PDL IN POLVERINI, PD ALL’ATTACCO - PER VINCERE A MANI BASSE, IL CANDIDATO IN PECTORE A SINDACO DI ROMA, ZINGARETTI, VIENE DIROTTATO ALLA REGIONE - PER GOVERNARE IL CAMPIDOGLIO BERSANI NON OSA LANCIARE UN DEMOCRAT: DEVONO ACCONTENTARE CALTARICCONE E IL VATICANO - IN POLE, TRE TECNICI: IL PIO ANDREA RICCARDI, POI LA CALTA-SEVERINO E LA PREFERITA DI MONTI CON LA VOCE DI TINA PICA, NONNA CANCELLIERI…

1 - LA MOSSA DI GASBARRA E ZINGARETTI PASSA DAL COMUNE ALLA REGIONE...
Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera - edizione Roma"

«Ho chiesto la disponibilità di Nicola Zingaretti per fronteggiare l'emergenza democratica alla Regione Lazio. Chiedo il mandato per proporre alla coalizione di opposizione di poter mettere a disposizione questa straordinaria risorsa che può guidare il nuovo percorso costituente della Regione».

Alla direzione regionale del Pd, il segretario Enrico Gasbarra ufficializza uno schema trattato da giorni, quello di dirottare uno dei nomi più forti a disposizione sul Lazio: il «regista» dell'operazione, Gasbarra, ci lavora da tempo, e l'annuncio dato nell'affollatissima assemblea di Sant'Andrea delle Fratte è solamente la formalizzazione di ciò che era già stato discusso con pezzi importanti del partito nazionale, parlamentari eletti qui, da Massimo D'Alema a Walter Veltroni. Ovviamente, Gasbarra martedì ne ha parlato anche con Nicola Zingaretti: ufficialmente il presidente della Provincia ci sta ragionando, ma è chiaro che - visto l'evolversi della situazione, i passi ufficiali mossi dal partito - il suo è, a oggi, il nome del candidato di centrosinistra alla Regione Lazio.

Nell'intervento, Gasbarra ha indicato qualcosa in più del nome di Zingaretti: ha chiesto «primarie nel Lazio» - se ve ne sarà il tempo - e anche quelle per scegliere i parlamentari, sia deputati sia senatori. Si è rivolto a tutti: «Vi chiedo di mettervi in campo con uno spirito che prescinde da posizioni individuali - ha detto -. Tutti devono servire questo percorso». Perché, ha detto, la riconquista del Lazio è «l'obiettivo prioritario».

Nel passaggio dedicato Zingaretti, in realtà, ha accennato anche alle possibili alleanze: «Vi chiedo il mandato - ha detto rivolgendosi ai componenti della direzione - per proporre alla coalizione di opposizione, che è il nostro perimetro riferimento, di poter mettere a disposizione questa straordinaria risorsa che può guidare il nuovo corso di cambiamento e di stagione costituente di questa istituzione».

Dunque, se il perimetro è quello di chi era all'opposizione nel Lazio la coalizione apparirebbe chiusa all'Udc. Ma è bene notare anche le sfumature, perché Gasbarra dice e ripete che «non si cercano alleanze con le sigle, con gli acronimi» e che «il progetto è aperto alla conquista dell'area moderata».

E poi, inevitabilmente, il discorso con l'Udc è legato ad altri due piani: quello nazionale, e quello romano. In Campidoglio, ad esempio, il perimetro della coalizione di opposizione è più largo, e include anche i centristi. In ogni caso, non più tardi di due giorni fa lo stesso Nicola Zingaretti aveva chiesto di andare «subito al voto», ed è innegabile che la data del voto rischi di essere un fattore decisivo per molti aspetti di questa fase: perché Zingaretti è sì pronto a fronteggiare «l'emergenza democratica nel Lazio» ma di emergenza deve trattarsi, perché certo sarebbe difficile spiegare un cambio di campo se i tempi per le elezioni fossero diluiti come chiesto dal centrodestra.

