giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio decaro

MAL COMUNE, NESSUN GAUDIO – A RIMETTERCI LE PENNE DALLA RIMODULAZIONE DEL PNRR SONO SOPRATTUTTO I SINDACI , CHE SI RITROVANO CON CANTIERI AVVIATI SENZA PIÙ FINANZIAMENTI. IN TOTALE, SONO STATI TOLTI AI MUNICIPI QUASI 10 MILIARDI. E RISCHIANO DI SALTARE 42MILA INTERVENTI, TRA CUI ASILI E SCUOLE – IL PRESIDENTE DELL’ANCI, DECARO: “SE NON ARRIVERANNO NUOVI FONDI CONTESTUALMENTE, SI BLOCCHERANNO I TANTI LAVORI GIÀ IN CORSO E SI FERMERANNO LE GARE”

1. FINANZIAMENTI E BANDI FERMI, I PICCOLI COMUNI RINUNCIANO

Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”

 

GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI - QUESTION TIME SENATO

Oltre mille progetti “scomparsi” dal Pnrr tra luglio e settembre. Senza certezze i piccoli Comuni sono sempre più in difficoltà, sono a rischio 42 mila interventi, denuncia l’Ance, l’associazione dei costruttori. «Il nostro progetto di polo scolastico 0-6 anni purtroppo è andato a monte, perché non ci hanno permesso di correggere i dati sul numero dei bambini. – racconta Antonietta Premoli, sindaca di Motta Baluffi, comune di 784 abitanti in Provincia di Cremona - Il costo sarebbe stato esorbitante, abbiamo dovuto rinunciare con molto rammarico ».

 

fitto meloni

Il dato sui 1015 progetti scomparsi emerge da un report di Openpolis. Valgono oltre 250 milioni di euro: la Regione che registra la maggiore perdita di risorse è la Puglia, con 62 milioni, seguita da Piemonte (24,28), Lombardia (22,37) e Veneto (18,72). «Alcuni potrebbero aver trovato fonti diverse di finanziamento – spiega Martina Zaghi, analista di Openpolis […]».

 

Ma le difficoltà di cui i sindaci danno ampia testimonianza fanno pensare che siano molti anche i progetti rispetto ai quali i Comuni hanno gettato la spugna. «Ci siamo preoccupati quando si è avuta contezza della riprogrammazione da parte del governo di quei piccoli lavori dei Comuni – spiega Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori che fa capo a Confindustria – Molti erano già a uno stato avanzato sotto il profilo dei bandi e dell’aggiudicazione, ma c’è stato un contraccolpo perché i sindaci non se la sentono di avviare i lavori nell’incertezza delle risorse. Tante imprese adesso sono state costrette a rallentare ».

 

MODIFICHE AL PNRR

«Noi non abbiamo rinunciato a niente – dice Angelo Miniello, sindaco di Mirabello Sannitico, in provincia di Campobasso – però facciamo molta fatica, ci sono alcuni ministeri, come quello dell’Ambiente, che, se la procedura è a posto, rimborsano a tempo di record, ma altri che hanno tempi biblici. Da un anno a questa parte sul Pnrr per i Comuni non si muove più niente, non abbiamo visto più un bando, non un finanziamento. […]».

 

A temere che alla prossima rilevazione i progetti mancanti potrebbero essere ben più di mille è anche Franca Biglio, sindaco di Marsaglia (Cn) e presidente dell’Anpci, l’associazione nazionale dei piccoli Comuni: «Fin dall’inizio abbiamo cercato di fare del nostro meglio, nonostante la forte carenza di figure tecniche e di segretari comunali: – afferma– sono così pochi che ce li strappiamo l’un l’altro. La seconda questione è quella della fattura quietanzata: come si fa ad anticipare i pagamenti? Non credo che neanche i grandi Comuni abbiano grandi avanzi di amministrazione»

 

antonio decaro

2. ANTONIO DECARO “IL GOVERNO CI DEVE 10 MILIARDI I BILANCI DEI COMUNI SONO A RISCHIO”

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

Dalla revisione del Pnrr che il governo ha concordato con Bruxelles ai comuni sono stati risparmiati 3 miliardi di tagli. Ne restano però ancora quasi 10 da coprire. E questo per i 7.000 comuni italiani che hanno presentato decine di migliaia di progetti inseriti nel piano di ripresa e resilienza rappresenta un bel problema.

