SE RENZI VA A PALAZZO CHIGI FARA’ STRAFELICI I FIORENTINI: NON NE POSSONO PIU’ DEL “TASSATORE MASCHERATO”!

Stefano Filippi per IlGiornale.it

La prima a sollevare dubbi era stata una consigliera comunale fiorentina di lunga esperienza, Tea Albini. Più volte deputato, uno spazio web sul sito dell'Unità, Albini è compagna di partito di Matteo Renzi. Tea & Teo. Ma, a differenza del sindaco piacione, la consigliera non bada alla propaganda.

Era l'aprile 2012 e Palazzo Vecchio faticava ad approvare il bilancio. Renzi mise a segno il colpaccio quando fece passare una riduzione dell'aliquota locale Irpef. Un 1 per mille in meno, dallo 0,3 allo 0,2 per cento. «I fiorentini residenti risparmieranno sei milioni di euro», si vantò Renzi.

E giù con una serie di dichiarazioni autoincensatorie sul momento difficile e il fisco intollerabile. Tea Albini capì che si trattava di un gioco di prestigio, con una mano restituisco ma con l'altra intasco il doppio. La consigliera pd tuonò contro il compagno sindaco: «È una sciocchezza abbassare l'aliquota Irpef, mi sa molto di spot», protestò. Era così indispettita che - riferiscono le cronache - al momento di esprimersi tolse la scheda di presenza dal banchino e non prese parte alla votazione.

Uno spot a uso di giornali e tv, una pubblicità ingannevole. Perché, per un 1 per mille di Irpef tagliato, i fiorentini hanno dovuto subire una gragnola di aumenti. Renzi è il tassatore mascherato. Nei suoi quattro anni a Palazzo Vecchio i bilanci dicono che il Cosap (Canone di occupazione del suolo pubblico) ha subìto aumenti fino al 50 per cento. Le tasse cimiteriali hanno seguito il medesimo andamento. Idem per il costo delle mense scolastiche. La Tia (tassa sui rifiuti) è cresciuta del 24 per cento.

Ma il sindaco non se l'è presa soltanto con i concittadini, trasformando un minimo taglio per uno sgravio generalizzato. Anche i turisti e i lavoratori non residenti hanno fatto le spese della fame di soldi delle casse comunali. La tassa di soggiorno è passata da 1 a 5 euro a notte: un gettito di 22 milioni di euro che non sono stati impiegati per alleggerire il peso fiscale sui residenti. In più la giunta Renzi ha introdotto la tassa di 1 euro al giorno per gli artigiani che devono lavorare nel bellissimo centro storico.

Altro che «riduzione delle tasse per lavoratori e imprese», come il sindaco aveva scritto nel programma elettorale. Ma Renzi è così, una faccia tosta che va in tv a vendere tarocchi. Lo fece nel confronto Rai con Pier Luigi Bersani. «Con una pressione fiscale pari al 42,5 per cento - gli chiese Monica Maggioni - è possibile abbassare le tasse, nonostante un'evasione fiscale a livelli alti come in Italia?». Certo, ribatté Renzi: «Io a Firenze l'ho fatto abbassando l'addizionale Irpef». Un'improvvisa amnesia gli impedì di ricordare la raffica di aumenti inflitti ai fiorentini.

E non esistono soltanto i prelievi diretti dalle tasche dei contribuenti. Il Sole24Ore, che notoriamente non lascia partire schizzi di fango perché è la bibbia dei conti, ha scritto che «il Comune ha tirato la corda, su molti fronti, senza però incidere sulla spesa per il personale che continua a veleggiare sui 190 milioni l'anno». Più tasse senza tagli: il buon Matteo assomiglia molto a Mario Monti.

Facile ottenere «bilanci in salute», come li definisce il quotidiano confindustriale: «Buona parte del merito viene non solo dalla contrazione degli investimenti, ma dalla pressione tributaria. Cioè è l'alto grado di tassazione che insiste sui fiorentini a garantire entrate più che soddisfacenti». Il dato «viene da lontano ed è un'eredità che Renzi ha preso a prestito. Già nel 2008 l'imposizione fiscale, determinata dal Comune, è superiore alla media nazionale: 526 euro per abitante rispetto a 442».

Povero Matteo, chi avrà indebitato e tassato Firenze prima di lui? Chi ha malgovernato la città del giglio spremendone i cittadini? Berlusconi? La Lega? Certo che no, sono state giunte di sinistra. Ma al Rottamatore si perdona tutto, anche se non ha fatto nulla per rimettere in sesto le finanze di Palazzo Vecchio sulle quali, secondo la sua ormai collaudata tecnica comunicativa, Renzi ha steso un velo di maquillage.

Perfino il Sole riconosce che il dato dei conti «non è granché cambiato e dice che se Firenze ha un buon bilancio (rispetto a città in grave crisi di liquidità o debitoria come rispettivamente Napoli e Torino) lo si deve soprattutto alla magnanimità dei fiorentini tanto prodighi verso il fisco locale. O meglio, tanto tartassati». Dai numeri dei bilanci comunali escono verità drammatiche per Firenze. I debiti hanno avuto un'impennata: da 48 milioni di euro nel 2009 a 179 milioni nel 2012.

L'indebitamento complessivo pari a 753 milioni equivale a 1.600 euro che gravano su ogni fiorentino, neonati compresi. Da operazioni su derivati sono state realizzate perdite per 84 milioni di euro. Secondo le previsioni di entrate il piano delle alienazioni doveva fruttare 33 milioni di euro: ne sono entrati appena 5 milioni. Anche per l'Imu l'incasso è stato di 57 milioni contro i 70 milioni previsti. La beffa più fastidiosa? Riguarda le contravvenzioni.

«Daremo un segnale di novità e di reciproco rispetto nel rapporto con i fiorentini: non siamo un multificio», promise Renzi all'Unità. Detto, fatto: il bilancio previsionale prevede di incassare 52 milioni di euro di multe. La vecchia giunta si accontentava di 46.

 

MATTEO RENZI FA LO STARTER ALLA FIRENZE MARATHONMatteo Renzi Sindaco FirenzeMATTEO RENZI CONFERISCE LA CITTADINANZA ONORARIA DI FIRENZE A ROBERTO BENIGNI MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze PIERLUIGI BERSANI Pierluigi BersaniPier Luigi Bersanipier luigi bersani

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…