sergio mattarella mario draghi quirinale

QUEL “NO” DI DRAGHI CHE HA APERTO LA STRADA AL MATTARELLA BIS – DUE EPISODI SPIEGANO COME SI È ARRIVATI ALLA RIELEZIONE DI SERGIONE: IL 12 MAGGIO 2021 ELISABETTA BELLONI È NOMINATA ALLA GUIDA DEI SERVIZI AL POSTO DI VECCHIONE. CONTE VIVE LA SCELTA COME UNA MOSSA DI “OSTILITÀ” E DICHIARA GUERRA A MARIOPIO – IL 24 GENNAIO 2022, PRIMO GIORNO DI VOTAZIONI, SALVINI FA UN DISCORSO A DRAGHI: “IO TI APPOGGIO PER IL QUIRINALE, MA CI DEVI AIUTARE A FARE UN NUOVO GOVERNO”. L’ALLORA PREMIER RISPONDE CON UN “NO” E LE SUE CHANCE DI SALIRE AL COLLE FINISCONO LÌ…

Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “La Stampa”

 

sergio mattarella mario draghi

Quel pomeriggio il presidente si ritrovò circondato da un pathos senza precedenti nella storia della Repubblica. È il 3 febbraio 2022, nell'aula di Montecitorio i "grandi elettori" accolgono con un'ovazione fiammeggiante l'arrivo di Sergio Mattarella, rieletto capo dello Stato cinque giorni prima, il 29 gennaio. […]

 

 

La sorpresa arriva quando Mattarella prende la parola: da quel momento quasi ogni applauso al presidente si trasforma in standing ovation. Anche dopo passaggi privi di significato politico, tutti scattano in piedi, si risiedono e, poco dopo, sono di nuovo tutti in piedi. Se non proprio una agitazione psicomotoria collettiva, qualcosa di simile. […]

 

 […] alla fine si contano 53 battimani: mai così tanti per i predecessori. Per dire: Sandro Pertini, il 9 luglio 1978, con un messaggio ricco di emotività, era stato salutato da sei applausi.

Tantissimo pathos. In qualche modo risarcitorio? Sintomo di un senso di colpa per la paralisi delle settimane precedenti?

 

sergio mattarella mario draghi

Una cosa è certa: nei giorni che precedono lo sblocco, nessuno tra i leader aveva immaginato, o voluto, puntare su Sergio Mattarella. Nei giorni delle votazioni i leader si consumano nell'ansia di apparire kingmaker, quasi a prescindere dai candidati, e questo "imperativo" li porta a spostarsi da un candidato all'altro con scarti tanto improvvisi quanto effimeri.

 

In quei giorni furono determinanti alcuni passaggi, allora non tutti illuminabili: un anno dopo la rielezione di Mattarella, alcuni momenti inediti, ricostruiti da La Stampa e altri affiorati successivamente, consentono di ricucire la trama di quella vicenda.

sergio mattarella mario draghi

 

Il primo tempo della partita Quirinale risale a diversi mesi prima. Passaggio inedito che dietro le quinte ha pesato assai nella successiva corsa. È il 12 maggio 2021, Draghi nomina alla guida dei servizi l'ambasciatrice Elisabetta Belloni, che prende il posto del generale Gennaro Vecchione, vicino all'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ed è proprio lui, davvero a sorpresa, a farsi vivo, per la prima volta dopo tre mesi di silenzio. Con iniziativa irrituale, Conte chiama Draghi e gli dice: «Mi sembra un atto di ostilità». Conte legge l'avvicendamento come un fatto personale, di certo in quel passaggio si cementa l'ostilità verso Draghi, che influirà assai nella trattativa per il Quirinale.

