vladimir putin

“PUTIN È CONVINTO CHE L'OCCIDENTE SIA OGGI PIÙ DEBOLE CHE MAI. MA IL SUO COMPORTAMENTO DERIVA DA UNA PARANOIA ANTIAMERICANA” - ADAM MICHNIK, DIRETTORE DEL QUOTIDIANO POLACCO "GAZETA WYBORCZA" E LEADER DI SOLIDARNOSC NEL 1989 (PARTECIPÒ ALLA TAVOLA ROTONDA CHE POSE FINE AL GOVERNO COMUNISTA IN POLONIA) PREVEDE UNA “PICCOLA GUERRA” MA NON SUBITO: "PUTIN “QUALCOSA FARÀ: E' COME UNA BICI SE NON SI MUOVE, CROLLA”

Testo di Irena Grudzinska Gross pubblicato da il Corriere della Sera

 

 

putin

«Putin è certamente convinto che l'Occidente sia oggi più debole che mai. Ma il suo comportamento deriva anche dalla sua paranoia antiamericana. Putin pensa che qualsiasi cosa facciano gli americani sia contro la Russia. Credo che Biden non si sia fatto troppe illusioni sulla Russia di Putin. Intende essere realista e non vuole la guerra, ma rifiuta la politica della pacificazione e della ritirata».

 

Così Adam Michnik, direttore del quotidiano polacco Gazeta Wyborcza e leader di Solidarnosc nel 1989: partecipò alla tavola rotonda che pose fine al governo comunista in Polonia. Che obiettivi ha Putin?

«Ha mirato a qualcosa quando ha iniziato ad ammassare le truppe, ma si è imbattuto in qualcos'altro. Forse ha calcolato che l'Occidente e Biden fossero nei guai, e che quello fosse il momento di entrare in gioco. Non si aspettava una risposta decisa dall'Occidente. Non vuole uno scontro militare totale, ma come ci ricordano le persone sagge, nessuno voleva nemmeno la Prima guerra mondiale».

 

Crede che il pericolo sia immediato?

Adam Michnik

«Penso che Putin non attaccherà apertamente ma applicherà tattiche russo/sovietiche profondamente radicate. Si tratterrà durante la mobilitazione dell'opinione pubblica in Occidente e attenderà che il mondo intero tiri un sospiro di sollievo per aver evitato il conflitto. Ricordiamoci che questo è ciò che è accaduto nel 1968 in Cecoslovacchia. L'invasione sovietica di agosto avvenne tre settimane dopo l'incontro durante il quale Dubcek e Breznev si erano abbracciati. Sembrava che la crisi fosse stata scongiurata».

 

Come valuta l'approccio dell'Europa verso la Russia?

«L'Europa si comporta in modo ragionevole, forse non troppo eroicamente. Certo, i tedeschi sono i più cauti, ma è comprensibile. Uno Stato che ha un peso storico come l'era nazista di Hitler deve essere prudente. Non me la sento di criticare la Germania. Una volta un leader politico tedesco mi chiese: "Adam, dimmi la verità, cosa ti allarmerebbe di più, una Germania troppo pacifista o troppo militarista?". Non ho risposto».

putin

 

La posizione dell'estrema destra europea sembra essere pro Putin.

«Forse è un'alleanza occasionale, ma non c'è dubbio che sia Vox che il Front National di Le Pen siano coinvolti in alcuni prestiti finanziari del Cremlino. Ma sarebbero antieuropeisti anche senza i soldi russi. Il progetto europeo, con tutte le sue colpe, la corruzione e la debolezza, è un progetto liberale, che rispetta la democrazia e la libertà individuale. Non vogliono un progetto del genere. Ci sono persone in Europa e negli Usa a cui non piace la democrazia. Lo si è visto negli slogan che hanno accompagnato la rivolta dei sostenitori di Trump a Capitol Hill il 6 gennaio 2021. Una società che ha vissuto a lungo sotto un regime democratico diventa suscettibile alla fatica della democrazia: la convinzione che la democrazia sia edonistica, non esprima valori più elevati.

 

Vladimir Putin

Un tale sentimento funziona come un gas nocivo. Le persone perdono la ragione. Alcuni si convincono che lo scopo della loro vita è morire per la patria, per la fede e così via». Ha detto che Putin rinvierà l'invasione. «In Russia, di fatto, tutto dipende da un uomo. Quando dico "tutto", penso alle decisioni. Stalin, almeno formalmente, era limitato dal politburo. Putin è onnipotente, un monarca assoluto, un Cesare. Ma sono convinto che dopo 22 anni al potere Putin, qualunque fosse il potenziale della sua leadership ora si è esaurito. E poiché non esiste un meccanismo per un cambiamento pacifico al Cremlino, non resta che il cupo slancio del continuo decadimento.

 

tensione russia ucraina

È come una bicicletta, che deve andare avanti per rimanere in piedi. Bisogna vedere quando si fermerà e in che modo cadrà. Qualcosa deve succedere, perché Putin vuole restare in piedi. Quindi, sceglierà quelle che i russi chiamano "piccole guerre vittoriose". Può essere Kharkiv, Odessa, Moldavia, Kazakistan, proprio come è stato con la Crimea. È un po' quello che succede con gli stupefacenti: euforia, seguita dal desiderio di un'altra dose».

 

Pensa che ci sia una spinta interna russa verso l'attacco?

«Il regime è preoccupato, incerto, non sa cosa potrà succedere. Si potrà andare avanti così per qualche tempo; è una stabilità in decadimento. Ricordiamoci com' era andata con Breznev. Anche allora tutti sapevano che l'uomo in carica era una mummia ambulante, eppure lo tennero fino alla fine perché il sistema sovietico non aveva un meccanismo affidabile per portare il cambiamento. Per questo è impossibile prevedere cosa accadrà con Putin e la Russia. Ma qualcosa accadrà».

tensione russia ucraina 18TENSIONE RUSSIA UCRAINA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND GIORGETTI, TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?