RIPRESA PER I FONDELLI - MENTRE RENZIE PROMETTE DI RISOLLEVARE LE ESPORTAZIONI, L'ECONOMIA ITALIA ARRANCA. ADESSO CI SUPERA PERSINO LA GRECIA, MENTRE LA SPAGNA ADDIRITTURA SI PERMETTE DI ALZARE LE STIME DI CRESCITA DEL PIL

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

 

matteo renzimatteo renzi

Un punto di pil in più grazie all'export.Lo promette in un video girato al rientro dall'Africa il premier Matteo Renzi,con il solito piglio decisionista: la carica del Made in, promette, si snoderà in mille giorni coinvolgendo la bellezza di 22 mila aziende che varcheranno i confini grazie «ad un vero e proprio piano di politica industriale da noi approntato».

 

L'esordio non avviene sotto i migliori auspici: proprio ieri l'Istat ha segnalato un calo a giugno dell'export al di fuori dell' area euro pari al 4,3% che non intacca,beninteso, la solida posizione della bilancia commerciale italiana (9,4miliardi di saldo attivo nei primi sei mesi, contro 7,6 di un anno fa), frutto però della discesa dell'import (e dei consumi) piuttosto che del buon andamento delle vendite oltre frontiera.

 

PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Ma, al di là della congiuntura, fa piacere scoprire l'esistenza di un «vero e proprio piano industriale» che,speriamo,non si limiti alla pur importante questione dell'export. Anche perché gli altri non stanno a guardare o a fare complimenti. Nella giornata di ieri, infatti,due Paesi dell'Eurozona mediterranea hanno annunciato risultati, piuttosto che piani di ripresa.

 

La Grecia, per la prima volta dopo sei anni,metterà a segno nel 2014 una crescita positiva pari allo 0,7 per cento. Adirlo è l'istituto di ricerca Iobe che ritocca verso l'alto le stime dell'Unione Europea (+0,6%) sulla base di alcuni segnali positivi della congiuntura. Primo fra tutti l'andamento brillante della stagione turistica, segnato sia dall' aumento degli arrivi che da quello della spesa pro capite.

 

La notizia cade a pochi giorni dalla visita ad Atene del premier cinese Li Keqiang che, in un'intervista al quotidiano Kathimerininon ha nascosto la ragione dell'interesse di Pechino: «lavoreremo assieme - ha dichiarato - per fare del Pireo la miglior porta d'accesso del Mediterraneo». Intanto, la Banca di Spagnaha ieri ritoccato verso l'alto le previsioni economiche per l'anno in corso: Madrid crescerà dell'1,3% (contro l'1,2%).Anche in questo caso il turismo ha un ruolo rilevante, ancor di più l'export favorito dai grossi sforzi per il rilancio dell'auto: dopo il 2013 record (+11% ) la produzione di auto è cresciuto di un altro 5%, spinta sia dagli incentivi fiscali che dal costo del lavoro competitivo.

LI KEQIANG LI KEQIANG

 

I risultati? La disoccupazione, che resta il tallone d'Achille,mostra i primi segni di miglioramento (+0,4%).Altra musica, insomma, rispetto alla condizione del Bel Paese ove, accanto ai programmi, si deve fare i conti ogni giorno con notizie di ben altro tenore. Il pil, secondo la Banca d'Italia, non crescerà più dello 0,2% nel 2014 contro le previsioni governative che parlano dello 0,8%.

 

Colpa della congiuntura internazionale? Il caso dei cugini di Atene e di Madrid sembra smentirlo. Anche se non dimenticato il ruolo della locomotiva tedesca, chenel secondo trimestre ha accusato "crescita zero".Eche comunque, accusa Confindustria, non intende certo trainare i vagoni altrui verso la ripresa.

mario draghi mario draghi

 

La politica dell'Unione Europea, accusa un report di ieri degli imprenditori, non pecca tanto di flessibilità, bensì di "simmetria": «si può determinare - accusa la Confindustria -una situazione di disordine dei conti anche come fa la Germania con un surplus eccessivo negli scambi con l'estero. Anche se in questo caso non c'è alcun campionato del mondo da vincere».

 

Prendiamo atto dell'ironia (e dell'invidia) pallonara delle teste d'uovo di viale dell' Astronomia così come degli ennesimi, ambiziosi programmi del premier. La vera novità, forse, sta nella nota di fastidio con cui Confindustria accomuna nelle critiche la Bce alla Ue. Forse per il dispetto (giustificato) per la scelta di Mario Draghi di non includere l'edilizia tra i settori che potranno beneficiare dei prestiti Tltro a partire da settembre.

 

EUROTOWER BCEEUROTOWER BCE

Ma, parlando di export, l'unica politica efficace all'orizzonte è l'indebolimento dell'euro che, finalmente, si profila all'orizzonte grazie all'azione delle banche centrali. L'euro è sceso sotto quota 1,35.Ancora troppo poco per dare ossigeno al made in Italy (che ha bisognoalmenodi1,30). Ma qualcosa di più concreto rispetto alla marcia delle 22 mila imprese prevista (o sognata) da Renzi.

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