RENZI, A FORZA DI FOTTERE RESTERA’ FOTTUTO? – IL NAZARENO NON C’E’ PIU’: MARATONA NOTTURNA ALLA CAMERA PER APPROVARE GLI ARTICOLI CHE RISCRIVONO LA COSTITUZIONE - RENZI MINACCIA ELEZIONI MA NON ABBOCCA NESSUNO…

1. MARATONA NOTTURNA ALLA CAMERA, APPROVATI EMENDAMENTI RIFORME

Ansa.it

matteo renzi e berlusconi 0aa87941matteo renzi e berlusconi 0aa87941

 

Maratona notturna alla Camera sul ddl riforme. L'esame degli emendamenti e l'approvazione quindi dei 40 articoli che riscrivono la Costituzione avviene pero' in un'Aula semivuota: le opposizioni infatti, come annunciato, non sono sedute ai loro banchi, con l'eccezione di una manciata di deputati del M5S e di Fi a presidio - secondo quanto raccontano loro stessi - del regolare andamento dei lavori. "Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni - commenta il premier Matteo Renzi parlando in Transatlantico a Montecitorio - noi bene così, andiamo avanti".

 

matteo renzi in aula f1027e6matteo renzi in aula f1027e6

Assenze che sono "una ferita istituzionale", ammette però il deputato Pd Ettore Rosato chiudendo i lavori dell'Assemblea che vengono accolti da un applauso dei deputati. Anche se, aggiunge, "il percorso è ancora lungo e riusciremo a fare in modo che tutti sentano propria" questa riforma.

civati 7f1eb513civati 7f1eb513

 

A voler sottolineare poi l'importanza del passaggio che si è appena concluso la presenza del premier Matteo Renzi, che poco prima della chiusura dei lavori aveva fatto il suo ingresso nell'emiciclo. Il secondo atto della partita sulle riforme non si è però ancora consumato: per il via libera finale al provvedimento occorrerà aspettare i primi giorni di marzo.

brunetta, renzi 45e1c4.0brunetta, renzi 45e1c4.0

 

Intanto la maggioranza supera la prova delle centinaia di proposte di modifica su cui in questi giorni si sono scontrati i partiti. E ovviamente, a causa della scelta delle opposizioni, al contrario delle scorse sedute notturne, questa volta i lavori procedono spediti e senza incidenti. A segnalare simbolicamente la disponibilità al confronto il Pd sceglie di lasciare in coda l'esame dell'articolo 15 sul referendum, oggetto di un aspro braccio di ferro con il M5S che chiedeva l'eliminazione del quorum.

 

andrea de maria alla camera durante l'esame della riforma della parte ii della costituzioneandrea de maria alla camera durante l'esame della riforma della parte ii della costituzione

La mossa di accantonare le misure in questione quasi fino alla fine non sortisce pero' alcun effetto. Referendum a parte, tra le novità approvate dalla Camera spunta una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: d'ora in poi per l'ok, che però con la riforma spetterà alla sola Camera dei deputati, servirà la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice.

 

Un passo che rappresenta un ragionevole punto di "mediazione" secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Opinione non condivisa da tutti: "Con una legge elettorale maggioritaria - osserva Rosy Bindi - che dara' il 54-55% a chi vince, questo emendamento non e' sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione".

 maria elena boschi 55fa164.0 maria elena boschi 55fa164.0

 

2. RIFORME, RENZI ABBANDONATO - IL NAZARENO NON TIENE PIÙ. IL PREMIER MINACCIA ELEZIONI E LE OPPOSIZIONI LASCIANO L’AULA

di Wanda Marra per Il Fatto

  

‘’Forza, forza”. Sono da poco passate le 18, quando Ettore Rosato, vice capogruppo Dem, esce dall’Aula di Montecitorio per intercettare i deputati Pd che si attardano in Transatlantico. Poi va alla buvette, rastrella chi c’è. Il Pd ha bisogno di tutti per garantire il numero legale: sta votando le riforme costituzionali a maggioranza, con le opposizioni che sono uscite dall’Aula.

 

camera vuota 675camera vuota 675

Una dopo l’altra, compresa Forza Italia. Immagine surreale, l’emiciclo semi-vuoto. Era una settimana che il patto del Nazareno veniva dato in bilico, moribondo, morto. Ieri diventa evidente a tutti che l’asse tra Silvio e Matteo non è più così forte, per usare un eufemismo. Le riforme costituzionali sono appese a un filo. E con loro, la legislatura.

 

   Che il gioco si fa duro si capisce durante la notte tra giovedì e venerdì. Verso le due, dopo la rissa tra Cinque Stelle, Sel e Pd, Renzi, di ritorno da Bruxelles, si materializza in Aula. Chi c’era lo racconta come galvanizzato, sovra-eccitato, sopra le righe. Non si siede tra i banchi del governo, ma vaga tra quelli dei parlamentari. Ruba i cellulari dei deputati amici, scherza. Poi va dalla Bergamini (Fi) e la avverte: “Se non ci votate le riforme, si va a elezioni”.

riforme  bagarre m5s, aula sospesa riforme bagarre m5s, aula sospesa

 

   Qualche ora dopo, la mattina, si capisce che per una volta le elezioni sembrano un’arma scarica. Renzi le vuole davvero? Se può evitarle, no. Anche perché l’Italicum è ancora un miraggio. E il Consultellum conviene di più a tutti gli altri. La situazione con Berlusconi gli è scappata di mano, ha tirato troppo la corda, e la corda si è rotta: né lui, né i suoi pensavano che l’ex Cavaliere si sarebbe sottratto dal Nazareno. Vero perno su cui si tiene la legislatura. E vera opportunità per il premier di bypassare all’occorrenza la minoranza Pd.

 

Adesso, è tutto un altro film. Alle 13 e 45 di ieri, Matteo torna alla Camera (rigorosamente in jeans) per dettare la linea al gruppo Pd: “Le opposizioni puntano solo a bloccare il governo”. Ancora: “Non mi faccio ricattare. Se passa la logica per cui l’ostruzionismo blocca il diritto e dovere della maggioranza di fare le riforme è la fine”. Secondo la riedizione del copione più classico, il segretario-Presidente ribadisce il “solito” concetto (o riforme o voto) e chiede al gruppo di andare avanti come un treno.

riforme  bagarre m5s, aula sospesa b1e4eaariforme bagarre m5s, aula sospesa b1e4eaa

 

In dissenso, intervengono Cuperlo (“Non possiamo votare le riforme con l’Aula mezza vuota”), Fassina, la Bindi. Bersani minaccia un intervento in Aula contro la linea del segretario, Speranza lo blocca. Tra i renziani c’è chi crede che il vero obiettivo della sinistra sia portare allo show down la legislatura per andare a votare con il Consultellum.

 

   Si riprende. Il Pd vota a maggioranza. Ai piani alti di Palazzo Chigi confessano: “Ricucire con Berlusconi? Molto difficile”. Non esiste un vero piano B. C’è l’operazione responsabili, c’è la possibilità che qualcuno di Forza Italia voti con Renzi. Ci sono i fuoriusciti dei Cinque Stelle (ma ieri escono anche loro). “Non c’è una strategia politica - si preoccupano tra i democratici di maggioranza - come si fa a fare le riforme in questo modo?”.

 

riforme  rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcfriforme rissa in aula, deputati in piedi sui banchi fd640fcf

Intanto, la minoranza porta avanti il suo gioco. Sono ancora Fassina e Cuperlo a intervenire in Aula, per chiedere una pausa tecnica e la ripresa dell’Assemblea Pd. La chiave nelle parole di Pier Luigi Bersani: “Se il Nazareno è finito, perché rispettarlo?”. Roberto Speranza in Aula accorato ammette: “Abbiamo i numeri per votare da soli, ma sarebbe un errore”. Ha il mandato di condurre la trattativa a oltranza con i Cinque Stelle. Bersani passa la giornata a chiedere a Sel di “dargli una mano”.

 

Se si compatta, la minoranza ha qualche possibilità di pesare. Ma comunque, i dem sono tutti dentro, tranne Civati e Fassina. Ancora una volta rappresentano un Pd spaccato, ma non rompono. Nel frattempo, Renzi fa partire l’offensiva Twitter e il messaggio al paese: “Da anni la politica non fa le riforme. Noi Ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno. Avanti”. Rincara: “La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo”. Dovevano essere riforme fatte con tutti, arriva il referendum tipo panacea di tutti i mali.

Gianni Cuperloe bersani article Gianni Cuperloe bersani article

 

   L’obiettivo a breve termine di Renzi è chiaro: votare come può la seconda lettura alla Camera. E poi, cercare una soluzione, da qui al passaggio in Senato. Le opposizioni da martedì incontreranno il presidente della Repubblica, Mattarella. Avrà qualcosa da dire sulla Carta cambiata a colpi di maggioranza?

 

Alle 19 e 30 Renzi riunisce il gruppo di nuovo. La strategia la illustra Matteo Richetti: “Oggi uscire dal problema di votare le riforme a maggioranza non si traduce nel fermarsi. Dobbiamo chiudere questa lettura, ma tenere aperti molti punti. E andare al Senato condividendo i cambiamenti con le opposizioni”. Per ora, però, si chiude così. Bersani voleva che la trattative con le opposizioni iniziasse da subito.

mattarella renzimattarella renzi

 

Niente. Il premier non si fida della minoranza: “Si attaccano a tutto per frenarmi: gli stessi che mi contestavano che facevo le riforme con Berlusconi, ora mi criticano perchè vado avanti senza l’opposizione. Non ho mai visto tanti nostalgici del Nazareno come stasera”, si sfoga. E dunque: “Non vedo nessun motivo di interrompere la seduta fiume”. Montecitorio vota per tutta la notte. Obiettivo, finire prima dell’alba. Voto finale a marzo, secondo programma. Poi, chi vivrà, vedrà.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”