1- LA ROMA POTENTONA DEI CALTA-RICCONI UCCELLATA DA MONTI: "IL GOVERNO NON RITIENE CHE SAREBBE RESPONSABILE, NELLE ATTUALI CONDIZIONI DELL'ITALIA, ASSUMERE QUESTO IMPEGNO DI GARANZIA DEI COSTI DELLE OLIMPIADI. LE TURBOLENZE RESTANO, BASTA GUARDARE ALLA GRECIA, NON SI PUÒ PRESCINDERE DALLA SITUAZIONE FINANZIARIA” 2- ALE-DANNO SCORNATO: “MONTI HA DATO MOTIVAZIONI MOLTO CHIARE MA NON CONDIVISIBILI” 3- MATTEOLI: "L'ITALIA HA BISOGNO DI DARE UN'IMMAGINE DI TRANQUILLITÀ IN EUROPA E NEL MONDO, E RINUNCIARE ALLE OLIMPIADI DEL 2020 È UNA COSA PROFONDAMENTE NEGATIVA" 4- MASSIMO TEODORI: “SI TRATTA DI UN INVESTIMENTO SCRITERIATO A FRONTE DEI SACRIFICI CHIESTI AL PAESE. LONDRA, CHE HA INVESTITO OLTRE 30 MILIARDI DI EURO PER LE ATTUALI OLIMPIADI, SI È AMARAMENTE PENTITA; ED I GIOCHI DI ATENE 2004 SONO STATI ALL'ORIGINE DELLA CRISI DELLA GRECIA D'OGGI”

1 - ROMA 2020:ALEMANNO'NOTIZIA NEGATIVA,MONTI HA DETTO NO'
(ANSA) - "Monti ha detto no. La notizia è stata negativa". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi a proposito del no del governo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.

2 - ROMA 2020: ALEMANNO, MONTI CHIARO MA NON CONDIVISIBILE
(ANSA) - Il premier Mario Monti "ha dato motivazioni molto chiare". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi, dopo il no del governo alla candidatura della Capitale alle olimpiadi del 2020. A chi gli chiedeva se le motivazioni date dal premier fossero condivisibili, Alemanno ha detto: "condivisibili no".

3 - ROMA 2020: ALEMANNO, MIE DIMISSIONI? ASSOLUTAMENTE NO
(ANSA) - "Assolutamente no, mi dispiace deludere gli oppositori". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi, a chi gli chiedeva di sue possibili dimissioni, dopo il no del governo alla candidatura della Capitale alle olimpiadi del 2020.

4 - ROMA 2020: MONTI, NON DA RESPONSABILI DIRE SI'
(ANSA) - "Il governo non ritiene che sarebbe responsabile, nelle attuali condizioni dell'Italia, assumere questo impegno di garanzia dei costi delle Olimpiadi". Così il premier Mario Monti ha motivato il 'no' del governo alla candidatura di Roma.

5 - CRISI: MONTI,PASSATO MOMENTO DIFFICILE,MA TURBOLENZE RESTANO
(ANSA) - Il governo "ha dovuto chiedere sacrifici molto importanti" agli italiani e "siamo riusciti a superare forse il passaggio più difficile, ma le turbolenze che ancora caratterizzano i mercati finanziari e l'Eurozona, è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo in Grecia, non consentono ancora di prescindere da questa difficile situazione finanziaria". Così il premier Mario Monti ha motivato il no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.

6 - ROMA 2020: MATTEOLI, PDL DICA A MONTI 'NON ACCETTIAMO'
(ANSA) - "L'Italia ha bisogno di dare un'immagine di tranquillità in Europa e nel mondo, e rinunciare alle Olimpiadi del 2020 è una cosa profondamente negativa". Queste le parole di Altero Matteoli (PdL) a Tgcom24. Anche la Spagna andrà - osserva - e non sta certo meglio di noi. Noi cosa facciamo, alziamo le mani e ce ne andiamo? Spero che il mio partito si faccia sentire con Monti per dire che non accettiamo questa sua decisione. A rimetterci sarà l'immagine dell'Italia intera".

