renzi visco

RENZI ERA TALMENTE TERRORIZZATO DALL’AUDIZIONE DI VISCO IN COMMISSIONE BANCHE DA AVER CERCATO UNA TREGUA CON IL GOVERNATORE ATTRAVERSO I SUOI INTERMEDIARI - IL BULLETTO BASTONATO HA FATTO CAPIRE CHE AVREBBE APPREZZATO LA DISPONIBILITA’ DI VISCO A SMUSSARE I TONI. E HA ANCHE DATO ORDINE AI SUOI DI CAMBIARE REGISTRO - UN TENTATIVO DI SMINARE IL TERRENO MA IL RISULTATO NON È CHIARO...

IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Non dev'essere stata facile la marcia di avvicinamento. Soprattutto negli ultimi giorni. Matteo Renzi aveva finalmente a tiro Ignazio Visco, l'oggetto di una lunga battaglia politica. Il governatore della Banca d'Italia doveva presentarsi alla commissione parlamentare sulle crisi bancarie, per l'inchiesta che proprio il segretario del Partito democratico aveva voluto.

 

Sarebbe stata l'occasione di un chiarimento definitivo: l'ex premier è fra coloro che con più decisione avevano indicato la Banca d' Italia fra i responsabili della crisi del credito di questi anni: «Non ha garantito un sistema di controlli efficiente», aveva scritto. Ora Renzi stava per esporre Visco, l'uomo che appena due mesi fa lui stesso voleva mandare in pensione, alle domande dei deputati e senatori del Pd. Invece il politico più determinato della sua generazione ha avuto un sobbalzo.

 

renzi visco gentiloni mattarella

Ha cercato un contatto con la Banca d'Italia, negli ultimi giorni, per provare a arrivare a una tregua. Non lo ha fatto direttamente - troppo complicato - ma attraverso intermediari che aprissero un dialogo con i vertici di Via Nazionale prima che Visco si sedesse davanti alla commissione.

 

Renzi ha spinto, proposto, fatto capire che avrebbe apprezzato qualunque disponibilità del governatore a smussare i toni, levigare gli spigoli, magari qua e là scivolare senza soffermarsi troppo.

A giudicare dalle dichiarazioni, questa offensiva diplomatica dev' essersi consumata domenica scorsa. I segni infatti il resto del mondo li nota poche ore dopo.

MARCO AGNOLETTI

 

Lunedì mattina Marco Agnoletti, portavoce di Renzi, esce con una lettera sul Fatto quotidiano nella quale si avverte un cambio di tono. Non tornano più le critiche di novembre, quando Renzi diceva che «le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto e potuto». Il portavoce del leader del Pd parla piuttosto di «un lavoro istituzionale ineccepibile» e «gomito a gomito coi vertici di Banca d' Italia per risolvere le varie crisi bancarie di questi anni».

 

MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

Quanto a Banca Etruria, un dissesto per il quale l'ex premier solo pochi giorni fa attribuiva parte delle colpe a Via Nazionale, gli accenti diversi sono percepibili: «Dopo il commissariamento (dell' istituto, ndr) non vi è stata alcuna tensione». Si direbbe quasi che Renzi abbia cercato di sminare un po' del terreno fra sé e Visco prima che questi prendesse la parola. Anche Maria Elena Boschi fa qualcosa di simile, sempre lunedì mattina: al Messaggero , la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio riconosce di aver parlato di Etruria - mentre suo padre ne era vicepresidente - con il vicedirettore generale della Banca d' Italia Fabio Panetta.

 

maria elena boschi al lingotto

Se queste uscite sono tasselli dello stesso sforzo diplomatico di prevenire, sopire e sedare in vista dell' audizione di Visco, il risultato non è chiaro. Senz' altro il governatore di Banca d' Italia ieri non ha calcato i toni e ha riconosciuto che non vi sono state richieste fuori luogo da parte di Renzi e Boschi.

 

Ma ha anche detto di non aver risposto a certe domande dell' allora premier su Etruria - lo stesso governatore le ha rivelate ieri - «perché pensavo scherzasse» e quelle di Renzi fossero uscite «divertenti»: non il modo più deferente di parlare del leader del partito di governo. Su Etruria Visco ha poi riservato anche un' altra frecciata a Renzi, rivolta più agli specialisti come lui stesso che alla platea.

 

GENTILONI VISCO

Lo ha fatto quando ha detto che Banca d'Italia non ha mai avvertito il governo che stava per commissariare Banca Etruria, nel febbraio 2015: così del resto prevede la legge, specie per le società quotate. Invece Renzi in un intervento sulla Stampa il 12 novembre aveva sostenuto esattamente il contrario.

 

Tutte schermaglie importanti per la politica, ma in termini economici irrilevanti a confronto della grande critica che ieri Visco ha mosso al governo Renzi: non aver voluto procedere nell' estate del 2016 a una ricapitalizzazione pubblica «precauzionale» della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca - circa 70 miliardi di bilancio in due - quando ancora quelle aziende si potevano salvare.

 

boschi gentiloni e renzi

Il governatore non ha aggiunto che Renzi ha sacrificato quella scelta alla campagna per il referendum costituzionale, finita comunque per lui in disfatta. Visco ha però aggiunto che poi nel 2017 le due banche erano già troppo dissanguate e a quel punto non ci fu altro da fare che liquidarle.

In aula per l' audizione Matteo Orfini, presidente del Pd, ha ascoltato senza porre una sola domanda. «Questione di stile», spiegherà più tardi .

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…