roberto gualtieri

RECOVERY FUFFA – LE LINEE GUIDA DEL GOVERNO PER ACCEDERE AI SOLDI DELL’EUROPA SONO IL SOLITO LIBRO DEI SOGNI DI CUI TUTTI PARLANO DA LUSTRI E CHE OGNI ANNO VIENE RINFRESCATO. I PRIMI SPICCI SE VA BENE ARRIVERANNO NELLA SECONDA METÀ DEL 2021, COME CONFERMA TRA LE RIGHE LO STESSO GUALTIERI. ALLORA A COSA SI RIFERISCE IL GOVERNO QUANDO PARLA DELLO STIMOLO CHE DOVREBBE FAR RECUPERARE NEL 2021 IL 10% DEL PIL?

Giuseppe Liturri per “la Verità”

 

roberto gualtieri

Con la presentazione delle linee guida nella riunione del Ciae a Palazzo Chigi, ieri ha cominciato ad assumere una maggior nitidezza il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Rrf), con i suoi ambiziosi obiettivi economico-sociali di lungo termine, tra cui spicca il raddoppio del tasso di crescita dell'economia italiana dallo 0,8% dell'ultimo decennio al 1,6% della media Ue.

conte rutte merkel ursula

 

Sette le macro missioni attraverso cui conseguire tali obiettivi: digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione e formazione; equità, inclusione sociale e territoriale; salute. Per ciascuna, viene elencato un gruppo di sotto obiettivi accompagnati da riforme in sei aree: investimenti pubblici, pubblica amministrazione, ricerca e sviluppo, fisco, giustizia e lavoro. Il tutto sotto la guida delle raccomandazioni specifiche per il nostro Paese, emesse dal Consiglio nel 2019 e nel 2020.

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles 1

 

Due i rilievi da fare subito: da un lato, si tratta del solito libro dei sogni (molti dei quali condivisibili nel merito, ma chi non ama sognare?) che gira sul disco fisso dei pc del Mef da qualche anno e che va sotto il nome di Programma nazionale di riforma. Ad aprile di ogni anno, con la presentazione del Def, gli viene data una rinfrescata, ripubblicato, ma si stenta ad apprezzarne l'impatto concreto sull'assetto economico e sociale del Paese.

 

Dall'altro, è difficile comprendere come sia possibile affidare a un piano di così lunga gittata il ruolo di stimolo decisivo per recuperare nel 2021 un calo congiunturale del Pil 2020 che potrebbe superare, nonostante l'ottimismo del ministro Roberto Gualtieri, il 10%.

 

Conte Ursula Stati Generali

Considerato che, se andasse tutto bene, potremmo vedere qualche miliardo del Rrf nel secondo semestre '21, resta da capire a cosa ci si affidi l'anno prossimo per rilanciare il Paese. Nel dettaglio, il piano fonda su premesse contestabili nel merito. Esso trascura il fatto che se l'Italia cresce regolarmente meno degli altri da circa 20 anni, non è per una congiuntura astrale, ma perché, come attestato dai dati, è venuta meno una componente fondamentale della domanda aggregata e quindi del Pil: i consumi e gli investimenti della pubblica amministrazione.

 

La forbice di crescita con Francia e Germania è descritta dalla differenza in queste voci. E ciò in ossequio alle prescrizioni che giungevano da Bruxelles, con le raccomandazioni Paese, e da Francoforte, con la lettera a firma Draghi-Trichet dell'agosto 2011, documenti ampiamente sovrapponibili.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

Restano dubbi sulla natura di riforme pro-crescita di alcune misure che, applicate pedissequamente dal 2012, hanno innescato quel calo della natalità che ora si intende contrastare. Così come esistono dubbi su tutta questa enfasi su innovazione e digitalizzazione, che nessuna comparazione mostra essere alla base del declino negli ultimi 20 anni. Ammesso e non concesso che scontiamo un gap di arretratezza rispetto agli altri Paesi, tale distanza c'è sempre stata.

 

Molti dei dubbi sulle idee del governo hanno trovato conferma ieri nell'intervista di Gualtieri al Foglio. Il ministro, a proposito del Rrf, evidenzia che «non faremo una somma di singoli microprogetti, che disperdano queste risorse in mille rivoli, ma cercheremo di concentrarli in alcuni grandi progetti».

 

roberto gualtieri

Purtroppo per lui è esattamente l'errore che hanno compiuto con i tre decreti per un maggior deficit complessivo di 100 miliardi. Un diluvio di microinterventi, diluiti in un oceano normativo (il solo decreto Rilancio contava 266 articoli!). Quando rimarca che «c'è un aspetto importante e positivo nel modo in cui funziona questo Recovery fund: cioè i soldi saranno anticipati dai singoli Paesi e se l'obiettivo non è stato raggiunto i fondi europei non arrivano.

 

E io penso che tutto il Paese nei prossimi mesi sarà lì a dire: mi raccomando, bisogna rispettare la scadenza», abbiamo l'impressione che segni un clamoroso autogol. Conferma che il sostegno finanziario dell'Ue arriverà molto tardi ed esporrà il nostro Paese a un ricatto perenne da parte della Commissione.

ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 3

 

Basti pensare a quei tre mesi di «discussione esaustiva» a livello di Consiglio prima di sbloccare i pagamenti, qualora anche solo uno Stato membro abbia perplessità sul rispetto delle condizioni da parte dello Stato beneficiario.

 

Sorvoliamo sullo «spazio fiscale» che si genererà per effetto delle riforme e sull'asserita assenza di progressività della flat tax - quando ci sono montagne di studi che spiegano come si può ottenerla - e rileviamo l'enfasi su «l'Unione europea emetterà 750 miliardi più i miliardi Sure, dunque mille miliardi di Eurobond che saranno utilizzati per finanziare spese comuni [] In questo senso, potremo forse rendere strutturale questa nuova modalità di funzionamento dell'Unione europea, non limitando il tutto agli effetti della pandemia. È questo il sogno».

 

ROBERTO GUALTIERI

Peccato rischi di restare tale, perché, come scritto nelle stesse linee guida, «i prestiti contribuiranno all'indebitamento netto e all'accumulo di debito lordo. Il principale beneficio deriverà dal minor tasso pagato sui prestiti» e la parola «straordinario» ricorre ben 11 volte nella bozza di regolamento che disciplinerà questo strumento. Sarà debito da restituire. E domani, all'Eurogruppo, sotto la vigilanza occhiuta di Valdis Dombrovskis, si torna a parlare di riforma del Mes. Potrebbe essere un incubo, anziché un sogno.

 

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”