 

«Siamo riusciti a salvare la maggior parte dei fondi destinati ai piani di rigenerazione urbana ed una parte di quelli destinati ai piani urbani integrati, come avevano chiesto» spiega il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni, Antonio Decaro.

 

I NUMERI CHIAVE DEL PNRR - LA STAMPA

«Quanto alle piccole opere nate prima del Pnrr ed agli altri fondi che vengono spostati – aggiunge il primo cittadino di Bari - adesso si tratta di capire quale sarà la nuova fonte di finanziamento statale. Certamente non possono essere risorse già a disposizione dei comuni. Poi bisogna capire quando avverrà questo spostamento: se la cosa non sarà contestuale si bloccheranno i tanti lavori già in corso e si fermeranno le gare, molte delle quali già espletate».

 

[…] Decaro […] martedì parteciperà alla nuova cabina di regia convocata a palazzo Chigi […] Quanti fondi vi mancano a questo punto?

«Nove miliardi, quasi 10. E faccio presente che sulle piccole opere dei 6 miliardi di euro previsti dal piano iniziale tre sono già stati spesi. I comuni li stanno rendicontando e questi vanno rimborsati altrimenti saltano i bilanci».

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

Il ministro Fitto è tornato ad assicurare che con un provvedimento di fine anno le risorse che vi servono saranno individuate.

«L'operazione deve essere contestuale: lo stesso giorno in cui si spostano i fondi del Pnrr vanno messe le risorse nuove. Questo però da solo non basta […] Per noi è fondamentale che le procedure […] siano le stesse previste per le opere finanziate con il Pnrr. Questo perché ad oggi solo i lavori inseriti nel Pnrr beneficiano delle semplificazioni, le altre opere […] seguono le procedure ordinarie, che fanno perdere un sacco di tempo, per cui non è pensabile di cambiare la procedura in corso».

ANTONIO DECARO

 

Vengono tagliati 100 mila posti negli asili?

«All'inizio avevamo presentato progetti al ministero sia per realizzare nuovi posti e nuovi edifici oppure per riqualificare edifici esistenti, dove magari c'era già un asilo nido che però non era più agibile. Poi è arrivata una nuova interpretazione in base al quale quest'altra parte di interventi non è più possibile per cui ora dovremo presentare nuovi progetti per realizzare nuovi asili. Mentre la parte relativa alle ristrutturazioni dovrà anche questa esser finanziata con altri fondi statali».

 

Il ministro Giorgetti ha definito debito "non buono" quello delle opere stralciate.

«Non capisco cosa intenda dire il ministro. Per la prima volta nella storia […]  abbiamo ottenuto risorse aggiuntive rispetto ai nostri bilanci per realizzare opere pubbliche […] Per i comuni si trattava di risorse importanti, che servivano davvero a cambiare la vita delle nostre comunità. Per quello abbiamo lottato per avere quelle risorse, per rispettare gli impegni e per fare nei tempi previsti sia le progettazioni che le gare. Francamente non si è ancora capito perché abbiano voluto stralciare queste opere».

 

Non c'era il rischio di non rispettare la scadenza del 2026?

«Sia la Banca d'Italia che da ultimo la Corte dei Conti hanno certificato che nel caso del Pnrr i comuni sono quelli che stanno spendendo di più. Però, come detto, se proprio il governo ha deciso di spostare queste risorse, almeno che la sostituzione sia contestuale: attenzione, però senza attingere ad altre risorse già assegnate ai comuni […]».

 

Si creerebbe un altro buco.

«Certo. E non è che possiamo fare giochi di prestigio».

 

Di questi tempi però trovare 9-10 miliardi non sarà facile.

«Non abbiamo certamente chiesto noi di spostare quelle risorse sul RepowerEu, né nessuno può dire che i comuni sono in ritardo: abbiamo rispettato sia tutte le milestones europee sia tutti i monitoraggi intermedi che ci ha chiesto il ministero, per cui ora non capisco proprio come ci si possa accusare di non poter rispettare la scadenza del 2026»

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?