xi jinping giorgia meloni joe biden

QUANTO CI COSTERA’ LASCIARE LA VIA DELLA SETA? - NEGLI ULTIMI ANNI LE ESPORTAZIONI NOSTRANE VERSO LA CINA SONO CRESCIUTE: DAI 13 MILIARDI DI EURO DEL 2019 SI È PASSATI AI 16,4 DELLO SCORSO ANNO, RENDENDO LA CINA IL SETTIMO MERCATO DI DESTINAZIONE PER L’ITALIA - NEL FRATTEMPO SONO INVECE ESPLOSE LE IMPORTAZIONI DI MERCE CINESE IN ITALIA: DAI 31,7 MILIARDI SIAMO PASSATI AI 58,5 DEL 2022 - SETTORI COME L'ELETTRONICA, L'ABBIGLIAMENTO E I MACCHINARI (QUELLI CHE HANNO SEGNATO L'INCREMENTO MAGGIORE NEGLI ULTIMI ANNI) POTREBBERO RISENTIRNE…

IL NODO “VIA DELLA SETA”: IN 4 ANNI BENEFICI RIDOTTI

Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

meloni xi jinping

[…] Entro la fine dell'anno Giorgia Meloni volerà a Pechino per incontrare Xi Jinping e, sperando di non spaccare del tutto i rapporti commerciali e strategici con la Cina, comunicherà la decisione italiana di lasciare l'accordo siglato durante il governo Conte I mantenendo però l'ormai tradizionale vicinanza economica con il colosso asiatico.

 

[…] negli ultimi anni le esportazioni nostrane verso la Cina sono cresciute ma, secondo i vertici dell'esecutivo, bisogna comprendere se in maniera sufficiente da giustificare un partnership strategica vincolante. Dai 13 miliardi di euro del 2019 si è passati ai 16,4 dello scorso anno, rendendo la Cina il settimo mercato di destinazione per noi. Nel frattempo sono invece esplose le importazioni di merce cinese in Italia: dai 31,7 miliardi siamo passati ai 58,5 del 2022.

conte xi jinping

 

Insomma il deficit commerciale con Pechino è più che raddoppiato. Numeri parzialmente compensati da quelli dei primi tre mesi di quest'anno, con l'export cresciuto del 92,5 per cento anche se solo per una ragione specifica: la compressa anti-Covid Paxlovid viene prodotta da Pfizer in un impianto di Ascoli Piceno. Al netto di questo exploit però, nel caso in cui non si riuscisse ad individuare una formulazione che non incrini i rapporti tra Roma e Pechino, settori come l'elettronica, l'abbigliamento e i macchinari (quelli che hanno segnato l'incremento maggiore negli ultimi anni) potrebbero finire con il risentire della delicata mossa geopolitica.

 

MELONI XI JINPING 45

Inevitabile quindi che - specie su chip e componentistica elettronica di varia natura - si sostituisca una dipendenza con l'altra. E ovviamente, accanto a Giappone e Taiwan, l'indiziato numero uno per quest'ultima sono proprio gli Stati Uniti, critici al punto con la Belt Road Initiative da definirla […] un sistema di penetrazione nei Paesi occidentali. Il Global Times, giornale vicino a Xi Jinping scrive: «L'Italia sbaglia i conti se pensa di poter ottenere qualcosa dagli Usa sacrificando la Via della Seta».

 

In ogni caso è la stessa Washington che preferirebbe che le relazioni bilaterali tra i paesi europei e Pechino, non subissero grossi scossoni in nome della moderazione incardinata con la strategia di de-risking abbracciata ormai da qualche mese. Non a caso nello statement condiviso da palazzo Chigi e Casa Bianca trova spazio una sorta di patto di consultazione nei rapporti bilaterali e strategici rispetto «a opportunità e sfide» poste dalla Cina. Non solo, l'intesa riguarda anche l'IndoPacifico. Nel giorno in cui gli Usa hanno annunciato un nuovo pacchetto di armi a Taiwan, Biden ha «salutato con favore l'intensificarsi della presenza italiana nella regione» […]

 

MICHELE GERACI

Dall’account Twitter di Michele Geraci, ex sottosegretario del governo Conte I e uno dei principali negoziatori dell'accordo sulla Via della Seta

 

Stamattina su  @OmnibusLa7 ho dovuto perdere del tempo a correggere lei esattezze di altri ospiti

 

Giornalista del @ilfoglio_it dice che in Europa oltre all’Italia, sono nella #ViaDellaSeta solo Portogallo e Ungheria:

 

FALSO: sono 14/15 in paesi che sono sia nella Via Della Seta che nella #NATO che nella #UE

 

Un tal Giubelei dice che con il memorandum rischiamo di svendere i nostri porti alla Cina

 

giorgia meloni xi jinping

FALSO: i nostri porti al contrario di quelli greci non si possono vendere e quindi non si possono svendere. L’ospite insiste citando l’accordo tra il porto di Trieste il porto di Amburgo non capendo che l’investimento del porto di Amburgo non è sul porto di Trieste, mai una piattaforma logistica, che è cosa ben diversa. Un altro cosa che non aveva capito. E comunque l’investimento di Amburgo era cosa a cui mi sono opposto con veemenza perché sui porti la Germania è nostro concorrente diretto, la Cina no. Ma questo non riuscivo a spiegarglielo

 

L’analista dell’indipendente Atlantic Council sostiene che altri paesi europei come Francia in Germania negli ultimi anni hanno aumentato l’export verso la Cina più di noi e senza avere firmato MoU

 

FALSO: negli ultimi quattro anni il nostro export verso la Cina è cresciuto dell’11% (addirittura +20% fino al 2021, anno prima del lockdown in Cina) mentre quello della Francia della Germania del 2% e del 3%

 

E difficile dibattere con chi non sa di cosa parla, né è a conoscenza dei fatti, dei numeri, delle regole, ma parla a frasi fatte a slogan

 

Ringrazio

@La7tv  per il gentile invito e par la conduzione della trasmissione (nonostante gli ospiti non fossero preparati)

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....