE IN PASSATO HA SPACCIATO E FATTO USO DI EROINA: “LA SUA CANDIDATURA DA PARTE DEL CENTRODESTRA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO È UN FATTO POSITIVO PERCHE’ FA PER LA PRIMA VOLTA CADERE LO STIGMA DEI PARTITI NEI CONFRONTI DI CHI HA USATO O ABUSATO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. LA SUA E’ UNA STORIA DI RISCATTO. E LA TOSSICODIPENDENZA, COME LA MALATTIA, NON È UNA COLPA…."

Peter Gomez per il Fatto Quotidiano

 

francesco rocca foto di bacco

Non conosciamo Francesco Rocca e non sappiamo se, in caso di elezione, sarà un buon presidente della Regione Lazio. Quello che invece sappiamo è che la sua candidatura da parte del centrodestra è un fatto positivo per la nostra politica. La scelta del suo nome fa per la prima volta cadere lo stigma dei partiti nei confronti di chi ha usato o abusato di sostanze stupefacenti. Uno stigma sociale fino a ieri fortissimo che non si cancellava nemmeno quando chi ne era rimasto vittima riusciva a uscire dalla droga.

 

Per questo la candidatura di Rocca è una buona notizia. L'aspirante successore di Nicola Zingaretti, prima di diventare un avvocato penalista specializzato nella difesa dei collaboratori di giustizia e poi numero uno della Croce Rossa italiana e mondiale, è stato un tossicodipendente. Da giovanissimo si è bucato e per finanziare i suoi acquisti di eroina, come spesso accade a chi ha la scimmia sulla spalla, ha pure spacciato. Nel 1985, quando aveva 19 anni, è stato arrestato dai carabinieri durante un'indagine su un giro di droga pesante a Casal Palocco gestito da una banda di pusher nigeriani.

 

peter gomez

Dopo essere finito in manette, Rocca ha confessato ammettendo di aver consegnato per conto degli spacciatori quasi un etto e mezzo di brown sugar a un ragazzo di Roma che lui stesso aveva individuato come acquirente. L'arresto, a cui è seguita una condanna a tre anni di reclusione, è stato una fortuna per il futuro candidato presidente della Regione. È stato il momento che gli ha permesso di trovare la forza prima per disintossicarsi e poi per laurearsi in Giurisprudenza. Il resto è storia nota.

 

Con Rocca che per cinque anni gira con la scorta perché assiste i pentiti della criminalità organizzata e poi entra nel mondo della sanità pubblica fino a essere eletto nel 2013 numero uno della Croce Rossa. Su quanto Rocca ha fatto in carriera la valutazione è libera (non mancano le polemiche e le critiche per i suoi rapporti con gli Angelucci, la potente famiglia proprietaria di cliniche private). Come libere sono pure le valutazioni degli elettori sulle sue simpatie di destra estrema che lo hanno portato a scegliere come portavoce della Croce Rossa l'ex parlamentare di An, Marcello De Angelis, condannato negli anni Ottanta per associazione sovversiva e banda armata.

francesco rocca

 

Nelle prossime settimane cercheremo di ricostruire in maniera approfondita la sua storia in modo che ciascuno, prima delle Regionali, possa farsi un'opinione completa del candidato Rocca (e lo stesso faremo con le altre candidature). Per oggi, invece, ci limitiamo a dire che non è sulle sue vecchie vicende di droga che gli avversari dovranno attaccarlo.

 

Perché quella di Rocca e l'eroina è una storia di riscatto. E perché la tossicodipendenza, come la malattia, non è una colpa. Il fatto che si cominci a rendersene conto anche il Parlamento è un bene. Anche se, proprio pensando alla destra, ci chiediamo cosa intenderanno fare le forze politiche di quello schieramento dopo aver candidato Rocca. Nel loro programma, quando si parla di sostanze stupefacenti, si trovano le consuete promesse di lotta allo spaccio, ma si fa pure esplicito riferimento alle "campagne di informazione e prevenzione".

 

Ovvero all'unico sistema per governare un fenomeno che coinvolge milioni di persone (basti pensare che il 20 per cento circa degli studenti dichiara di aver utilizzato sostanze illegali) e che finisce per riempire inutilmente le carceri. Ecco, magari Rocca potrà ricordare ai suoi amici che è ora di passare dalle parole ai fatti: dallo stigma all'informazione.

 

peter gomez

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?