REALITY POLITICS - RENZI COME AMBRA! GORI COME BONCOMPAGNI! - ZORO FA LA JENA A ‘’PIAZZAPULITA’’ E ROTTAMA IL ROTTAMATORE - FILMANDO ALCUNE TAPPE DELLA MARATONA ELETTORALE DEL CANDIDATO PREMIER, HA NOTATO CHE MATTEO LEGGE PRIMA DI PARLARE. IL TELEFONINO PRIMA DI LUI, E DIETRO DI LUI GIORGIO GORI, SPIN DOCTOR E GRANDE SCENEGGIATORE DELLE SUE PERFORMANCES POLITICHE….

Antonello Caporale per Il Fatto Quotidiano

J am Matteo and J phone. Preso di diritto è solo lui, a figura intera: camicia arrotolata ai gomiti, ma bianca candida, sbottonata quel tanto e non più, pantalone scuro. Preso di rovescio la figura si sgrana e in primo piano appare il telefonino. Prima il telefonino e dopo lui. Per la prima volta Matteo Renzi, per gli amici renzino o anche matteuccio, è stato inquadrato nella versione rovesciata: merito del bravissimo Diego Bianchi, in arte Zoro.

Filmando alcune tappe della maratona elettorale del candidato premier, ha notato che Matteo legge prima di parlare. Parla molto è vero; ma legge tantissimo. Il telefonino prima di lui, e dietro di lui Giorgio Gori, spin doctor e grande sceneggiatore delle sue performances politiche.

"Aumenteremo di dieci miliardi l'Edilizia scolastica!", tic tac tic tac. "Annienteremo il Porcellum e ogni maialata altrui!", e tic tac tic tac. Zoro ha eseguito un eccellente lavoro induttivo, e ha retrocesso ogni parola del candidato premier a un potenziale tic preventivo e posposto ogni altra affermazione a un presumibile tac confermativo.

Quando si è rivisto negli studi di Piazzapulita nella versione rovesciata, e non in quella dritta e ufficiale, Matteo si è inalberato: "Mi dipingi come Ambra!". Detto che Ambra Angiolini è oggi una attrice di teatro di chiara fama, e l'auricolare che trasmetteva a lei le disposizioni perentorie di Boncompagni l'ha in qualche modo aiutata a crescere, si è notato - e anche questo è un dato di un qualche rilievo - che a Renzi non piace proprio essere preso di spalle e un attimo dopo del suo telefonino pur bellissimo e molto americano.

Vuole la figura intera: solo e dritto, con la camicia arrotolata e spalle a Obama che emoziona. È parso che Matteo, per colpa dell'I-phone inquadrato di faccia, abbia lievissimamente perso il filo del suo discorso, anzi come se il filo si fosse tranciato di netto, cornetta di qua e tastiera di là. Il suo eloquio fin lì seducente e brioso ha perso brillantezza e ha piegato - senza alcuna ragione - in un faccia a faccia con un terremotato incazzato, anzi legittimamente inviperito e ha rifiutato di patteggiare una replica, fare seguire le sue parole e opere a quelle - drammatiche - dell' imprenditore emiliano scampato per miracolo al sisma e infuriato con lo Stato assente.

Ecco che a Matteo son venuti fuori pensieri più fragili e brevi, e ha scelto di incartarne ben due di amicizia con Vasco Errani, il presidente dell'Emilia Romagna oggetto invece di contestazione da parte del terremotato. E così ieri mattina, appena acceso il telefonino, ha letto la valanga di commenti dei suoi fan su facebook. Non proprio entusiasti, alcuni velenosi: "Matteo, piuttosto voto Ambra" gli ha detto uno, ringalluzzito per l'improvvisa perdita di verve dell'avversario di Bersani. Valeria, comprensiva: "Vabbè, ma spegni il telefonino", e Raffaella ("Ti avrei consigliato di cambiare discorso") hanno aperto le centinaia di messaggi.

Da aggiungere però entusiastici commenti ("L'hai sfonnato, sei un grande") che hanno rotto la sequela di piccole ma fastidiose riprovazioni della rete. Nel mezzo alcuni fan interdetti, e dunque in sospensione d'animo: "Ma tu leggi le nostre risposte o scrivi solo?". Non scrive soltanto, abbiamo visto che legge ed è pure bravo a farlo correndo, parlando, mangiando, bevendo. Twitta da ogni dove ed è espressione di mobilità e di modernità. Renzi è un ragazzo fast, mentre Bersani è un attempato slow: ha bisogno di togliere gli occhiali prima di capire chi diavolo è che scoccia.

La vicenda precede un appuntamento cruciale del sindaco fiorentino. In città oggi arriva Bill Clinton che chiude, con la visita, il suo mini tour italiano di testimonial, presumiamo fatturato, di Technogym. È un grande evento, e ancora e di nuovo Renzi potrà mettere una crocetta nel segno più, un incontro al quale Bersani potrà assistere ma da casa, in poltrona dinanzi alla tv. Altro che unfit (inadatto) a governare, come pronosticò D'Alema. Unfit?

Ecco Clinton. Servito D'Alema e servito anche Casini che un giorno commentò: "Se penso a un incontro Renzi-Merkel scoppio a ridere". Si potrebbe obiettare: chi avrebbe mai detto alla signora Markel di dover un giorno incontrare Silvio Berlusconi? Eppure è successo. Quindi ride bene chi per ultimo ride. E oggi Matteo potrà farlo. Certo si sarebbe stati più rilassati se non fosse stato immortalato quel telefonino, perchè d'ora in avanti tutti a parlare del telecomando e a fargli l'occhiolino: "C'è Ambra in linea...".


2- MAIL
Caro Dago,
trasecolo leggendo la prima pagina di "Pubblico", oggi sabato 29 settembre, per dirla con l'Equipe 84. Con tutto quello che sta succedendo in Italia sul fronte della corruzione e dell'economia, e a non dire della lettera di Lavitola che ha portato Fini a dire in tv che Berlusconi è un "corruttore" e Berlusconi ad annunciare querele, il quotidiano di Luca Telese titola a caratteri cubitali: "L'ira di don Matteo".

E sotto, su fondo verde e gigantesco fotomontaggio con allusione al prete interpretato da Terence Hill: "Renzi porta la 7 al record stagionale (7.75 % di share) con la spettacolare sfuriata: è un geniale comunicatore o ha sbroccato?". Domanda retorica, per il quotidiano. Ha sbroccato. E sapete perché: per aver espresso, il sindaco di Firenze candidato alle primarie nel Pd, qualche dubbio, senza per nulla infuriarsi, sul montaggio un po' malizioso di due servizi nel corso di una puntata di "Piazza Pulita" di Corrado Formigli, dove Luca Telese, che lavora anche a La 7, era ospite.

Capisco le sinergie industriali e le affettuosità giornalistiche (in parte anche familiari). Il servizio di Zoro che non è piaciuto a Renzi era impertinente ma corretto, e tuttavia ormai la sindrome "Iene" regola ogni trasmissione giornalistica. Se non stai al gioco dello sfottò diventi automaticamente un politico permaloso che non può ambire a governare. Ma chi l'ha detto?
Saluti Bruno Cortona

 

 

GIORGIO GORI DURANTE IL 'BIG BANG' DI RENZIGORI E RENZI AmbraDIEGO ZORO GIORGIO GORI AL BIG BANG DI RENZITelevisioni per Renzi Matteo Renzi spiega il programma Matteo Renzi spiega il programma Corrado Formigli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…