carlotta de franceschi

POLTRONISSIME CONSOB – IL TAGLIA-TASSE RENZI STA SELEZIONANDO DUE COMMISSARI PER L’ENTE DI CONTROLLO DELLA BORSA – TRA I CURRICULUM IN EVIDENZA CI SONO QUELLI DEL PM MILANESE EUGENIO FUSCO (CHE CERCAVA LE TANGENTI FINMECCANICA IN INDIA) E DELL’ECONOMISTA RENZIANA CARLOTTA DE FRANCESCHI

Camilla Conti per “il Giornale

 

I due nuovi commissari della Consob arriveranno entro settembre. Lo ha promesso Matteo Renzi che a fine giugno era intervenuto - con un decreto legge - per riportare a cinque i commissari all'interno dell'autorità di vigilanza (che il governo Monti aveva ridotto a tre), mettendo un argine al potere del presidente Giuseppe Vegas il cui voto vale doppio in caso di parità.

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Giuseppe Vegas


Un anno fa era stata nominata la docente di diritto commerciale, Anna Genovese. Poi, per riempire le altre due poltrone, il 19 marzo scorso è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri un «avviso per la selezione pubblica» dei candidati che hanno dovuto farsi avanti online entro il 16 aprile per l'incarico settennale (non rinnovabile).

 

Le domande sono state ben 158: alla chiamata avrebbero risposto dirigenti interni della Commissione e anche molti magistrati. Tra questi, anche il pm Eugenio Fusco, che per molti anni ha fatto parte del pool milanese reati finanziari, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco. Tanto da spingere qualcuno a scommettere che Fusco possa diventare in futuro la testa di ponte per il successivo arrivo di Greco come presidente della Consob al posto di Vegas (il cui mandato scade nel 2017). Chissà.

Umberto Tombari 
Umberto Tombari


Forse le proiezioni sono premature anche perché la selezione pubblica avviata a marzo da Palazzo Chigi non è un concorso, è solo un modo per acquisire manifestazioni di interesse. Il governo ha poi totale discrezionalità: la nomina avviene con decreto del presidente della Repubblica «su proposta del presidente del Consiglio». Insomma, alla fine sceglie Renzi.

 

Come era successo per la Genovese il cui «padrino» ricordano fonti romane era l'avvocato fiorentino Umberto Tombari, ordinario di diritto commerciale all'università di Firenze, fondatore dello studio legale dove ha lavorato anche il ministro Maria Elena Boschi, nonché presidente dell'Ente CariFirenze e vicepresidente dell'Acri, l'associazione delle Fondazioni. E la voce che circola nei grossi studi legali della capitale è che «se vuoi diventare commissario Consob, devi avere il placet di Tombari». Oltre, ovviamente, a quello del premier.

IL PM EUGENIO FUSCO IL PM EUGENIO FUSCO


Il quale, si dice, avrebbe intanto acceso i riflettori su una delle sue consulenti economiche di punta: la trentassettenne friulana Carlotta De Franceschi. Laurea con lode in Economia aziendale alla Bocconi seguita da un Mba ad Harvard, ha trascorso undici anni nelle banche di investimento (Goldman Sachs, Morgan Stanley e Credit Suisse dove seguiva la finanza pubblica italiana), fra New York, Boston e Londra. Appassionata di start up e innovazione, dal 2012 è anche presidente e co-fondatrice di Action Institute, think tank apolitico e apartitico che si prefigge di proporre soluzioni pratiche per migliorare la competitività del Sistema Italia.

 

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

Sul sito governo.it si legge che la De Franceschi è una componente del nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica - squadra degli economisti guidati da Yoram Gutgeld a Palazzo Chigi - chiamata con decreto del presidente del Consiglio il 1 settembre 2014. Compenso: 150mila euro lordi. Il suo incarico scadrà ad agosto. Giusto in tempo per procedere con la nomina in Consob a settembre.

 

Carlotta De FranceschiCarlotta De Franceschi

Ma sul nome della De Franceschi ci sarebbe già qualcuno pronto ad avanzare perplessità ricordando la sua presenza a fine gennaio (ovvero nei giorni dell'approvazione del decreto sulla riforma delle Popolari da parte del Consiglio dei ministri) a un paio di convegni a porte chiuse fra investitori della City organizzati a Londra. Ciò potrebbe creare qualche imbarazzo dentro e fuori la Consob il cui faro si era acceso sui movimenti anomali dei titoli delle Popolari avvenuti proprio in quei giorni, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…