RO-MAGNA MAGNA - SONO ANNNI CHE STA LÌ, EPPURE NESSUNO È RIUSCITO MAI A SPODESTARE LA CATWOMAN EMILIANA SILVIA BARTOLINI - DOPO ESSERE RIUSCITA NELL’ARDUO E STORICO RISULTATO DI FAR PERDERE BOLOGNA ALLA SINISTRA, È DIVENTATA PRESIDENTE DELLA CONSULTA DEGLI EMILIANO ROMAGNOLI ALL’ESTERO - QUESTA ISTITUZIONE È COSTATA ALLA REGIONE OLTRE 3 MLN € IN TRE ANNI, BUONA PARTE DEI QUALI SONO STATI SPESI IN ALBERGHI E RISTORANTI…

Emiliano Liuzzi e Ferruccio Sansa

La sua chioma rossa fece il giro del mondo, come il suo filo di perle preso a sberle da Giorgio Guazzaloca, l'uomo che passò dal bancone della macelleria alla stanza del potere, quella di sindaco di Bologna. Era il 1999 e Silvia Bartolini, ex-Pci, ex Pds, e Ds e infine oggi iscritta al Pd, segnò col suo nome la prima grande sconfitta del centrosinistra in quella che era la sua grande roccaforte. Mise nelle mani del centrodestra la città che avevano governato nomi come Giuseppe Dozza e Renato Zangheri, il cuore provinciale del Partito comunista italiano.

Guazzaloca poi è finito imbrigliato in indagini per corruzione, Bartolini, dopo essersi trovata con le guance dolenti per i ceffoni, tornò sulla scena politica. In ombra, ma con un ruolo di tutto rispetto, stipendiata con 45 mila euro all'anno più 32 mila di rimborso spese: presidente della Consulta degli emiliano romagnoli all'estero. Una macchina che costa alle casse della Regione Emilia Romagna qualcosa come un milione di euro all'anno, quasi tutti consumati in viaggi, cene, alberghi. 53 persone che si riuniscono due volte l'anno. Un organo che esiste solo in Emilia Romagna, nato più per mantenere il voto degli italiani all'estero che non per promuovere e importare cultura.

La Consulta ha il compito di favorire attività e progetti che contribuiscano a tenere in vita la cultura locale tra le comunità di emiliano romagnoli residenti all'estero. Per questo, tra le diverse voci di spesa, compaiono master, borse di studio, scambi culturali, eventi e manifestazioni in Italia e all'estero. Finora, però, a pesare di più sul bilancio è stato il funzionamento stesso della Consulta. Tra gettoni di presenza, indennità ai componenti, e pagamento delle spese di viaggio a persone estranee alla Regione, solo nel 2007 sono stati spesi oltre 320 mila euro. E 280 mila nei due anni successivi. In tutto più di 890 mila euro dei 3 milioni tirati fuori complessivamente dalla Regione in tre anni.

Nel 2008 il budget di 8.500 euro messo a disposizione per pranzi e cene è stato utilizzato fino all'ultimo centesimo. E nella lista dei rimborsi ci sono anche fatture da capogiro: 1.049 euro lasciati al ristorante dell'Hotel Giovanni di Londra, 900 al De Luigi di Roma, e altri 602 all'Hilton Perth Globe Restaurant, negli Stati Uniti.

Per il 2011, la cifra stanziata per le trasferte ammonta a 400 mila euro e a 286 mila euro quella per i gettoni e le indennità. Scorrendo le singole spese spiccano i 30 mila euro spesi per il soggiorno in Italia di un gruppo di discendenti da emigrati in Europa e i 50 mila euro utilizzati per organizzare dei corsi di lingua e cultura italiana in America Latina. Sono anni che l'Italia dei Valori, la Lega nord e il Movimento 5 stelle provano a smontare il trono di cartapesta sul quale è seduta Bartolini. Ma del tutto inutilmente. Neanche in tempi di crisi.

La Consulta resta attiva, attivissima, nel promuovere una presunta cultura nel mondo. Al massimo è stata limata la spesa, ma la giunta di Vasco Errani di mettere in discussione la Consulta non ne vuole sapere. La stessa Bartolini si è più volte espressa a favore del suo posto di lavoro: "Continuare a polemizzare non serve: la Consulta mantiene contatti con le 107 associazioni di emiliano romagnoli nel mondo, è offensivo nei confronti delle nostre comunità all'estero e delle attività che svolgono su base volontaria.

È opportuno per dovere di ospitalità, ringraziare, anche solo con un pranzo, persone che vengono dall'estero o da fuori Bologna per tenere relazioni alle nostre conferenze senza avere in cambio alcun compenso, o consultori e presidenti che all'estero ci aiutano a loro spese durante le nostre visite". E ancora: "Io non vado all'estero senza sapere perché", ha detto al Corriere di Bologna. "Io so cosa vado a fare. E ho tutti gli scontrini che lo dimostrano".

Chiamarli scontrini è riduttivo: nel 2009, in Argentina, il viaggio della Consulta costò 29.672 euro. Qualche migliaio di euro in meno una missione in Canada e un'altra in Svizzera. Trentamila euro, invece, sono partiti per ospitare a Riccione i discendenti di emigrati emiliani in Europa. Quest'anno Bartolini è tornata in Sudamerica: Buenos Aires, Mar de La Plata, La Plata, Villa Gesell.

Tutto documentato, spiega la presidente. Gli scontrini ci sono. "Il problema", dice Giovanni Favia del Movimento 5 stelle, "non sono le ricevute, ma l'utilità di missioni che costano un occhio della testa. Giusto mantenere un legame con gli emigrati, ma qui siamo in presenza di un carrozzone di privilegi".

 

SILVIA BARTOLINIGiorgio GuazzalocaVASCO ERRANIGIOVANNI FAVIA

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