Poi, certo, non appena in direzione Gasbarra ha annunciato questa possibilità sono stati in molti, nel partito, ad applaudire. Al tempo stesso però in Regione sono scattate le precisazioni. Quella dell'Italia dei Valori, con il segretario Vincenzo Maruccio: «La soluzione Zingaretti non può essere accettata a scatola chiusa, prima bisognerà discutere chi siamo e cosa andiamo a fare, ossia è necessario discutere di coalizione e di programmi. La proposta di Gasbarra mi pare positiva dal momento che ha delimitato la coalizione alle forze che hanno fatto opposizione alla Pisana».

Sel, con l'ex assessore al Bilancio Luigi Nieri: «Questa è una novità, per cui aspettiamo la proposta. Ribadisco comunque che resta il tema di come si circoscrive la coalizione». Per Sel, c'è una sola certezza: «La coalizione in Regione non può che essere senza Udc. In ogni caso, per noi la cosa migliore sono le primarie». Già da oggi cominceranno le riunioni: «La prima sarà con i capigruppo e i segretari regionali».

Intanto, quello che per identikit politico sembra il naturale candidato per il Campidoglio, Andrea Riccardi, sorride: «Se un segretario di partito mi chiedesse di candidarmi ne discuteremmo, e a lui risponderei sì o no. Per ora sono solo chiacchiere. E poi non mi piace la logica del toto nomine: spostare un nome di là, liberare una casella, metterci un altro nome... Credo che su questa cosa ci si debba ragionare tutti insieme pensando al bene di Roma».

2 - RICCARDI, CANCELLIERI E SEVERINO SCOCCA L'ORA DEI TECNICI...
Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera - edizione Roma"

I tecnici alla conquista del Campidoglio. Nella giornata in cui si spostano gli equilibri del centrosinistra, spuntano i candidati tecnici. Cioè i ministri del governo Monti: Paola Severino sponsorizzata dai centristi dell'Udc, forte della battaglia per l'anti-corruzione? Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, già più volte ipotizzata e apprezzata anche nel centrodestra?

Il nome che non può essere sottratto a questo schema è, ovviamente, quello del ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, che piace tanto al Pd. Il quale forse non per caso, ieri, a chi gli chiedeva se pensava di accettare di candidarsi come sindaco della città, risponde prima criticando la logica dei nomi spostati da una casella all'altra, e poi aggiungendo: «Credo che su questa cosa ci si debba ragionare tutti insieme pensando al bene di Roma».

Al momento, ufficialmente, nel Partito democratico tutti sostengono che «non è ancora tempo di immaginare il candidato per la città, nel Lazio c'è un'emergenza democratica e quella affrontiamo schierando il nome migliore». E però è innegabile che l'operazione Zingaretti alla Regione può considerarsi la metà del gioco: rimane da stabilire, dunque, il nome dello sfidante di Alemanno per il Campidoglio. Nei giorni scorsi si era a lungo parlato della soluzione Riccardi: in grado di accontentare tutti, da Sinistra ecologia e Libertà fino all'Udc, che in Campidoglio, durante questa consiliatura, è sempre rimasta all'opposizione.

Più difficili, ma non da escludere, le candidature degli altri due ministri: Severino che sul piano nazionale incassa il decreto anticorruzione, pure se meno severo di come era stato inizialmente immaginato. E poi c'è Annamaria Cancellieri, che bene ha fatto come ministro dell'Interno. Soluzioni, ipotesi, trattative: ciò che è certo è che è impensabile spostare Zingaretti senza avere già un nome da schierare, quando sarà il momento, nella partita più importante. Ovviamente, si tratta di un nome importante, pesante: e certamente in grado di unire le varie anime della coalizione.

 

 

ANDREA RICCARDI Nicola Zingaretti gianni alemanno ALEMANNO E POLVERINI PAOLA SEVERINO MINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI MASSIMO DALEMA E WALTER VELTRONI jpeg1md83 enr gasbarra mo

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)