diaz genova g8

UN CLIC CHE COSTA UNA CARRIERA - RIMOSSO DALL'INCARICO IL DIRIGENTE DELLA POLIZIA CHE HA MESSO "MI PIACE" SUL POST FACEBOOK DELL'AGENTE TORTOSA - PANSA: "OGGI LA POLIZIA È UN'ALTRA COSA. SIAMO PALADINI DELLA LEGALITÀ"

 

 

1 - PANSA, OGGI LA POLIZIA È UN'ALTRA COSA

 capo della Polizia Alessandro Pansa capo della Polizia Alessandro Pansa

(ANSA) - "Oggi i Reparti Mobili, la polizia, sono un'altra cosa, sono diversi. La polizia è paladina della legalità". Lo ha detto il capo della polizia Alessandro Pansa, aggiungendo che "se c'è qualcuno che sbaglia, sbaglia lui e verrà sanzionato". Il capo della polizia ha risposto ai cronisti dopo la bufera scatenata dalle parole su facebook dell'agente Fabio Tortosa, a margine di una iniziativa dell'Università La Sapienza e del Dipartimento della Pubblica sicurezza sulla violenza nel mondo del calcio.

 

"Non è pensabile - ha detto Pansa - che ogni situazione che accada oggi, a distanza di 14 anni, possa essere ricondotta ogni volta al problema della Diaz. La sentenza di Strasburgo ha stigmatizzato quei fatti". La verità è dunque, aggiunge il capo della polizia, che "oggi i reparti mobili, la polizia, sono un'altra cosa; sono diversi: abbiamo altri modelli comportamentali e altre tecniche operative, siamo tutori e difensori della legalità e della democrazia. La polizia è paladina della legalità". Ecco perché, conclude, "se c'è qualcuno che sbaglia, sbaglia lui, e verrà sanzionato".

Angelino Alfano e il capo della polizia, Alessandro PansaAngelino Alfano e il capo della polizia, Alessandro Pansa

 

2 - DIAZ: SOLLEVATO DA INCARICO DIRIGENTE REPARTO MOBILE CAGLIARI

(ANSA) - Il capo della polizia Alessandro Pansa firmerà questa mattina il provvedimento per sollevare dall'incarico il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato. Il dirigente aveva messo un 'like' al post sul massacro della Diaz pubblicato dal poliziotto Fabio Tortosa du Facebook.

 

3 - LE FRASI DELL’AGENTE IN AZIONE ALLA DIAZ: DANNO ALL’IMMAGINE DELLA POLIZIA

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

FABIO TORTOSA FABIO TORTOSA

I tentativi di rettifica e le richieste di scusa non basteranno a fermare la procedura disciplinare già avviata nei confronti del poliziotto Fabio Tortosa. Né gli accertamenti sul conto di Antonio Adornato, il suo ex superiore al Reparto mobile di Roma che ora guida i celerini di Cagliari, dopo il «mi piace» concesso alle dichiarazioni via Facebook sulla notte della Diaz; per lui e per tutti coloro che hanno pubblicamente sottoscritto le frasi di Tortosa sulla drammatica notte della Diaz al G8 genovese del luglio 2001.

 

Condivisioni che non sono piaciute al vertice della polizia, e alla grande maggioranza dei colleghi che si ritrovano additati nell’ennesima polemica nata dai sanguinosi fatti di quattordici anni fa. Il motivo dei procedimenti è proprio questo: al di là del merito di ciò che l’agente ha scritto (di cui saranno valutati anche possibili profili penali, da trasmettere eventualmente alla magistratura) c’è il dato oggettivo del danno arrecato alla polizia.

 

fabio tortosa porta fuori dalla diaz von unger oggi avvocatofabio tortosa porta fuori dalla diaz von unger oggi avvocato

Problemi di immagine provocati da parole che, fraintese o meno, sarebbe stato opportuno non diffondere attraverso un social network, perché foriere di potenziale «disdoro» nei confronti dell’istituzione. Inoltre rischiano di mettere in difficoltà gli operatori dell’ordine pubblico: la rivendicazione della perquisizione da parte di uno degli autori, all’indomani della condanna dell’Italia da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo proprio a causa del comportamento degli agenti, potrebbe infatti esporre i poliziotti a ritorsioni o provocazioni da parte dei «professionisti del disordine», come li chiamano gli addetti ai lavori.

 

Poco importa che Tortosa non sia stato coinvolto nel processo sulle violenze alla Diaz e abbia solo voluto rivendicare — sostiene lui — la correttezza delle azioni proprie e del suo reparto, toccato solo marginalmente dalle indagini; il risultato è stato un ciclone di nuove tensioni intorno alla polizia, che potrebbero innescare ulteriori scontri e mettere a repentaglio la sicurezza del poliziotti, oltre che l’immagine del Corpo. È per questi motivi che il capo Alessandro Pansa, il quale si trovava all’estero ed è rientrato ieri mattina, ha dato immediate disposizioni perché il vicario Alessandro Marangoni avviasse subito l’istruttoria per i procedimenti disciplinari, anche su chi ha semplicemente aderito pubblicamente a un «comportamento censurabile».

il dirigente della polizia antonio adornatoil dirigente della polizia antonio adornato

 

L’autore del post contestato aderisce al Consap, una delle sigle collocate a destra nello schieramento sindacale interno, e sebbene non risulti tra i quadri dirigenti del gruppo potrebbe tentare di far valere le relative «immunità» per ciò che riguarda le dichiarazioni pubbliche non autorizzate. La sanzione ipotizzabile nei suoi confronti potrebbe andare dalla più lieve deplorazione alla sospensione temporanea dal servizio.

 

Vicende personali a parte, il nuovo «caso Diaz» ha riaperto una ferita che dopo quasi tre lustri è tutt’altro che chiusa: per le vittime di quell’irruzione degenerata in pestaggio ma anche per l’amministrazione che ne porta la responsabilità. E riporta d’attualità il problema della gestione della piazza, nonché del comportamento dei reparti specializzati. Il senatore del Pd Luigi Manconi, da sempre attento a questi temi, coglie l’occasione per rilanciare la necessità di adottare in fretta il «codice identificativo» sui caschi o le divise di chi viene impiegato in servizi di ordine pubblico.

 

poliziotti diaz 1poliziotti diaz 1

È un’annosa questione sulla quale è cominciato il dialogo anche con i sindacati di polizia. I quali potrebbero fornire (almeno alcuni) il consenso in cambio di norme più severe per chi si presenta alle manifestazioni a volto coperto, e che consentano l’arresto differito (cioè dopo la visione delle immagini raccolte durante i disordini) come avviene per la violenza negli stadi. C’è chi teme che episodi come la rivendicazione del poliziotto che entrò alla Diaz possa interrompere il dialogo avviato.

poliziotti diazpoliziotti diaz

 

Non a caso l’Associazione funzionari di polizia l’ha bollato come espressione di «mentalità e sottocultura che lasciano sbalorditi; auspichiamo che episodi simili, che vanno stigmatizzati e perseguiti col massimo rigore, non compromettano il prezioso vincolo fiduciario che ci unisce alla gente, in assenza del quale la nostra azione è destinata inevitabilmente a perdere significato ed efficacia».

 

 

 

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM