PIÙ CHE RIMPASTO, STAFFETTA! INVECE DI LOGORARE LETTA OGNI GIORNO, RENZI POTREBBE CHIEDERE DI ANDARE A PALAZZO CHIGI SENZA PASSARE DALLE ELEZIONI (RE GIORGIO PERMETTENDO)

Claudio Cerasa per il Foglio

"Io non vorrei dire, ma nei rapporti tra Renzi e Letta una terza soluzione in teoria c'è". Stefania Giannini è da due mesi la vice di Mario Monti, guida dal 16 novembre ciò che resta di Scelta civica e pochi giorni dopo aver osservato il modo in cui il minimo battito d'ali di una farfalla di Firenze è stato in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo, ovvero a Palazzo Chigi, si è resa conto che "così il governo non può durare, Renzi e Letta devono scegliere quale delle tre strade possibili intendono imboccare".

La prima strada, dice Giannini, è quella scontata, ed è quella "su cui il mio partito è impegnato": "Renzi accetta di mettere a disposizione del governo la sua forza propulsiva e si impegna affinché Letta porti a termine il suo incarico". La seconda presenta qualche difficoltà, sarebbe "da evitare" ma non si può escludere: "Se Letta si dimostra incapace di dare al suo esecutivo il necessario profilo riformista, andare a votare il 25 maggio, accorpando elezioni europee e politiche, potrebbe diventare una scelta obbligata".

La strada numero tre, infine, è forse quella più suggestiva, inedita e spericolata di cui si è cominciato a parlare in Transatlantico a fine dicembre. Giannini prende fiato e la mette così: "Se questo governo non dovesse raggiungere i suoi obiettivi; e se andare alle elezioni dovesse risultare un'opzione impossibile; Renzi dovrebbe prendere coraggio, andare al Quirinale, assumersi le sue responsabilità e proporsi come successore di Letta in questa legislatura. Il caso Fassina nasconde una realtà che non si può contestare, cioè un problema di equilibri politici all'interno del Pd.

Che non dipendono da una battuta infelice quanto dalla legittima necessità di segnalare un problema politico che è del partito, ma anche del governo. E qui non si tratta di parlare di rimpasti. Si tratta di smetterla di negare l'evidenza: il governo Letta è anche il governo di Renzi. Renzi è il suo principale azionista e non può limitarsi a fare solo le pulci. Deve decidere. O costruire fondamenta o avere il coraggio di confessare che la tentazione del voto è forte e quindi tagliare le gambe. Per ora ha offerto più la seconda che la prima impressione. Cosa fare? Un percorso in teoria c'è".

"Sfortunatamente - prosegue Giannini, che con Scelta civica può contare su una piccola truppa di nove senatori a Palazzo Madama e di ventisette deputati a Montecitorio, escluso Edoardo Nesi che dopo essersi iscritto al gruppo Misto dovrebbe tornare nella formazione montiana - l'intervista offerta dal ministro Saccomanni a Repubblica non mi pare abbia indicato un percorso coraggioso da seguire in questo nuovo anno. Finora bisogna dire che il governo, dal punto di vista dei fondamentali, ci ha messo poco del suo e ha sostanzialmente ereditato una situazione economica sana dal governo precedente.

Sia per quanto riguarda i conti, sia per quanto riguarda il deficit, sia per quanto riguarda lo spread. Detto questo, credo sia lecito attendersi dal ministro Saccomanni e dal governo in generale un approccio meno minimalista e più aggressivo. Sia per quanto riguarda il taglio della spesa sia per quanto riguarda l'azione sulla pressione fiscale. Finora, purtroppo, si sono viste solo delle azioni minime e, ahimè, ampiamente insufficienti".

Giannini, inoltre, sostiene che "il percorso del governo non possa più essere legato solo ai famosi diciotto mesi indicati da Letta nel giorno del suo insediamento"; spiega che "oggi occorre ragionare sulla base di un accordo che specifichi lo stato di avanzamento delle riforme in atto, passo dopo passo e consenta all'esecutivo di verificare la propria efficacia"; fissa la data del 31 marzo per l'approvazione del codice semplificato del lavoro, "altrimenti questo governo per noi non ha più senso"; riconosce che i primi otto mesi dell'esperienza Letta, per problemi di vario tipo, "sono stati sprecati, e che l'orologio è ripartito solo il 2 di ottobre".

E per questo, aggiunge, "da oggi in poi le nuove intese non hanno più alibi: o si fanno le riforme strutturali di cui c'è ancora drammatico bisogno, dal lavoro alla pubblica amministrazione o si cambia".

"Il patto di coalizione - continua la coordinatrice di Scelta civica - è il metodo che noi abbiamo indicato per primi e sarà un momento importante per la vita dell'esecutivo, ma al contrario di quanto scritto dai giornali in questi giorni faccio fatica a vedere un ‘patto' tra Letta e Renzi. Il segretario del Pd, personalmente, mi dà l'impressione di essere come un neopatentato che si ritrova a guidare una Ferrari.

Vorrebbe andare piano, perché sa che è giusto così, ma alla fine non riesce a fare a meno di schiacciare sull'acceleratore. E così facendo, non ci vuole molto a capire che questo governo rischia di avere i minuti contati". Giannini, infine, dice che i partiti "non devono tergiversare con la legge elettorale" e che "non si deve utilizzare il rinvio della riforma come fosse uno scudo per difendersi dalla minaccia di un voto anticipato: una riforma "va fatta con urgenza".

Giannini sostiene un doppio turno con premio di coalizione, è convinta che "puntare sul modello spagnolo, e cioè far scrivere la riforma a Renzi e Berlusconi, significherebbe far suonare a morto le campane del governo", ma riconosce che, dal suo punto di vista, "andare a votare presto sarebbe un grande autogol per lo stesso Renzi".

Cioè? "Significherebbe - conclude Giannini - riconoscere una sconfitta del Pd, oltre che delle forze riformiste che sostengono questo governo. E significherebbe riconoscere una sconfitta non solo di Letta, ma di una generazione che con le ultime elezioni si è affacciata sulla scena con la volontà del cambiamento. L'energia di Renzi invece è preziosa, se non si trasforma in un discorso autoreferenziale. Scelta civica dà e darà il sostegno a un governo riformista chiunque sia il pilota".

 

 

 

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA RENZI E LETTAnapolitano letta renzi NAPOLITANO RENZI jpegnapolitano renzi firenze Stefania Sandrelli e Giancarlo Giannini Edoardo Nesi

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…