enrico letta matteo renzi nicola zingaretti

“ZINGARETTI AVEVA CONSEGNATO A CONTE LA LEADERSHIP DEL CENTROSINISTRA. E’ MEGLIO LETTA” - MATTEO RENZI: “NON SONO PENTITO DI “ENRICO STAI SERENO”, IL CAMBIO DI GOVERNO FU UNA DECISIONE UNANIME DELLA COALIZIONE. I RAPPORTI CON L’ARABIA SAUDITA? CHI FA POLITICA INVECE DEVE COLTIVARE RELAZIONI. NON LASCERÒ IL PARLAMENTO ANCHE SE PIACEREBBE AI MIEI AVVERSARI ANDRO' ANCORA IN AFRICA, IN ARABIA SAUDITA, IN CINA, NEGLI STATI UNITI..." - LA CONDANNA DELL'OMICIDIO KHASHOGGI MA NON DI BIN SALMAN ACCUSATO DALLA CIA DI ESSERNE IL MANDANTE...

Barbara Jerkov per “il Messaggero”

 

ZINGARETTI RENZI

Presidente Renzi, senza il suo strappo di gennaio il governo Draghi non sarebbe mai nato. Visti i primi provvedimenti presi - dai ristori alle chiusure - pensa sia stata la scelta giusta?

«Giustissima, non giusta. Draghi significa recupero di autorevolezza in Europa, garanzia sui fondi del Recovery, un cambio della guardia su vaccini e covid tra Arcuri e il generale Figliuolo, un approccio strategico su temi della transizione ecologica e digitale. Non è un cambio di premier, è una rivoluzione. Gli effetti si vedranno sul lungo periodo, non nell'immediato».

 

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

C' è un pressing nel governo per prorogare le chiusure almeno fino al primo maggio, ma Lega e FI sono contrarie. Lei come valuta questa ipotesi?

«Lasciamo che il governo decida sulla base dei dati. Ho molto apprezzato che Draghi abbia insistito molto sulla riapertura delle scuole come priorità assoluta. Stiamo sottovalutando il danno psicopedagogico di queste lunghe chiusure: c'è una generazione che soffre nel silenzio dei più. Io lo dico da un anno, anche al Messaggero, come ricorderà. Ora finalmente pare che si vogliano tamponare i ragazzi all'ingresso: questo serve, altro che banchi a rotelle».

RENZI ZINGARETTI

 

Il piano vaccini, però, anche con Draghi arranca. Il premier ha chiamato in causa direttamente l'arbitrarietà con cui si muovono alcune Regioni. E' venuto il momento di centralizzare la campagna sottraendola ai territori?

«Ho perso un referendum e il posto a Palazzo Chigi per cambiare il titolo V e i poteri delle Regioni, si figuri se non sono d'accordo. Detto questo sui vaccini con Figliuolo si è finalmente fatto un passo avanti, ma ancora non basta. Dobbiamo arrivare a mezzo milione di dosi inoculate al giorno, possiamo farcela».

 

matteo renzi enrico letta

La crisi del governo Conte è stato un vero e proprio big bang per Pd e M5S. Con Letta al Nazareno, i rapporti si fanno più difficili o più facili?

«Non so se più facili, sicuramente più semplici. Zingaretti aveva consegnato a Conte la leadership del centrosinistra. Letta invece rivendica un profilo riformista. Meglio Enrico, su questo. Vediamo però se dalle parole si passerà ai fatti perche il problema sarà capire se riesce a concretizzare ciò di cui parla. E il primo banco di prova, ovviamente, sono le amministrative a cominciare dalla Capitale».

GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI

 

Ovvero presidente?

«Il voto romano è il più importante delle prossime elezioni. Mi auguro che il Pd non si farà risucchiare da un accordo con la Raggi».

 

Dica la verità: si è pentito di quell' Enrico stai sereno di sette anni fa?

«Le parole volano, i fatti restano. Il cambio di governo fu una decisione pressoché unanime della coalizione per dare una scossa all' azione dell' esecutivo. Io non sono pentito di ciò che abbiamo fatto negli anni di governo, anzi. Agli altri lascio gli slogan io mi tengo le statistiche di Pil, occupati, tasse. In quegli anni c'era chi aumentava l' Iva e chi toglieva l' Imu. Ma non mi interessa tornare su un argomento che per me ormai è passato remoto. Io sono sereno davvero, come vede. Molto sereno».

 

MOHAMMED BIN SALMAN KHASHOGGI

A proposito di sue frasi celebri: lei ha parlato di Nuovo Rinascimento in Arabia Saudita ignorando l' omicidio del giornalista Khashoggi nel 2018...

