teatro piccolo

PICCOLO TEATRO, GROSSI PASTICCI DELLA SINISTRA - A MILANO GLI ISPETTORI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA RILEVANO ANOMALIE AMMINISTRATIVE, NELLE BUSTE PAGA E NELLA NOMINA DEI MEMBRI DEL CDA. E CONSIGLIANO L'AZZERAMENTO DI TUTTI I VERTICI - PERPLESSITÀ, MA NON IRREGOLARITÀ, SONO EMERSE ANCHE PER IL COMPENSO DEL DIRETTORE LONGHI: UN CONTRATTO DA 188 MILA EURO LORDI PIÙ UN ALLOGGIO IN AFFITTO A MILANO A CARICO DEL PICCOLO...

Fabio Rubini per “Libero Quotidiano

 

È una vera e propria bomba quella che sta per esplodere nelle stanze della Fondazione Piccolo Teatro-Teatro d’Europa, da sempre una ridotta della sinistra milanese. Per quasi

un mese due ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze si sono dati fare per eseguire una verifica amministrativa contabile dell'Ente e l'elenco delle irregolarità contestate è stata definita nella loro relazione riassuntiva, «impressionate per quantità e qualità», tanto che per metterle in fila tutte c'è voluto un documento di 54 pagine che Libero è stato in grado di visionare in anteprima.

 

TEATRO PICCOLO

Scrivono gli ispettori che questi rilievi «investono sia la gestione ordinaria che quella straordinaria, in violazione di leggi, decreti e norme, comprese quelle del codice civile: criticità degli adempimenti anticorruzione e per la trasparenza degli atti; anomalie e criticità del trattamento economico riconosciuto al personale dipendente; varie criticità relative alle procedure di acquisizione dei beni, di servizi e di lavori; violazioni dell'Iva; conferimento di incarichi di consulenza e di collaborazione di rilevante importo senza avere adottato norme regolamentari adeguate».

 

LA NOMINA

Al netto delle irregolarità, che presto vedremo più nel dettaglio, a colpire dal punto di vista politico è soprattutto il rilievo che gli ispettori fanno circa il blitz che nel 2020 portò il Comune di Milano ad allargare il Cda da sei a otto membri. In ballo vi era la nomina del nuovo direttore: il Comune puntava sul franceschiniano Claudio Longhi, la Regione no e faceva ostruzionismo per impedire il raggiungimento del quorum per la nomina.

 

piccolo teatro streheler festival mix milano

A quel punto da Palazzo Marino partì un vero e proprio blitz con la nomina di due ulteriori consiglieri. Così facendo il presidente Salvatore Carrubba ottenne i numeri per nominare Longhi. Proprio su questo punto gli ispettori hanno da eccepire, perché lo statuto - che pure prevede questo allargamento - in realtà spiega che devono essere nominati «illustri personalità della cultura europea», cosa che evidentemente per gli uomini del ministero non è avvenuta. Tanto che l'assessore regionale Galli gridò al "golpe".

 

Il tutto nel quasi totale silenzio della sinistra, per la quale forzare le nomine è un peccato solo quando non è coinvolta. Perplessità, ma non irregolarità, sono emerse anche per il compenso del direttore Longhi: per gli ispettori il suo contratto da 188mila euro lordi più un alloggio in affitto a Milano a carico del Piccolo. Un altro capitolo succoso della relazione è quello che riguarda la retribuzione dei dipendenti. Secondo gli ispettori, che hanno preso in esame i cedolini tra il 2017 e il 2021 sia il "premio aziendale" sia il "premio di risultato" vengono erogati a pioggia, senza nessun tipo di differenziazione. In questo modo «non ha in realtà alcuna valenza premiale visto che è fisso nell'importo e non è subordinato (...) al raggiungimento di determinati obiettivi».

 

beppe sala

Anche per questo ad un certo punto la Fondazione ha iniziato ad inserire nei cedolini anche la voce "Una Tantum" che per gli ispettori, di fatto, «recupera uno strumento incentivante, essendo stati compromessi quelli definiti negli accordi aziendali collettivi». Il tutto, è sempre bene ricordarlo, con soldi per la quasi totalità provenienti da enti pubblici.

 

Altre irregolarità riguardano i contratti che, fatti passare per consulenze, sono in realtà vere e proprie prestazioni di servizi. E ancora è emblematico il caso del contratto fatto con affidamento diretto per lavori interni con un preventivo di 59.800 euro corretto poi a penna e diventato di 39.800 euro appena sotto la soglia di gara.

 

Per gli ispettori non è chiaro nemmeno perché le linee di credito con le banche non siano mai state comparate con altri istituti per vedere se si potevano ottenere condizioni migliori. Poi ci sono le fatture senza i necessari requisiti di tracciabilità, i lavori eseguiti senza alcun documento circa il loro affidamento, mancano i piani triennali e biennali dei lavori che sono previsti per legge e c'è anche una contestazione per il mancato pagamento dell'Iva per lavori fatti per conto del Comune di Milano - anche qui gli ispettori hanno da ridire, visto che le opere di manutenzione straordinaria del Piccolo avrebbero dovuti essere eseguiti da Palazzo Marino proprietario dell'immobile per 446.902,98 euro fatturati.

 

beppe sala 9

Infine ci sono due rilievi che hanno risvolti anche penali: non risulta mai attuata nessuna misura di rotazione del personale e manca il piano triennale di prevenzione della corruzione.

 

AUTOCRAZIA

Tutte queste irregolarità, alle quali se ne aggiungono molte altre, fanno dire ai due ispettori che «Sembra che al Consiglio di amministrazione sia totalmente sfuggita la percezione di una gestione "autocratica" della Fondazione. Anzi, di fatto, senza accorgersi di nulla, ha assistito passivamente a una serie cospicua e reiterata di irregolarità nella gestione dell'attività dell'Ente».

 

La chiusura, poi, è lapidaria e lascia poco spazio all'immaginazione: «La soluzione più giusta, nel caso di un ente pubblico come il Piccolo Teatro è l'azzeramento del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori dei Conti e di ogni altra nomina, con le dimissioni di tutti». Insomma non una bella situazione per il "giardino" della sinistra milanese e franceschiniana, che ora dovrà giustificare queste 54 pagine fitte di irregolarità.

 

I rumor parlano di un Cda convocato per la prossima settimana, con una tempistica quantomeno "comoda". Staremo a vedere se i suoi membri ascolteranno le raccomandazioni finali degli ispettori del Ministero. Certo che, alla luce dei fatti, l'impuntatura della Regione di due anni fa, appare oggi sotto un'altra luce.

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...