GIOCHI A ROMA? SI SALVI-NI CHI PUÒ - DOPO IL NO DI MONTI, IL SÌ DI RENZI: “ORGANIZZIAMO LE OLIMPIADI NEL 2024” - MA SALVINI ATTACCA: ‘’IL PREMIER È PERICOLOSO. ABBIAMO UNA DISOCCUPAZIONE RECORD, CHIUDONO LE AZIENDE E LUI PENSA AI GIOCHI? NON CI SONO PAROLE’’

1. RENZI RILANCIA I GIOCHI A ROMA. LITE CON SALVINI

Alberto d’Argenio per “la Repubblica

 

MATTEO RENZI SALVINI QUIZMATTEO RENZI SALVINI QUIZ

Dal no di Monti al sì di Renzi. Roma si candida ad ospitare le Olimpiadi del 2024. «A me colpì molto Monti quando disse che le Olimpiadi erano un progetto troppo grande per l’Italia. Io penso che non sia un progetto troppo grande per l’Italia». In pieno stile renziano, il premier ribalta la prospettiva che nel 2012 - bisogna però ricordare che allora il Paese era in piena crisi finanziaria ed a un passo dal default portò l’allora capo del governo a ritirare la candidatura della Capitale ai Giochi del 2020, poi andati a Tokyo. Ora si riparte. E per Renzi, dopo avere portato a casa le riforme, «organizzare le Olimpiadi sarà più facile».

 

renzi con il koalarenzi con il koala

Per ora quello del premier resta solo un annuncio. La candidatura sarà lanciata il prossimo 15 dicembre, in occasione delle premiazioni degli atleti italiani al Foro Italico con Malagò, ma la vera e propria formalizzazione, con progetti e quant’altro sul tavolo, arriverà con ogni probabilità la prossima estate.

 

Almeno questo dovrebbe essere il termine che a breve verrà fissato dal Cio. Contro Roma potrebbero correre candidati di razza. Al momento sono certe Doha e Baku, città dove certo i soldi non mancano, ma dovrebbero scendere in campo anche Parigi, Berlino e una metropoli statunitense tra Boston, Los Angeles, San Francisco e Washington. Della partita probabilmente saranno anche Istanbul e San Pietroburgo.

 

La decisione del Cio arriverà nell’estate 2017. L’annuncio di Renzi fa esultare lo zoppicante sindaco Ignazio Marino, che si affretta a dichiarare: «Roma sarebbe orgogliosa di poter essere la candidata nazionale per ospitare le Olimpiadi del 2024. La città saprà mostrarsi ospite perfetta. Metteremo in piedi un disegno ambizioso ma sobrio, simbolo dei veri valori dello sport olimpico».

 

Matteo SalviniMatteo Salvini

Come da copione anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, plaude alle parole del premier. «Ci fanno felici, confermano la sua sensibilità verso lo sport». È contrario invece l’altro Matteo, il leader della Lega Salvini, per il quale «Renzi è un uomo pericoloso». Argomenta: «Abbiamo 13 miliardi non risarciti ai terremotati dell’Emilia, abbiamo una disoccupazione record, ogni giorno chiudono 120 aziende, abbiamo ancora le cattedrali nel deserto per le Olimpiadi invernali a Torino, i debiti per i mondiali di nuoto di Roma e il presidente del consiglio pensa a fare le Olimpiadi in Italia. Non ci sono parole».

 

In realtà la candidatura di Roma potrà beneficiare della riforma dei Giochi che a dicembre sarà varata dal Cio. Innanzitutto, la città organizzatrice potrà contare su un contributo di circa due miliardi che il Comitato metterà a disposizione per coprire la parte sportiva della kermesse.

 

    malag?? foto mezzelani gmt023 malag?? foto mezzelani gmt023

Ovviamente la costruzione delle infrastrutture resterà a carico della città, ma anche in questo caso le nuove regole aiuteranno l’organizzazione. Innanzitutto le gare potranno essere ospitate da diverse città. E poi quelli del prossimo decennio saranno Giochi più “sociali”, i candidati non dovranno più adeguarsi a un progetto definito dal Cio ma saranno loro ad indicare il proprio modello, in modo da poter sfruttare l’evento per fare un vero e proprio restyling urbanistico che resti anche dopo il mese in cui avranno puntati addosso gli occhi del mondo.

 

2. LE OLIMPIADI ANTI SFIGA NELL’ITALIA DELLE CRICCHE

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

 

Il governo Renzi ci riprova con le Olimpiadi e tanto per cambiare le presenta come «un sogno». Per l’esattezza: «Non c’è sogno troppo grande per l’Italia» ha spiegato il presidente del Consiglio aggiungendo che una volta «sistemate un po’ di cose», tra cui la riforma fiscale e quella della Pubblica Amministrazione, «le Olimpiadi le facciamo sotto gamba ». A Roma (dove l’altro giorno si è pure dimesso l’assessore allo Sport), tra dieci anni, nel 2024.

