IL PRINCIPE DEL FORO TITTA MADIA LA BUTTA LA’: “TROVEREI ANOMALO CHE QUALCUNO DALLA CORTE D’APPELLO DI MILANO TELEFONI AL PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE…”

Dino Martirano per "Il Corriere della Sera"

Titta Madia, avvocato cassazionista di lungo corso (di recente ha difeso, tra gli altri, anche l'ex Guardasigilli Clemente Mastella e l'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari) dice di esser basito al pari del suo illustre collega Franco Coppi: «Pare che il ricorso fosse arrivato in Cassazione solo 10 giorni fa... E a me, in tanti anni di professione, non è mai capitata una cosa del genere. Tanta fretta non si era mai vista nel fissare un processo in Cassazione».

I giudici della Cassazione sono comunque ben attrezzati per calcolare il termine della prescrizione, parziale o totale, che ammazza i processi.

«In questo caso il calcolo della prescrizione era molto complesso e dipendeva dai periodi di sospensione che erano numerosi. La cosa che più mi sorprende, però, è che questa decisione sia stata provocata, a mio vedere, da un articolo giornalistico molto meticoloso apparso sul Corriere ».

Sempre colpa dei giornali insomma. Ma qual è l'iter al quale andate incontro a Piazza Cavour lei e i suoi colleghi?

«Quando arriva un ricorso in Cassazione questo va direttamente al cosiddetto spoglio. È un ufficio composto da magistrati che filtra e seleziona i ricorsi. È un'operazione che abitualmente viene fatta molto sommariamente: si guarda il capo di imputazione, si guarda la data di prescrizione e poi il fascicolo segue il suo iter.

Se dal capo di imputazione si desume che c'è una prescrizione dopo venti giorni, il processo può essere fissato immediatamente. Ma in questo caso dal capo di imputazione non si desumeva tutto ciò. Anzi, la data di prescrizione poteva essere compresa solo dopo aver fatto un calcolo conseguente alla lettura di centinaia di pagine di verbale».

Quindi, lei esclude che in questi dieci giorni a piazza Cavour qualcuno abbia avuto l'ingegno di procedere al calcolo, seppure complesso, della prescrizione intermedia del processo Mediaset in cui è imputato l'ex presidente del Consiglio?

«Il ricorso è arrivato in Cassazione dieci giorni fa ma non era stato ritenuto urgente all'ufficio spoglio che, ripeto, procede a un esame molto sommario degli atti».

Così, stando alla sua esperienza, questo calcolo non era stato fatto dall'ufficio spoglio.

«È molto difficile che sia stato fatto. L'ufficio spoglio fa un esame sommario e non può andare a vedere centinaia e centinaia di pagine di verbale. Non hanno tempo di fare questa operazione e di verificare tutte le sospensioni che ci sono state nella storia del processo».

Il processo Mediaset è stato assegnato alla sezione feriale che è composta da giudici penali e da giudici civili scelti seguendo un criterio di disponibilità e di anzianità. È presumibile che il primo presidente della Corte abbia chiesto di calcolare al millimetro, e con una certa celerità, i termini di prescrizione di un processo così noto?

«Sicuramente sì, ci mancherebbe pure... Però questo calcolo non viene fatto, normalmente, dall'ufficio spoglio che è il primo avamposto chiamato a prendere visione del ricorso».

Secondo lei, senza clamore, quale avrebbe dovuto essere l'iter neutrale della Cassazione?

«Si sarebbero dovuti prendere la briga di fare il calcolo solo quando - come sembrava a novembre o a dicembre - era previsto l'intervento del giudice relatore. È del giudice relatore, infatti, il compito di studiare con attenzione il ricorso: solo lui, dopo aver visionato tutti i verbali, può realisticamente fare calcoli così complicati».

Che giudizio dà ai contatti tra gli uffici giudiziari milanesi e la Corte di Cassazione?

«Troverei anomalo che qualcuno dalla Corte d'Appello di Milano telefoni al presidente della Cassazione. Normalmente i magistrati comunicano con gli atti».

Quindi, tanta velocità non si era mai vista.

«Guardi, può avvenire una cosa del genere per un detenuto in scadenza di termini. Allora sì che c'è una procedura di assoluta urgenza. Non era mai accaduto per un processo di questo genere. E tenga conto che in Cassazione vengono dichiarati prescritti innumerevoli reati. Succede ogni giorno».

 

 

TITTA MADIA TITTA MADIA Avvocato i giudici riuniti in cassazione cassazioneFRANCO COPPI Berlusconi in tribunale SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?