“FARSA ITALIA” DA BUTTARE - I SERVI SCIOCCHI DEL BANANA CHE HANNO SLINGUATO IL “NAZARENO” E ORA FRIGNANO PER IL TRADIMENTO DI RENZI, FANNO SEMBRARE FITTO UN GRANDE STATISTA - VERDINI E LETTA ACCUSATI DI AVER SPINTO L’EX CAV IN UN VICOLO CIECO
P.D.C. per il “Corriere della Sera”
Per la resa dei conti, o almeno il suo inizio, è bastato aspettare solo due ore. Quelle che separano l’annuncio di Silvio Berlusconi ai suoi grandi elettori — «Non voteremo Mattarella, Renzi ha tradito i patti» — dalla nota durissima di Raffaele Fitto, che chiede «l’azzeramento totale nel partito e nei gruppi parlamentari dopo il totale fallimento politico del Nazareno».
Ha voluto consumarla calda la sua vendetta il capo della minoranza interna. Lui, che da mesi predica un cambiamento di linea, struttura, uomini e regole nel partito, nelle ultime settimane sul patto del Nazareno era stato chiaro: «Renzi non ci darà nulla e noi gli stiamo dando tutto».
L’aveva detto a Berlusconi alla vigilia dell’incontro con Renzi nel quale il Cavaliere aveva deciso di concedere al premier il sì sull’Italicum modificato, quello che azzoppa il centrodestra con il premio di lista: «Fermati, è una pazzia: non puoi andare al Quirinale senza alcuna arma utile alla trattativa. È un suicidio, è pura follia!». Ma Berlusconi non l’ha ascoltato e solo la trentina di frondisti ha protestato ad alta voce, votando contro riforme e legge elettorale.
raffaele fitto silvio berlusconi
Gli altri? Volenti o nolenti si sono allineati, sostenendo che comunque «abbiamo ritrovato centralità». Quegli stessi che ieri si lamentavano per «il tradimento» del premier, minacciando — cominciando da Berlusconi — conseguenze letali sulle riforme. Ma è proprio a loro che Fitto ora chiede il conto: «È impensabile — tuona — che i cultori del Nazareno pretendano come se nulla fosse di travestirsi da oppositori di Renzi. Ora bisogna azzerare tutto».
Non basta insomma alla minoranza interna — che ieri si è riunita e che nei prossimi giorni potrebbe chiaramente fare nuovi adepti — che Berlusconi sia arrivato a stringere la mano all’azzurro D’Anna, fedelissimo di Fitto: «Eh sì, su Renzi avevi ragione tu...». E non basta nemmeno che oggi tutti puntino il dito sugli ovvi «colpevoli» di quello che viene considerato un patto scellerato, Letta e Verdini.
«Vogliamo parlare dei capigruppo? Loro non hanno colpe? E tutti quelli che vivono accanto a Berlusconi a ogni ora e gli dicono sempre e solo sì?» alzano la voce i fittiani, sostenuti in questo anche dall’area più fedele a Verdini, secondo i quali le colpe non sono solo dell’ex coordinatore.
Ma sulla graticola oggi finisce soprattutto lui, assieme a Letta. Additati come i massimi responsabili del disastro, se non gli unici, perfino da un Berlusconi che descrivono «molto irritato» nei loro confronti. Contro di loro partono gli strali anche dei fedelissimi del «cerchio magico» berlusconiano, che spesso avevano annunciato o almeno auspicato un leader più a schiena dritta rispetto ai diktat di Renzi e che contro Verdini avevano spesso puntato il dito.
«Chiaro che dovremo fare delle riflessioni su come è stata gestita tutta questa partita, ma serve tempo. Ad oggi è chiaro che si tratta di una sconfitta, ma aspettiamo il novantesimo per giudicare per bene...» profetizza Maurizio Gasparri. È arduo capire ora cosa potrà succedere, se veramente salteranno teste o se a un redde rationem pubblico non si arriverà mai. Ma il rischio è lo sbandamento generale, se è vero che FI è una polveriera dove tutti scaricano le colpe su tutti, ben sapendo che il responsabile ultimo è comunque il capo.
Lui che ieri sera se n’è tornato ad Arcore per svolgere il suo compito di assistenza a Cesano Boscone, oggi. Lì rimarrà per il weekend, non è stata concessa la deroga all’obbligo di permanenza a Milano che aveva richiesto. Un altro colpo al suo morale di sconfitto. Si aspettava una consacrazione, si ritrova con un mare di macerie attorno e la speranza di un colpo di scena che trasformi l’incubo in favola. Difficile, molto difficile.