 

L’annuncio ufficiale verrà reiterato sotto Natale, ma nel frattempo il presidente del Coni Malagò si è già portato avanti convinto com’è che «il rilancio dell’Italia passa anche dai sogni degli italiani che altrimenti rimarrebbero affogati in un cassetto buio». È plausibile che la dimensione onirico-olimpionica, per quanto non proprio fresca e originale, sia parte di una strategia di annuncio e comunicazione da mettersi in rapporto con i disastri, di varia natura, verificatisi negli ultimi tempi. Secondo Renzi, che ieri è intervenuto alla premiazione dei «digital champions», bisognerebbe smetterla con il «cliché » che porta tanti a raccontare l’Italia come «un insieme di sfighe».

mario monti intervistato da alan friedman 3mario monti intervistato da alan friedman 3

 

D’altra parte, in una intervista a Panorama Malagò, di cui il settimanale ricorda lo scherzoso, ma sintomatico soprannome di «Megalò», osservava che «dopo le immagini terribili delle alluvioni naturali e finanziarie diamo alle nuove generazioni la possibilità di sperare. Un’Olimpiade a Roma può essere uno tsunami positivo che aiuta l’Italia a far capolino dal pozzo nero». E più sotto, di nuovo, confermando segrete rilevazioni secondo cui il 73 per cento degli italiani sarebbe favorevole: «L’Italia ha bisogno di sognare!».

 

Ora, anche a costo di trascurare per un attimo una così pronta, ampia e diffusa quantità di consensi, e nella piena consapevolezza di svolgere un’opinione poco simpatica, per non dire gufesca, si fa presente che pure l’altra volta, ossia quando fu messo in scena il proposito di ospitare le olimpiadi (allora quelle del 2020) venne fuori che cosa? Il sogno, indovinato.

 

Il Pdl aveva appena vinto le elezioni, ma pure il centrosinistra — la «ditta» — in qualche misura puntava ai giochi. E la «cricca», allora già alacremente al lavoro per i mondiali di nuoto, non ne parliamo. Mentre il valente Bertolaso, con la sua immancabile felpa (di cui non si privò nemmeno per darla a Obama che tanto la desiderava), era sul punto di proporre l’Aquila terremotata a sede delle Olimpiadi della neve. Sogni e circenses, dal Quirinale in giù, si conformarono dunque in una sorta di idolatria pre-olimpica dagli esiti però già in partenza abbastanza contrastati perché la Lega si era messa subito di traverso e i giochi li voleva — figurarseli! — a Venezia.

ENRICO LETTA IMPEGNO FOTO LAPRESSE ENRICO LETTA IMPEGNO FOTO LAPRESSE

 

È un vero peccato che si dimentichi tutto in così poco tempo, anche perché quel che sarebbe dovuto accadere, ma poi non accadde, di solito è abbastanza spassoso, a cominciare dal sindaco Alemanno che, nel caso avesse vinto la lotteria dei cinque anelli, rese noto che si sarebbe recato in pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore — ma sul serio. 

 

Nell’attesa progettò di trasformare la capitale in un disperato luna park ad alta densità di stadi, luminarie, isole galleggianti, casinò, parchi tematici disneyani e altre baracconate tra cui una pista per lo sci di fondo da insediare al Circo Massimo e uno skydome da donare, pure lui, agli sfortunati aquilani. Dopo una sfilza di rifiuti, l’ecumenico Gianni Letta fu fatto presidente del Comitato; ma siccome al grottesco non c’è mai fine, un bel giorno fece la sua comparsa — nel senso che venne concepita, costruita e naturalmente pagata — addirittura la mascotte del futuro e grande evento, un enorme pupazzo di pezza blu con le fatture — ebbene sì! — di un gufo.

 

Thomas 
Bach
Thomas Bach

Da questo punto di vista il giovane premier ha ragione e torto al tempo stesso. Perché se i gufi gufano, è anche vero che in Italia la sfiga, al tempo del Mose e dell’Expo e di tante altre graziose e costose iniziative, suona un po’ come un alibi. Fatto sta che al momento della verità, febbraio 2012, dopo aver fatto attendere Letta e gli altri per più di due ore nella stanza del sottosegretario Catricalà, il tecnocrate Monti disse no, niente Olimpiadi, non ce le possiamo permettere.

 

Mai diniego fu così gelido, doppio e crudele. Il Professore si disse «personalmente» dispiaciuto, ma si vedeva benissimo che era ben lieto di fare il guastafeste bloccando quella prevedibile fonte di sprechi e mazzette. A distanza di qualche anno non fu il peggiore dei suoi atti.

 

Adesso si riparte con le Olimpiadi. Ma se Machiavelli consigliava il Principe di «tenere occupati i populi con le feste e spettaculi», non risulta che attribuisse ai sogni il potere di smuoverli al meglio, come Renzi e Malagò-Megalò forse sperano, forse no.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...