conte juncker merkel

POTEVA MANCARE LA LETTERINA DI BRUXELLES ALL'ITALIA? NO! I CONTI DELLA MANOVRA  NON TORNANO E "C'È IL RISCHIO DI UNA DEVIAZIONE SIGNIFICATIVA" DALLE RACCOMANDAZIONI. LO SCARTO TRA LA FINANZIARIA ITALIANA E LE RICHIESTE DELL'UNIONE EUROPEA È DI CIRCA 12,6 MILIARDI. L'ESECUTIVO HA GIÀ MESSO IN CONTO UNA FLESSIBILITÀ DELLO 0,2% (3,6 MILIARDI) PER LE SPESE "ECCEZIONALI" DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO. COSÌ LO SCOSTAMENTO SAREBBE DI CINQUE DECIMALI, IL MARGINE DI TOLLERANZA. MA CI SONO DUE PRBLEMI…

 

 

  1. UE A ITALIA, DETTAGLI PER STABILIRE SE C'È DEVIAZIONE

 (ANSA) - La Commissione Ue chiede all'Italia "ulteriori informazioni sulla precisa composizione dei cambiamenti del saldo strutturale e gli sviluppi della spesa previsti nella manovra", necessari per "stabilire se c'è un rischio di deviazione significativa dagli aggiustamenti richiesti" nel 2019 e 2020: lo scrive Bruxelles nella lettera all'Italia.

jean claude juncker

 

  1. UE A ITALIA, CHIARIMENTI SULLA MANOVRA ENTRO DOMANI

 (ANSA) - I chiarimenti chiesti dalla Ue all'Italia dovranno arrivare entro domani, "per consentire alla Commissione di tenerli in considerazione prima di dare l'opinione formale" sulla manovra". Lo scrive Bruxelles nella sua lettera.

 

  1. UE A ITALIA, ANALIZZEREMO LA RICHIESTA DI FLESSIBILITÀ

 (ANSA) - La Commissione Ue "prende nota della richiesta italiana di utilizzare la flessibilità prevista" dalle regole del Patto "per prendere in considerazione gli effetti sul bilancio degli eventi eccezionali", e "farà un'analisi approfondita della domanda, considerando i criteri di applicabilità": lo scrive Bruxelles nella lettera all'Italia.

 

 

  1. MANOVRA, I TIMORI UE: DEFICIT FUORI DAI LIMITI E DUBBI SULLE COPERTURE

Marco Bresolin per “la Stampa

 

CONTE JUNCKER

Il lavoro di "limatura" è andato avanti fino alla tarda serata di ieri. Ogni parola è stata pesata, quelle più ambigue tolte. Perché Bruxelles vuole evitare a tutti i costi di scatenare uno scontro con il governo italiano. Ma i conti non tornano e "c' è il rischio di una deviazione significativa" dalle raccomandazioni Ue. È per questo che la Commissione europea non ha potuto fare a meno di evitare di scrivere una lettera in cui chiede chiarimenti al governo italiano. Il testo sarà pubblicato questa mattina sul sito dell' esecutivo Ue, insieme con quelle inviate a Spagna, Belgio, Portogallo (i tre Paesi, causa elezioni, hanno spedito una manovra a politiche invariate) e Francia (la Finlandia l' aveva ricevuta la scorsa settimana).

 

La scrittura (e la riscrittura) del documento si è intrecciata ieri sera con i vari incontri a Palazzo Chigi tra il premier e i rappresentanti delle forze politiche che sostengono il governo, alle quali ha partecipato anche il ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri. Quando il vertice di maggioranza vero e proprio è iniziato, all' ora di cena, la versione definitiva della lettera non era stata ancora spedita a Roma. Certamente le fibrillazioni tra i partiti che sostengono il "Conte2" non aiutano a tranquillizzare l' Ue, preoccupata che gli scossoni politici possano mettere a rischio la tenuta dell' impalcatura della legge di bilancio.

Roberto Gualtieri, Pierre Moscovici, Udo Bullmann

 

Già così, comunque, i numeri inseriti nella bozza di manovra portano l' Italia fuori dal percorso di correzione previsto dalle regole europee. Nel 2020 il governo prevede un peggioramento del deficit strutturale (quello calcolato al netto del ciclo economico e delle misure una tantum) dello 0,14% del Pil, che Roma arrotonda allo 0,1%. Decisamente non in linea con la raccomandazione Ue che chiede di migliorare il saldo strutturale dello 0,6%: lo scarto è pari a 7 decimali di Pil, circa 12,6 miliardi di euro. L' esecutivo ha già messo in conto una flessibilità dello 0,2% (3,6 miliardi) per le spese "eccezionali" relative al piano contro il dissesto idrogeologico. Con questo "bonus", calcola il governo, lo scostamento dalla raccomandazione sarebbe di soli cinque decimali, che è il margine di tolleranza consentito dalla Ue in un anno.

 

Ma ci sono due problemi.

Da un lato la flessibilità non è stata ancora concessa ufficialmente. E dall' altro ci sono i conti del 2019. È vero che l' Ue consente un margine annuo dello 0,5%, ma nel biennio lo scostamento medio non deve essere superiore allo 0,25% annuo. E qui Bruxelles farà notare a Roma che anche nel 2019 c' è una deviazione (seppure inferiore) dalla raccomandazione, che chiedeva un taglio dello 0,6% del deficit strutturale. La Commissione chiede inoltre chiarimenti su alcune misure, in particolare quelle per la lotta all' evasione fiscale.

 

In passato l' invio di queste lettere aveva provocato forti attriti tra Roma e Bruxelles.

giuseppe conte roberto gualtieri 9

Tre anni fa, per esempio, l' allora premier Matteo Renzi aveva bollato la missiva come "una letterina", usando un tono dispregiativo. Dal Tesoro ora sminuiscono il passaggio, derubricandolo a un "normale percorso di dialogo" (e annunciano una risposta entro domani).

 

In realtà si tratta di un atto formale che, potenzialmente, potrebbe portare anche alla bocciatura preliminare della Finanziaria, come successo lo scorso anno con la Manovra del Popolo firmata dal governo Lega-M5S. Diverse fonti assicurano che quest' anno non succederà perché "il clima con il nuovo governo è positivo". Inoltre il prolungamento dell' attuale Commissione farà sì che il giudizio definitivo (atteso entro fine novembre) sarà firmato dall' esecutivo Juncker, in carica per gli affari correnti. Il che alleggerirà la mano di Bruxelles.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)