 

MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE

Metà gennaio 2022: Mario Draghi è alla guida del governo, ma in cuor suo punta alla presidenza della Repubblica. Settanta giorni prima se lo era lasciato sfuggire sua moglie, l'invisibile signora Serenella. Il titolare del caffè sotto casa Draghi, Antonio Proietti, aveva raccontato a Un giorno da pecora: «La signora ha detto: sicuramente farà il presidente». […]

 

 Il 24 gennaio, primo giorno di votazioni, Matteo Salvini fa un discorso chiaro a Draghi: «Presidente, io ti appoggio per il Quirinale. Ma ci devi aiutare a fare un nuovo governo, nel quale io intendo entrare». Ecco la bussola di Salvini: evitare elezioni anticipate destinate a premiare Meloni ed entrare nel governo. Ma la risposta di Draghi è altrettanto chiara: «Preparare da qui il prossimo governo non sarebbe corretto costituzionalmente: non posso farlo». In quel momento di fatto finisce la corsa di Mario Draghi al Quirinale.

 

giuseppe conte mario draghi

E tuttavia con quel no a Salvini il presidente del Consiglio mette in cassaforte un bene immateriale: se Draghi si fosse impegnato per sé in un'operazione dietro le quinte, avrebbe potuto farcela, ma anche perdere (assieme al Quirinale) anche la propria credibilità.

 

A quel punto ha inizio il tragitto erratico dei leader. Il primo giorno danno tutti la stessa indicazione: «Si vota bianco». Quasi nessuno fa caso ai 16 voti per Mattarella. Tutti tranne Emanuele Fiano che, per il Pd, cronometra il tempo trascorso dai suoi dentro il catafalco. […]

 

SALVINI DRAGHI

Seguono 8 giorni di tatticismi esasperati. Salvini si immagina player e nel giro di poche ore riesce a bussare alla "porta" delle personalità più diverse (da Sabino Cassese a Franco Frattini); venerdì 28 Elisabetta Casellati viene affondata dai franchi tiratori di Forza Italia; Conte è tentatissimo di entrare in partita, ma il venerdì mattina Enrico Letta, a conferma di essere leader che concentra le sue virtù più dentro il Palazzo che fuori, riesce a tener bloccato nel suo ufficio il capo dei Cinque stelle, evitando che possa fisicamente saldarsi con il centrodestra.

 

A sera Conte e Salvini si ritrovano d'accordo nel tentare l'operazione più hard: trasferire Elisabetta Belloni al Quirinale. Il presidente dei Cinque stelle, per metterci il cappello, davanti ai microfoni anticipa una soluzione ancora tutta da costruire. E proprio in quei minuti esce un'agenzia che annuncia: Belloni attesa a Montecitorio. L'ambasciatrice è in Toscana e Luigi Di Maio, che conosce i suoi, insorge. Belloni non decolla. Prende quota il bis di Mattarella.

 

matteo salvini roberto calderoli

Giorgia Meloni fa sapere a Draghi: «Siamo pronti a sostenerla». Rilancio "silenzioso" e silenziato, ma a tempo scaduto. Meloni, come tutto il centrodestra, è stata contraria al bis di Mattarella. Poi, il sabato mattina, nel decisivo summit di maggioranza, Letta si spende per Mattarella, mentre Salvini – chiamato a decidere tra Casini e il Capo dello Stato uscente - si arrende: «I miei elettori non capirebbero Casini».

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

Nella serata del 29 si vota: Sergio Mattarella è confermato con largo suffragio. Ma nell'eccitazione del momento nessuno si accorge di un dato eclatante: al plenum potenziale (886 elettori), ne mancheranno all'appello addirittura 127. Anche Mattarella ha avuto i suoi "101". Ma la sua conferma era stata la scelta che garantiva ai leader di maggioranza il maggior consenso, o comunque il minor dissenso, tra i "propri" elettori.

 

Era popolare rieleggere Mattarella, perché il capo dello Stato, a sua volta era diventato popolare. […]

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEMEMATTEO SALVINI DOPO L'INCONTRO CON MARIO DRAGHIsalvini draghiMATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHImario draghi sergio mattarella

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…