UN PACCIANI PER RENZI? AL TESORO È IN USCITA IL DIRETTORE GENERALE LA VIA E IL BANCHIERE RENZIANO COSIMO PACCIANI È IN POLE POSITION PER IL SUO POSTO – FUORI TUTTI GLI UOMINI DI ENRICOLETTA?

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

cosimo pacciani cosimo pacciani

Dalle parti di via XX Settembre il movimento sta crescendo di intensità. Il fatto è che al Dipartimento del Tesoro ci sono in palio alcune poltrone che stanno letteralmente scatenando gli appetiti. La struttura, attualmente, è guidata da Vincenzo La Via, salito sulla tolda di comando nel marzo del 2012, all’epoca del governo di Mario Monti. Il suo mandato, in linea teorica, scade tra poco. Dal ministero fanno notare che l’incarico, un anno fa, è stato confermato dal governo guidato da Matteo Renzi. Ma a giudicare dalle candidature che in questi giorni si stanno sviluppando sottotraccia, è assolutamente possibile che all’esaurimento naturale del mandato l’attuale direttore lasci. La Via, ex direttore finanziario della Banca mondiale, all’epoca sponsorizzato da Mario Draghi, in questi anni ha tenuto un profilo molto basso.

 

LE PEDINE

cosimo pacciani alla leopolda cosimo pacciani alla leopolda

Se si dovesse ragionare su un suo sostituto proveniente dall’interno del Dipartimento del Tesoro, la scelta sembrerebbe destinata a cadere su Alessandro Rivera, oggi a capo della Direzione Sistema bancario e finanziario. Secondo gli addetti ai lavori è suo il nome in pole position. A muoversi, però, c’è anche Carlo Monticelli, ora alla guida della Direzione rapporti finanziari internazionali. Si racconta che Monticelli stia provando a guadagnarsi la sponsorizzazione di Draghi. Ma diversi osservatori credono che l’operazione sia piuttosto ardua.

VAROUFAKIS E PADOANVAROUFAKIS E PADOAN

 

Nel contesto, poi, non può certo essere trascurata l’influenza del giglio magico renziano. Perché è vero che il Dipartimento ricade sotto il Mef guidato da Pier Carlo Padoan, ma palazzo Chigi vuole mettere bocca sul destino di una poltrona che può rivelarsi pesante. Ebbene, numerose indiscrezioni accreditano proprio la soluzione “renziana”. In questo caso i nomi in lizza sono essenzialmente tre. Uno è quello di Matteo Del Fante, fiorentino come Renzi, attuale amministratore delegato di Terna. Poi si staglia il profilo di Carlotta De Franceschi, ex banker di Goldman Sachs, Morgan Stanley e Credit Suisse, oggi reclutata dal premier a palazzo Chigi nel cerchio dei consiglieri economici, con un compenso annuo di 150mila euro.

 

matteo del fante (4)matteo del fante (4)

Infine viene tirata in ballo l’opzione Cosimo Pacciani, anche lui fiorentino e amico di vecchia data di Renzi, già capo della sezione rischi di Royal Bank of Scotland e oggi responsabile dello stesso settore all’interno dell’Esm (European Stability Mechanism), ovvero il famoso Fondo salva-Stati. Se poi si dovesse scommettere su uno in particolare della terna renziana, alcuni osservatori non hanno dubbi: si tratterebbe di Del Fante. Trasferendosi al Dipartimento del Tesoro, dove il tetto massimo di stipendio è di 240 mila euro, il manager andrebbe a guadagnare molto di meno di quello che oggi incassa come Ad di Terna. Ma la responsabilità e centralità del ruolo sarebbe motivo sufficiente per sopportare il sacrificio economico. Senza contare che Del Fante ha anche trascorsi come direttore generale della Cassa Depositi, da cui ormai dipende una miriade di partecipazioni pubbliche e private, e come banchiere di Jp Morgan. Insomma, dettagli che potrebbero convincere Renzi a puntare si di lui.

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

 

GLI ALTRI

Al ministero dell’economia, però, si registra da giorni anche un certo dinamismo da parte di Fabrizio Pagani, oggi capo della segreteria tecnica di Padoan e consigliere di amministrazione di Eni. Su di lui, però, parrebbe pesare la vicinanza all’ex premier Enrico Letta, di cui è stato consigliere economico a palazzo Chigi. Pagani, a quanto pare, sta comunque cercando il colpo di biliardo facendo sponda con Andrea Donzelli, managing director di quella Credit Suisse che in Italia ha diverse partite importanti tra le mani. Riuscirà La Via a resistere a questo assalto? Si vedrà nelle prossime settimane. Di sicuro dal Tesoro è in uscita Francesco Parlato, capo della Direzione finanza e privatizzazioni. C’è chi ipotizza per lui un passaggio all’Enel o a Finmeccanica. Ma più di qualche osservatore ritiene che abbia già in tasca un trasferimento alle Ferrovie dello Stato. Senza contare che nei mesi scorsi è uscito dal Tesoro Lorenzo Codogno, ex capo della Direzione analisi economico-finanziaria. Per il sostituto il ministero ha organizzato una selezione che dovrebbe dare i suoi frutti a breve.

fabrizio pagani fabrizio pagani VINCENZO LA VIA VINCENZO LA VIA

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?