SANITÀ MALSANA - RIGOR MONTIS RIDIMENSIONA LA SANITÀ PUBBLICA MENTRE QUELLA MILITARE CI COSTA MILIONI DI EURO A VUOTO - SENZA LA LEVA OBBLIGATORIA, GLI OSPEDALI PER I SOLDATI SONO SEMI-VUOTI E NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI DAI CIVILI - AD AGOSTO IL MINISTERO DELLA DIFESA AVEVA DIFFUSO UNA CIRCOLARE CHE INVITAVA A STRINGERE ACCORDI CON LE ASL E A “METTERE A REDDITO LE STRUTTURE” APRENDOLE AI CITTADINI - CHE FINE HA FATTO QUELLA CIRCOLARE?...

Andrea Scaglia per "Libero"

Eccola qui, una faccenda che ben riassume la situazione in cui si dibatte questo nostro boccheggiante Paese: uno solleva un problema, tutti ad annuire con espressione seria - «e certo, va risolto immediatamente!...» - poi passano gli anni e cambia nulla. Per dire: giusto l'altro giorno mister Monti, sempre serissimo e pienissimo di seissimo, ha avvertito che «ocio, qui di soldi non ce n'è, e anche la sanità pubblica è meglio si dia una regolata». Umile suggerimento: ma se cominciassimo a sfruttare davvero le risorse che già abbiamo?

STANZE E POSTI LETTO
Prendiamo allora l'ospedale militare di Baggio, periferia di Milano. Un luogo mitologico, ai tempi della leva obbligatoria ci finiva chi non poteva fare il soldato per motivi fisici, oltre naturalmente agli aspiranti imboscati che s'inventavano depressioni e malanni i più incredibili per schivare un anno di alzabandiera. E però, guarda il caso, la leva obbligatoria non c'è più, e mica da ieri. Mentre l'ospedale sì, per di più ben tenuto dalle autorità militari e perfettamente funzionante.

Un problema da noi sollevato addirittura tre anni fa, dopo essere riusciti a farci un giro interno. E dunque scrivevamo che «l'ospedale di Baggio è vuoto. O meglio, semi vuoto: ti aggiri per i vialetti del grande parco piantato ad abeti, c'è qualche macchina parcheggiata, su quelle panchine nessuno si siede da chissà quanto. Segui i cartelli che segnalano i diversi padiglioni, passi davanti agli edifici ben conservati, t'immagini decine di stanze e centinaia di posti letto.

Peccato che la maggior parte di questi sia chiusa, le finestre giù, sbarrate, nessun segno di attività. Vai a bere un caffé nel baretto che fa angolo, poi un altro giro, c'è una piazzetta con un paio di ambulanze verdi, entri nel corpo centrale del grande complesso e hai l'impressione di trovarti in un ospedale nuovo, curato, pulito». E ancora: «Ecco un isolato degente, attualmente ci dicono essere una trentina.

Poi un gruppetto di medici, a onor del vero sembra passeggino, qualche dottore lì a presidiare il suo settore, sarà anche giovedì ma l'impressione è che l'attività non sia davvero frenetica. Peraltro, sembra stiano allestendo quattro sale operatorie. E comunque, secondo i dati, qui a Baggio ci sono 45 ufficiali medici effettivi, 31 sottufficiali paramedici: in tutto oltre 70 unità di personale. Pochissime per un grande ospedale in funzione, ma certo troppe per una struttura che pare pressoché inoperosa».

E in questi tre anni che cosa è cambiato? Nulla, è cambiato nulla, se non magari qualche numero. Anzi, qualcosa di sostanzialmente diverso c'è: le sale operatorie. Sono state ultimate. E regolarmente pagate: quattro milioni, per l'appunto.

INTERROGAZIONE
La questione è riemersa dall'oblio in seguito a un'interrogazione del senatore leghista Fabio Rizzi. Il quale, per l'appunto, ha chiesto al governo che cosa intenda fare con la sanità militare, del cui riordino si parla da tempo immemorabile. Anche perché l'organizzazione attuale si basa fondamentalmente su una legge degli anni Trenta, quando ancora nemmeno esisteva una sanità pubblica, e dunque soldati e loro famiglie si curavano nelle strutture dedicate.

Ma adesso - com'è ovvio - anche i militari di professione usufruiscono del Sistema Sanitario Nazionale. Cioè: per avere una medicina vanno dal medico di famiglia, mica da quello militare. Senza contare che, nonostante esista una comune Direzione generale della sanità militare, poi ogni corpo ha una sua struttura di fatto autonoma: una l'Esercito, un'altra la Marina, e poi una l'Aeronautica e una i Carabinieri. Quindi: innanzitutto accorpare tutto l'ambaradan.

E poi aprirle anche ai civili, così da poter sfruttare in tutte le sue potenzialità una risorsa di prim'ordine - così come fanno in altri Paesi europei. Nell'agosto scorso il ministero della Difesa ha già diffuso una circolare che invitava a stringere accordi con le Asl. E in settembre ancora il ministero ha invitato Difesa spa - la società che si è presa in carico molte attività comunque collegate con l'universo militare - a mettere a reddito le strutture in questione, dunque proprio aprendole agli utenti civili. Ma la cosa pare si sia persa nei meandri del labirinto burocratico.

APRIRE AI CIVILI
E allora torniamo al caso emblematico, quello dell'ospedale militare di Baggio. E però chiedendo lumi a un civile, il dottor Carlo Montaperto, direttore medico del presidio dei polimabulatori di Milano. Il quale ci conferma che «sì, la proposta di aprire quella grande struttura all'utenza civile l'abbiamo avanzata eccome. Inviando una lettera, circa un mese fa, ai vertici dell'ospedale stesso. E dunque chiedendo di impostare un rapporto di collaborazione, anche perché era venuto dagli stessi ambienti militari l'impulso a sfruttare degli spazi potenzialmente attivi ma di fatto inoperosi.

Una cosa che servirebbe all'intera collettività: decongestionando le affollate strutture pubbliche civili, evitando alla sanità pubblica di pagare affitti onerosi, e comunque sfruttando appieno le risorse statali e di conseguenza facendo risparmiare lo Stato stesso». E com'è andata? «La cosa pareva ben avviata, abbiamo trovato un'ambiente molto ben disposto, ci sono stati anche dei sopralluoghi tecnici. Poi più nulla, il silenzio». Poteri della burocrazia.

 

MARIO MONTI GIAMPAOLO DI PAOLA OSPEDALE MILITARE DI BAGGIO A MILANO OSPEDALE MILITARE DI BAGGIO A MILANO OSPEDALE MILITARE DI BAGGIO A MILANO

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...