«Ho condannato l'omicidio Khashoggi già nel 2018, quando non ne parlava nessuno. Ma adesso attaccarmi sull'Arabia è diventata la magra consolazione di chi in Italia ci considerava morti e sepolti e si è dovuto arrendere davanti all'operazione Draghi. Per mesi ci hanno considerato superflui. Quando si sono accorti che non era così e anzi eravamo stati decisivi hanno spostato l'attacco sulla questione Saudita. Non mi tiro indietro e rispondo punto per punto.

mohammed bin salman e matteo renzi il murale a roma

 

L'Arabia Saudita è un paese chiave nella lotta all'estremismo islamico. Certo, non è una democrazia occidentale, anzi. E dunque vanno incoraggiati tutti gli sforzi nella direzione delle riforme. A cominciare dai diritti delle donne: fino a cinque anni fa in Arabia Saudita non potevano nemmeno guidare, oggi le ragazze sono presenti in molti ruoli di responsabilità».

 

Parliamo di un giornalista assassinato, presidente.

«E infatti ho condannato ogni attacco alla libertà dell'informazione in tutti i Paesi del mondo, non solo a Riad, ma anche in Turchia, in Iran, in Russia, ovunque. Trovo davvero strumentale questa polemica».

MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN

 

Il portavoce di Amnesty Italia la accusa di fare un cattivo servizio ai diritti umani. Cosa risponde?

«Più della metà dei cittadini del pianeta vive in regimi non democratici. Aiutare questi Paesi a scegliere la strada delle riforme incoraggiando la difesa dei diritti umani, a cominciare dai diritti delle donne, è l'impegno di chi fa politica. Le Ong giustamente fanno un altro mestiere: chi fa politica invece deve coltivare relazioni perché i leader dei paesi non ancora democratici incoraggino e valorizzino i diritti. È un tema che riguarda moltissimi Stati, io nel mio piccolo lavoro in questa direzione. I diritti umani si difendono con le faticose riforme quotidiane più che con le rivoluzioni appariscenti: la penso così da tempo e non ho cambiato idea. Questo è vero più che mai nel mondo arabo».

matteo renzi mohammed bin salman 1

 

Lei è molto spesso all' estero, l' ultimo fine settimana a Dakar. Non è che sta pensando di lasciare il Parlamento per dedicarsi a tempo pieno a queste relazioni internazionali senza doverne render conto a nessuno?

«Non lascerò il Parlamento anche se capisco che piacerebbe a molti miei avversari. E rendo conto di tutto, dei miei soldi come delle mie battaglie. Finito il lockdown girerò l' Italia con un nuovo libro, perché non mi fermo davanti alle polemiche, anzi rilancio. Continuerò inoltre a viaggiare. Sono stato e tornerò in Africa, in Arabia Saudita, in Cina, negli Stati Uniti. Ovviamente senza gravare di un solo centesimo sul contribuente italiano».

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Quindi non abbandona la sua creatura: che futuro immagina per Italia viva?

«Siamo stati decisivi in tutti i passaggi di questa legislatura, soprattutto dopo la crisi aperta da Salvini e dopo quella aperta da Conte. Dicono che abbiamo il 2%, ma non si rendono conto che l' importante non sono i sondaggi ma la capacità di fare politica. E anche chi mi odia deve riconoscere che noi l' abbiamo fatta. Abbiamo due anni davanti per crescere, avvicinare i più giovani, alimentare un dibattito sulle idee. Se faremo questo, saremo decisivi anche nel 2023 per la prossima legislatura».

 

matteo renzi bin salman meme

Iv sarà al tavolo delle alleanze per le amministrative con il centrosinistra? Letta sta incontrando uno a uno tutti i leader della coalizione: quando sarà il turno di Iv andrà lei?

«Al momento non è fissato alcun incontro. Non ho alcun problema personale a incontrare Letta, ci farà sapere lui».

 

Si parla molto di parità di genere, soprattutto nel Pd. Magari puntare su candidate-donna nelle città sarebbe un segnale forte...

MATTEO RENZI ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO – AMICI MIEI

«Sicuramente credo che la parità di genere che il Pd ha finalmente evocato porterà la coalizione a proporre candidature femminili nelle principali città e nelle principali elezioni suppletive: mi sembra una bella svolta e noi di Italia Viva su questo tema siamo pronti a offrire le nostre migliori candidature. Se invece vogliono fare a meno di noi per rincorrere le follie di Beppe Grillo, auguri: andremo avanti a testa alta, rappresentando l' alternativa al bipopulismo».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO