RISUCCHIO TECNICO - UN ANNO DI GOVERNO DEI PROFESSORI È COSTATO OLTRE 3MILA EURO PER LE FAMIGLIE ITALIANE - TRA NUOVE TASSE, INASPRIMENTI DI QUELLE ESISTENTI, ACCISE SULLA BENZINA E RINCARI DEGLI ALIMENTI, OGNI MESE 269 € IN MENO NEI BILANCI FAMILIARI - LA CRISI FA SCHIZZARE TUTTI I BENI E I SERVIZI: BANCHE (+93 EURO), ASSICURAZIONI (+78) , TRASPORTO LOCALE (+129), PEDAGGI (+53), BOLLETTE (+308 EURO)…

Francesco De Dominicis per "Libero"

Perché a un certo punto arriva il momento di fare i bilanci. Manca una manciata di giorni per festeggiare (dipende) la presenza di Mario Monti a palazzo Chigi e così, dopo 12 mesi di governo tecnico, è giusto tirare le somme. La politica del rigore avrà pure tenuto a bada i conti pubblici, ma ha letteralmente massacrato le famiglie degli italiani. Non ci giriamo intorno: Monti ci costa 3.223 euro all'anno in più e, quindi, 269 euro al mese. Un salasso capace di mettere in ginocchio i cittadini, cagionato sia dalle stangate fiscali sia dai vari rincari di tariffe e bollette registrati nel corso del 2012, quasi tutti legati a decisioni dello stesso professore della Bocconi.

I balzelli e i nuovi tributi sono le voci più grosse del «bottino» del governo. Che ha allungato le mani nelle tasche dei contribuenti (soprattutto quelli onesti) rendendo ancora più duro il conto salatissimo della crisi economica. I dati con cui abbiamo costruito il «conto di Monti» sono un mix tra le valutazioni delle associazioni dei consumatori (Adusbef e Federconsumatori) e le analisi realizzate da altri enti sulle misure decise dal premier.

La classifica è dunque guidata dall'Imu, che Monti ha reintrodotto sulle prime case non appena ha messo piede a palazzo Chigi a novembre dello scorso anno. Sta di fatto che - grazie anche all'aumento delle aliquote deciso dai comuni entro il 31 ottobre - l'imposta municipale unica comporta, solo per quanto riguarda le cosiddette abitazioni principali, un aggravio medio sui conti delle famiglie di 778 euro. Cifra che può facilmente raddoppiare se si aggiunge una casa al mare o in montagna.

Di tasse, dicono molte le associazioni di categoria, si muore. Di sicuro, arrivare alla fine del mese è sempre più una mission impossible, specie se devi tirare fuori una valanga di quattrini per far fronte a tutti i rincari di prezzi, tariffe e bollette: la voce che incide di più è la spesa alimentare, aumentata di 392 euro (+7%). L'elenco è lungo: i carburanti (su cui incide in parte l'aumento del prezzo del petrolio e in parte l'inasprimento delle accise stabilito da Monti) costringono le famiglie italiane a tirare fuori 276 euro in più l'anno. Chi va in auto, poi, spende ulteriori 78 euro per l'assicurazione e 53 euro per il pedaggio autostradale.

C'è poi il capitolo banche: il costo del conto corrente è salito (tra nuovi bolli statali e aumenti delle tariffe) di 93 euro. Mentre servono 129 euro in più per coprire le voci del budget familiare corrispondenti ai treni e al trasporto locale (metro e bus).

Doloroso il comparto «casa». Le bollette nel 2012 sono diventate molto più salate: tra elettricità, acqua, gas e rifiuti l'aggravio è pari complessivamente a 308 euro. A cui vanno aggiunte, sempre per restare nelle mura domestiche, 195 euro per il riscaldamento e 123 euro per i detersivi. A picchiare duro sui consumi, poi, ha contribuito anche l'aumento dell'Iva dal 20 al 21% scattato nel corso del 2012 e che ha comportato ulteriori uscite pari a 270 euro l'anno su tutti gli acquisti familiari. Per i libri scolastici, poi, si sono spesi 53 euro in più e per alcuni servizi professionali o artigianali l'aumento annuo è di 78 euro.

È il fisco, in ogni caso, il nemico numero uno delle famiglie. E quando non è stato direttamente il governo ad aumentare la pressione tributaria, hanno fatto la loro parte i comuni e le regioni con le addizionali sull'Irpef (imposta sui redditi): in questo caso la «mazzata aggiuntiva» vale 245 euro. La stangata di tasse, peraltro, potrebbe crescere ancora parecchio. La legge di stabilità in discussione in Parlamento potrebbe riservare brutte sorprese. Le norme presentate dal Governo sono oggetto in queste ore di un braccio di ferro e potrebbero subire alcune correzioni. Non è detto che gli emendamenti Pd-Pdl migliorino le misure di Monti: tra interventi sull'Irpef e aumenti Iva (dal 21 al 22% e dal 10 all'11%) ci potrebbe essere una sforbiciata di altri 152 euro.

Totale annuo 3.223 euro. Che poi si potrebbe pure accettare di contribuire a risanare le finanze pubbliche e a rilanciare l'economia. Tuttavia, i dati sul debito (vicino a 2mila miliardi) non sembrano confortare questa tesi. Il fabbisogno 2012 migliora su dieci mesi (-2,4 miliardi a 58,5 miliardi), ma a ottobre è risultato in aumento di 13 miliardi sul 2011. Pure lo spread - spia dello stato di salute dei conti statali - resta a livelli alti (ieri 349 punti). E se si guarda la disoccupazione (10,8% a settembre, record dal 2004) ci si chiede perché si impongono sacrifici così dolorosi.

 

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