romano prodi

PRODI PRENDE PER IL NASO RENZI E PISAPIA: “SONO EQUIDISTANTE FRA LE DUE SINISTRE” - VEDE I DUELLANTI, MA LAVORA PER TORNARE A PALAZZO CHIGI, NONOSTANTE LE SMENTITE – MATTEO PRONTO AD AFFOSSARE OGNI TENTATIVO DEL MORTADELLA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

 

1. I GIOCHETTI DEL PROFESSORE

 

Massimo Franco per il Corriere della Sera

prodi pensionatoprodi pensionato

 

Più si schermisce, più Romano Prodi rischia di assumere un ruolo centrale nel centrosinistra del futuro. Quasi certamente non come candidato a Palazzo Chigi. Semmai, come «padre nobile» e, se possibile, «ricucitore» di un' area lacerata da divergenze politiche e rancori personali.

 

Ha incontrato sia Giuliano Pisapia, proiettato verso la creazione di una sinistra alternativa al Pd, sia l' ex premier e segretario dem, Matteo Renzi: a sottolineare un' equidistanza che suona come critica a quanti, nei due tronconi del suo schieramento, ragionano in termini di scontro e di conflitto.

PRODI BERSANIPRODI BERSANI

 

Non solo. Ieri, al Senato, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha reso un omaggio a Prodi quasi deferente, spiegando che sulla Cina e la politica estera «è un punto di riferimento. E approfitto di essergli amico per chiedergli qualche dritta». Insomma, si tratta di una presenza ingombrante: forse, più che per volontà dell' ex presidente della Commissione Ue, per il malessere e la crisi di leadership vissuti a sinistra.

 

È curioso che poco dopo le parole di Gentiloni sulla dimestichezza prodiana sui temi internazionali, Renzi abbia voluto far sapere che non ieri ma mercoledì aveva incontrato anche lui un esponente del Partito comunista cinese, dopo Gentiloni. Sono indizi di una competizione sottotraccia non tanto per la leadership governativa, ma per definire la fisionomia del centrosinistra di qui alle elezioni; e soprattutto in seguito.

 

PRODI RENZIPRODI RENZI

Prodi è l' espressione di una strategia che ha come bussola il maggioritario, come obiettivo una coalizione che unisca le componenti della sinistra, e come primo avversario il centrodestra di Silvio Berlusconi. Sotto questo aspetto, si indovina una sintonia con l' ex sindaco di Milano, Pisapia: una persona alla quale il Prodi premier chiese di diventare il ministro della Giustizia. Eppure, il fondatore dell' Ulivo si terrà lontano dalla manifestazione del suo gruppo nascente il 1° luglio a Roma. Non vuole diventare argomento di ulteriore divisione, né crede a ritorni al passato.

 

GENTILONI PRODIGENTILONI PRODI

In più, rispetta la leadership di Renzi nel Pd come l' unica che finora si sia manifestata e affermata. La sensazione, tuttavia, è che ritenga gli ultimi mesi della sua segreteria una collezione di errori; e che tema un ulteriore calo del Pd, a cominciare dai ballottaggi alle Comunali del 25 giugno.

 

E comunque, non ha nascosto la contrarietà alle aperture di Renzi a Forza Italia come alleato di governo dopo il voto: soprattutto se, come sembra, prevalesse la spinta al sistema proporzionale e non fossero possibili maggioranze omogenee in Parlamento. La cerchia renziana ha già cominciato a martellare. Intuisce che il ruolo di Prodi cresce, come referente di fatto in nome dell' unità: così forte da oscurare il segretario, e da ostacolare il suo progetto e la sua voglia di tornare a Palazzo Chigi. Anche perché Gentiloni è già lì.

 

2. PURE IL DUCETTO ASSAGGIA MORTADELLA. MA NON GLI PIACE

 

Fabio Martini per la Stampa

 

BERLUSCONI ENTRA AL NAZARENOBERLUSCONI ENTRA AL NAZARENO

La sequenza tra i viottoli del centro di Roma racconta il "nuovo" Prodi, l' uomo che a 77 anni è diventato il personaggio più ricercato dai leader progressisti, quasi che la sua benedizione sia diventata il viatico per la "salvezza" politica dei suoi interlocutori. Sono le sei del pomeriggio, siamo a piazza Sant' Eustachio, a due passi dal Senato: il Professore, appena uscito da un convegno sulla Cina, cammina, un gruppo di signore lo saluta con calore e una moto inchioda, un ragazzo si toglie il casco e urla: «Forza Romano!».

 

Lui sorride e si siede a mangiare un toast dopo 48 ore condotte a passo di carica e segnate da due incontri politici che lo hanno riportato alla stagione di quando il capo era lui: due giorni fa Prodi ha incontrato Giuliano Pisapia e ieri si è visto con Matteo Renzi, che gli aveva sollecitato un incontro.

 

bersani pisapiabersani pisapia

E ora, seduto ad un tavolino, il Professore tira le somme di questa inattesa sequenza: «Con Renzi è stato un incontro lungo e cordiale e idem con Pisapia. Bisogna lavorare per l' unità ma purtroppo c' è il rischio dello stallo totale se si continua nella logica per la quale uno immagina che comunque il presidente del Consiglio lo farà lui, mentre gli altri immaginano che Renzi mai e poi mai potrà assumere la guida del governo».

 

E a chi gli chiede che effetto gli faccia essere diventato in pochi giorni l'"oggetto del desiderio" dei capi attuali del centrosinistra, il Professore sorride: «L' essere ricercato ha come madre la grande confusione esistente e come padre l' essere disinteressato e quindi non pericoloso!». Prodi minimizza ma la sequenza delle ultime 48 ore è eloquente: Renzi e Pisapia, avviati a contendersi gli stessi elettori con due liste contrapposte, hanno chiesto lumi al Professore, che si è ritirato dalla politica attiva dieci anni fa.

 

RENZI 
PRODI
RENZI PRODI

Il primo approccio tre sere fa. Pisapia, dopo aver registrato una trasmissione nella quale aveva detto che sarebbe bello se Prodi potesse federare il centrosinistra, ha capito quanto infelice fosse stata la battuta e ha telefonato al Professore, anticipandogli tutto. E Prodi, scherzando, gli ha detto: «Ma il capo sei tu!». Una battuta in privato, non un' investitura, perché Prodi - per quanto tirato da tutti - per il momento non intende parteggiare per nessuna delle parti in campo.

 

E proprio questa era una delle curiosità più brucianti di Renzi: fino a che punto intende spingersi il Professore? E infatti è stato il segretario del Pd a chiedere a Prodi di vedersi. Il Professore ha acconsentito, ma chiedendo a Renzi di andare a trovarlo: all' hotel Santa Chiara dove alloggia durante i soggiorni romani. All' incontro era presente anche Arturo Parisi, l' ideologo del bipolarismo e dell' Ulivo, che vede a rischio-eutanasia il progetto di una vita e proprio per questo "puntella" quei brandelli di maggioritario che ancora si possono tenere in vita. E proprio su questo terreno si è trovato un punto di intesa.

PRODI RENZIPRODI RENZI

 

Ha detto Renzi: «Romano, a questo punto modificare in modo significativo la legge elettorale sarà difficile, ma dobbiamo costruire una lista che punti al 40 per cento e ci consenta al di prendere il premio di maggioranza e di governare da soli». Una soluzione "ulivista" che piace a Prodi ma una lista di quel tipo passa attraverso un cartello, altamente improbabile date le tensioni in campo, con Pisapia-Bersani. Ed è per questo che ieri sera, tornando a Bologna, Prodi vedeva il rischio dello «stallo totale».

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