draghi cartabia

LA RIFORMA DEL CSM VIENE RALLENTATA DALLA PARTITA DEL QUIRINALE? IL TEOREMA DEL QUOTIDIANO "DOMANI": VISTO CHE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, MARTA CARTABIA, E' IN BALLO PER SALIRE AL QUIRINALE O PER PRENDERE IL POSTO DI DRAGHI A PALAZZO CHIGI, RITARDA IL PIÙ POSSIBILE LA PRESENTAZIONE DEGLI EMENDAMENTI, COSÌ DA EVITARE DI INIMICARSI QUALCUNO - LA SMENTITA DEL MINISTERO: "SI STA CHIUDENDO LA DEFINIZIONE DEGLI EMENDAMENTI, È QUESTIONE DI GIORNI" - EPPURE IL GRANDE ATTIVISMO DELLA MINISTRA, COMPRESO IL VIAGGIO NEGLI USA PER ACCREDITARSI, VIENE VISTO CON SOSPETTO…

mario draghi marta cartabia 1

Giulia Merlo per https://www.editorialedomani.it

 

Le strategie politiche intorno al Quirinale impattano anche sulla giustizia e in particolare sul Consiglio superiore della magistratura. In particolare, il timore di buona parte della magistratura associata è che le mille incognite che si apriranno da qui a febbraio a causa della corsa al Colle siano all’origine di un ritardo definito «inspiegabile» nella presentazione degli emendamenti del ministero della Giustizia al ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario.

marta cartabia foto di bacco (3)

 

La relazione della commissione di tecnici guidata da Massimo Luciani è stata depositata sei mesi fa, la commissione Giustizia in parlamento è prontissima a discutere gli emendamenti che ne dovrebbero essere la sintesi, ma del testo finale ancora non c’è traccia. E, come ben sa la ministra Marta Cartabia, qualsiasi soluzione lei sceglierà per riformare il sistema elettorale del Csm scontenterà una parte della maggioranza.

mario draghi marta cartabia

 

Per questo, si ragiona tra i magistrati ma anche tra i tecnici interni a via Arenula, la ministra preferirebbe ritardare il più possibile la presentazione degli emendamenti, così da evitare di inimicarsi qualcuno nell’ottica delle due prospettive politiche per cui il suo nome continua a girare. Da una parte il Quirinale, per cui tuttavia le sue possibilità sembrano essere diminuite. Dall’altra invece palazzo Chigi in una staffetta con Mario Draghi al Colle, di cui si starebbe invece discutendo concretamente vista l’affinità ancora solida tra il premier e la sua ministra.

 

marta cartabia foto di bacco (1)

L’ipotesi di un ulteriore slittamento della riforma sarebbe giustificato anche da un dato sostanziale: è vero che la riforma dell’ordinamento giudiziario è contenuta nel Pnrr, ma le due misure chiave – il ddl penale e il ddl civile – per accorciare i tempi dei processi e rispondere alle richieste europee (e dunque a sbloccare i fondi) sono state approvate con successo nei tempi previsti.

 

Il terzo ddl, pur se formalmente inserito nel pacchetto e da approvare entro dicembre, non è invece determinante. Questo darebbe alla ministra avrebbe più ampio margine di manovra per diluirlo nel tempo sulla base dell’evolversi del quadro politico.

 

QUESTIONE DI GIORNI

marta cartabia elisabetta belloni foto di bacco

I timori dei magistrati e anche i retroscena politici vengono allontanati seccamente dal ministero. «La ministra sta chiudendo la definizione degli emendamenti, è questione di giorni», assicurano da via Arenula, garantendo che entro dicembre verranno depositati. Poi si procederà con il classico “metodo Cartabia”: confronto con l’Associazione nazionale magistrati, l’avvocatura e i capigruppo in parlamento, poi chiusura del testo e approvazione.

 

Il ritardo nella presentazione, infatti, viene spiegato con ragioni tecniche: negli ultimi mesi sono stati definiti i limiti della riforma della magistratura onoraria e anche le nuove norme contro la violenza sulle donne, oltre ad aver predisposto il maxi concorso per altri 500 magistrati e aver portato avanti i bandi di assunzione per la nascita dell’ufficio del processo.

Insomma, una grande mole di lavoro tale da giustificare lo slittamento del ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario, che comunque arriverà «in tempo per le elezioni del prossimo Csm» a luglio 2022.

marta cartabia mario draghi.

 

Eppure proprio questo grande attivismo della ministra in direzioni diverse rispetto a una riforma politicamente spinosa come quella della magistratura è stato letto come un ulteriore segnale dell’ipotesi di un volontario ritardo.

 

Fonti ministeriali, infatti, hanno notato l’attivismo di Cartabia per consolidare il suo profilo all’esterno e in questa prospettiva è stato letto anche il prestigioso viaggio negli Stati Uniti con annesso incontro con il vertice della Corte Suprema John Roberts. Un attivismo che avrebbe infastidito non solo i magistrati - che lo hanno interpretato con qualche malizia come un modo per garantirsi un futuro politico – ma anche qualche tecnico.

 

la ministra marta cartabia foto di bacco

Segnali di massimo gradimento, invece, sarebbero arrivati da palazzo Chigi: Draghi avrebbe molto apprezzato le mosse di Cartabia nell’attestare a livello internazionale non solo se stessa ma l’intero governo. Anche grazie a questo, il suo profilo avrebbe ripreso quota tra quelli papabili per la possibile staffetta di governo.

 

Il dato politico, però, è complicato da un ulteriore elemento. Il termine del luglio 2022 per l’approvazione della riforma del Csm è stato cristallizzato in modo esplicito in un intervento pubblico addirittura dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che difficilmente si sbilancia con auspici tanto chiari.

marta cartabia a genova

 

Rispettare questo termine vorrebbe dire discutere gli emendamenti proprio a ridosso del voto per il Colle. Disattenderlo per non surriscaldare la maggioranza, per Cartabia vorrebbe dire rompere la fiducia con il suo primo riferimento politico. E per farlo, avrebbe bisogno di essere considerata più di una ipotesi tra le tante ancora sul tavolo.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…