1. DA QUASI-GALEOTTO A STATISTA: L’ETERNO RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO. “POTREI PRESIEDERE LA CONVENZIONE PER LE RIFORME”. È TORNATA LA BICAMERALE! (LETTA TREMA) 2. UN MESE FA SI FACEVA IL COUNTDOWN SULLE CONDANNE. POI SONO PASSATI NAPOLITANO E LA CONSULTA, E ORA VUOLE “DECIDERE LA NUOVA ARCHITETTURA DELLO STATO” 3. AMNISTIA E INDULTO, GIÀ PRONTI I GRIMALDELLI PER SALVARE B. DALL’INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI. MA SERVONO I 2/3 DELL’AULA, E SI CERCA UN ALTRO “SALVACONDOTTO”

1 - BERLUSCONI, ESTREMA SINISTRA GIOCA COL FUOCO
(ANSA) - "Va stigmatizzato chi nell'estrema sinistra ha preso il pretesto del gesto di un uomo disperato per lanciare accuse deliranti alla politica e ai politici. Quando si gioca con il fuoco parlando di assalto alle istituzioni e inveendo contro tutto e tutti succedono cose come questa". Lo afferma Silvio Berlusconi, ospite del programma 'La Telefonata'.

2 - BERLUSCONI, POTREI FARE PRESIDENTE CONVENZIONE RIFORME
(ANSA) - "Immagino di sì, ho avuto modo per nove anni di verificare come davvero il Paese non sia governabile. Va modificata l'architettura dello Stato e vanno dati più poteri al premier, che non può cambiare ministro né usare lo strumento del decreto legge come fanno gli altri colleghi europei". Risponde così Silvio Berlusconi, alla possibilità che possa essere lui a presiedere la Convenzione per le riforme.

3 - BERLUSCONI, DA LETTA IMPEGNO SU 8 PUNTI PDL
(ANSA) - "Il governo Letta deve approvare subito le misure di rilancio e sviluppo del nostro programma e che abbiamo illustrato in campagna elettorale, come l'abolizione dell'Imu, la revisione dei poteri di Equitalia e l'abbassamento della pressione fiscale. Sono punti irrinunciabili e Letta si è impegnato a realizzarli e a citarli nel suo discorso di oggi". Lo afferma Silvio Berlusconi a proposito dell'appoggio del Pdl al governo.

4 - GOVERNO: BERLUSCONI, CI SODDISFA; SPERO SIA DI PACIFICAZIONE
(ANSA) - "Abbiamo trattato per la formazione del governo senza porre alcun paletto e lo abbiamo formato in poco tempo dopo che altri hanno perso due mesi. E' un governo che ci soddisfa e spero posa essere di pacificazione tra du8e forze che si pensava non potessero collaborare".

Berlusconi ritiene che sia assolutamente necessario pacificare il Paese. "Ci sono state nel passato troppe lacerazioni e un Paese come il nostro deve porsi come obiettivo quello di arrivare al bipolarismo sul modello americano, dove ci sono due partiti che si contrappongono e dove nessuno ha il timore prima di un'elezione, che se vanno al governo gli altri si debbano sopportare ingiustizie. Questo - conclude l'ex premier - credo sia l'obiettivo".

5 - GOVERNO:BERLUSCONI,SE FALLISCE? COLPEVOLE NE SUBIRA' LA PENA
(ANSA) - "Se ci fosse un fallimento del governo si dovrebbe andare a elezioni e chi si fosse assunto la colpa ne subirà la pena. E io credo che per il colpevole sia difficile presentarsi al giudizio degli elettori. Da parte nostra c'é il reale proposito di farlo lavorare, speriamo anche da parte degli altri. Avendo una fortissima maggioranza spero possa avere una vita duratura per poter approvare tutte le riforme, economiche e costituzionali".


6 - BERLUSCONI VUOLE LE RIFORME "A NOI LA CONVENZIONE"
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

«Io so bene cosa si prova a subire il gesto di follia di un pazzo, ora bisogna dare risposte ai cittadini». È il Cavaliere versione «statista» che non ti aspetti, che non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi che qualcuno dei suoi non voti la fiducia oggi e domani. I cinque ministri Pdl, invitati a colazione a Palazzo Grazioli per festeggiare il varo del governo, ascoltano per oltre tre ore inviti alla moderazione e all'impegno nella squadra di Letta che, in questi termini, anche loro non si attendevano.

E il via libera da qui a breve della Convenzione per le riforme, che il partito intende guidare, darà nelle sue intenzioni il sigillo e la garanzia di durata dell'esecutivo. «Da due mesi ripetevo che occorreva un esecutivo di larghe intese e tanto più dopo quel che è successo poco fa ne sono convinto » gongola Silvio Berlusconi. A tavola, al primo piano di Grazioli, siedono Angelino Alfano (che arriva in ritardo dopo aver seguito gli sviluppi della sparatoria), Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin e poi due dei registi dell'operazione, Denis Verdini e Gianni Letta (che poi lascerà il Palazzo in taxi).

Si è appena concluso il primo Consiglio dei ministri. «Bisogna recuperare la fiducia dei cittadini - li catechizza l'ex premier durante un lungo pranzo da giorno di festa, per nulla parco come i soliti - La priorità adesso è mettere a posto i conti e questo clima dovrete stemperarlo voi con i fatti». Proprio lui invita a non alzare i toni: «Il governo non deve sembrare sotto ricatto, non esistono due linee nel Pdl, né falchi né colombe». I falchi sono assenti e Brunetta, ministro mancato e assai risentito, il più riottoso nel partito, raccontano sia stato richiamato personalmente da Berlusconi.

Convinto com'è che «sulla riduzione della pressione fiscale e sull'Imu già nel discorso alle Camere il premier Letta darà dei segnali». Detto questo, dice ai suoi ministri, «noi su quei punti non cederemo». Ma non c'è un termine oltre il quale scatterà la tagliola. Musica per le orecchie del vicepremier Alfano e degli altri del team. E la Convenzione per le riforme, sorta di mini assemblea costituente, è l'altra scommessa.

«Sarà la via attraverso la quale raggiungere la riforma presidenziale, noi ci puntiamo molto e dobbiamo avere un ruolo dopo che il Pd ha occupato tutto» detta ancora il capo, confermando in modo implicito le voci su una presidenza che il Pdl è pronto a rivendicare. E che, in assenza del candidato Alfano ormai al governo, potrebbe vedere lo stesso Berlusconi in pole position per il ruolo che è stato di D'Alema nella Bicamerale. Per dar vita alla Convenzione occorrerà un ddl di riforma costituzionale, tempi troppo lunghi, almeno 7-8 mesi.

E allora, nelle more, Pd e Pdl si preparano ad accelerare i tempi. Due mozioni impegnerebbero ciascuna Camera a dar vita alla commissione, che potrà così iniziare a lavorare subito, facendosi trovare a buon punto quando arriverà la «legittimazione » del ddl costituzionale. Ad ogni modo, è un Cavaliere molto compiaciuto del suo ruolo da king maker al momento senza responsabilità diretta, racconta chi ha partecipato al convivio.

«Nessuno di voi ha fatto prima il ministro, tranne Angelino, quindi è bene che vi spieghi un paio di cose » ha iniziato, prima di dilungarsi a modo suo su consigli e trucchi del mestiere, soprattutto sulla comunicazione. Clima rovinato dalla notizia della sparatoria, certo, ma non privo di leggerezza. Come quando le più giovani ministre, Lorenzin e De Girolamo, raccontano di come Berlusconi abbia chiamato sabato pomeriggio entrambe per dar notizia dei rispettivi incarichi. «Beatrice, ma è vero che sai fare le iniezioni? Vai alla Sanità», «Nunzia, ma è vero che hai un orticello a Benevento in cui coltivi zucchine e carote? Sarai ministro dell'Agricoltura».


7. AMNISTIA E INDULTO, GRIMALDELLI PER SALVARE B.
Marco Palombi per il "Fatto quotidiano"

Il governo è fatto, la fiducia in Parlamento quasi una formalità, resta sempre quel problemino. Quale? I processi di Silvio Berlusconi, attualmente statista. Tralasciando quello per le intercettazioni Unipol (condanna a un anno in primo grado), a preoccupare davvero il Cavaliere sono due procedimenti: quello sulla compravendita di diritti tv (anche qui primo grado chiuso "in svantaggio" di quattro anni) e quello per concussione aggravata e "altro" nell'affaire Ruby, non lontano dalla sentenza.

La faccenda non è tanto il rischio di andare effettivamente in prigione - nel breve periodo quasi inesistente tra indulto del 2006 e veneranda età dell'interessato (vedi legge ex Cirielli) - quanto quella brutta abitudine dei magistrati di comminare pene accessorie, in particolare l'interdizione dai pubblici uffici: per i diritti tv già gli hanno dato cinque anni, di cui tre indultati, che rischiano di diventare definitivi ad inizio 2014 e impedire all'ex premier di candidarsi in caso di elezioni.

Ovviamente non tutti si sono distratti in queste settimane e l'ostacolo che si frappone tra il Belpaese e le sue magnifiche sorti, e progressive, è ben presente a più di qualcuno. Ieri, per dire, Giuliano Ferrara ha dimostrato di ricordarselo pubblicando una sorta di arringa finale su Il Giornale. Titolo: "Ora i giudici devono deporre le armi". Svolgimento: "Una condanna risulterebbe ad un numero impressionante di cittadini semplicemente ingiusta, il timbro finale di una storia accanita di eccessi legalistici e di tentativi maldestri di mascariamento", "un modo per prolungare l'intenibile guerricciola civile contro persone simbolo".

Conclusione: "Assolvete dunque, in nome e per conto dell'etica della responsabilità". Purtroppo per il Cavaliere, però, infinite cantonate sui tentativi di appeasement con la magistratura tramite i buoni uffici di quel presidente della Repubblica o vicepresidente del Csm o Guardasigilli hanno dimostrato che questa strada non sempre funziona: basti ricordare il Berlusconi che rinfacciava al Quirinale la garanzia sulla non bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta. E allora?

I migliori avvocati del nostro, come si sa, stanno nelle commissioni Giustizia, e non in Tribunale, e potrebbero sfruttare il nuovo clima di concordia per risolvere (di nuovo) il problema con una bella legge. E ce n'è una sola, data l'eterogeneità delle accuse a Berlusconi, che possa funzionare: concessione di amnistia e indulto. Questa via, peraltro, ha il pregio di permettere ai berluscones di mimetizzarsi nella sacrosanta battaglia di quei parlamentari - tutti di estrazione radicale o comunque vicini al partito del neoministro Bonino - che fanno una sacrosanta battaglia sulle condizioni carcerarie nel nostro paese: 139,7 detenuti ogni 100 posti, oltre 65mila il numero totale, il 30% tossicodipendenti, il 40% in attesa di giudizio definitivo.

In Parlamento, peraltro, ci sono già due ddl sul tema: uno del prodiano Sandro Gozi alla Camera, uno in Senato firmato da Luigi Manconi del Pd e Luigi Compagna del Pdl (in prestito al minigruppo sudista), l'uomo che la scorsa legislatura tentò di restaurare l'immunità parlamentare con un altro ddl bipartisan.

Del primo ddl ancora non è disponibile il testo, del secondo sì e la soluzione sarebbe davvero radicale: amnistia per i reati commessi fino al 14 marzo 2013 (esclusi alcuni, ma non quelli che riguardano Berlusconi), più un indulto di quattro anni con automatica cancellazione "per intero per le pene accessorie temporanee". Insomma, dovessero condannarlo nel frattempo (e quindi l'amnistia va a vuoto), arriva la seconda lama dell'indulto. C'è un problema. Amnistia e indulto, da Costituzione, si approvano coi due terzi dei voti nelle due Camere: per un ddl senza il Cavaliere dentro i numeri probabilmente ci sono, in questa formulazione "corretta" col famoso salvacondotto è assai difficile.

 

 

BERLUSCONI E ALFANO BERLUSCONI E ALFANOBERLUSCONI BERTINOTTI MARINI NAPOLITANO BERLUSCONI NAPOLITANO ALFANO GIURA AL QUIRINALE CON LETTA E NAPOLITANOMASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONIGelmini mariastella Brunetta Renato RENATO BRUNETTA DOCET ghedini longo large aba22 on sandro gozi mo emanuelacorte costituzionalePALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALELUIGI COMPAGNA

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DELLA PROCURATRICE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, PROTETTA DA UNA MAXISCORTA DA PAURA, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA IL MINISTRO CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE STATUNITENSE IN ITALIA TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELLA PRIMA ITALOAMERICANA DIVENTATA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOATRI - BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DEI FRATELLINI DI GIORGIA MELONI…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...