7 - ROMA 2020: CICCHITTO, GRAVE ERRORE, FATTORE DI SVILUPPO
(ANSA) - "Reputo che la rinuncia a sostenere la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 sia un grave errore. Sappiamo benissimo che le Olimpiadi a seconda di come sono impostate e poi gestite possono essere un fattore di sviluppo o invece di dissipazione di risorse. A nostro avviso esistevano tutte le condizioni perché si verificasse la prima di queste due ipotesi". Così Fabrizio Cicchitto,capogruppo del Pdl alla Camera.

8 - ROMA 2020: LEGA, OK MONTI, NO A OPERAZIONE PROPAGANDISTICA
(ANSA) - "Questa è la dimostrazione che l'opposizione della Lega a Monti non è pregiudiziale. Quando il governo fa una cosa giusta noi onestamente lo ammettiamo". Così il senatore della Lega Nord e vicepresidente della Commissione Bilancio, Massimo Garavaglia sul no di Monti alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020.

Per Garavaglia quindi, "bene ha fatto Monti a negare l'ok per le Olimpiadi anche perché in un periodo del genere, quando si chiedono sacrifici a tutte le categorie e il pil è in caduta libera pensare di rimettere in pista una operazione propagandistica non avrebbe senso. L'economia la fanno le imprese - sottolinea infine Garavaglia - e ogni euro disponibile deve andare a famiglie e imprese e non a spesa pubblica improduttiva".

9 - ROMA 2020: BERSANI, SCELTA RESPONSABILITA' NON DI SFIDUCIA
(ANSA) - "Il governo ha preso una decisione meditata, che rispettiamo. L'importante adesso è che questa scelta venga letta come segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi". Lo afferma il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la scelta del presidente del Consiglio di rinunciare alla candidatura dell'Italia alle Olimpiadi 2020.

10 - CHRISTILLIN A PANORAMA.IT: "SCELTA DI MONTI INEVITABILE.
DIFFICILE CHIEDERE SACRIFICI E POI METTERE SOLDI IN UN PROGETTO
NON CERTO"

Da Panorama in edicola domani - "Il governo ha tenuto conto più dell'aspetto concreto che di quello emotivo. Scelta inevitabile? Non posso essere in disaccordo con lui". Così Evelina Christillin, vicepresidente del Toroc che organizzò i Giochi di Torino 2006, ha commentato in un'intervista a Panorama.it il no del presidente del Consiglio Monti alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020.

"Capisco che è difficile chiedere alla gente di fare sacrifici e poi mettere soldi in un progetto non certo" prosegue Evelina Christillin secondo la quale la scelta di Monti è causata "dall'attuale congiuntura" e non da valutazioni sulle esperienze passate in Italia: "Sarebbe ingeneroso perché non si può fare di casi straordinari una regola - dice la manager -. Noi italiani abbiamo buone capacità organizzative e non sposo la tesi leghista del ‘magna magna'".

Era necessario non dare un'immagine ai mercati di un Paese che non insegue il rigore? "Come dargli torto. Nessuno nel 2004 avrebbe pensato ad Atene che le cose sarebbero finite così - risponde Christillin -. Furono Olimpiadi meravigliose solo che invece di spendere 5 miliardi ne hanno tirati fuori 13. Hanno fatto il passo più lungo della gamba".

Il problema secondo la manager piemontese è che "il mondo è cambiato" tanto da ammettere che "se anche a noi (di Torino 2006 ndr) la possibilità di candidarci fosse arrivata adesso avremmo avuto più di un pensiero". Le promesse di trovare da privati i soldi necessari? "Una volta era più semplice - dice Christillin -. E' cambiato il mondo rispetto a quando l'Nbc aveva i miliardi e gli Stati Uniti andavano bene. Non è colpa di Alemanno e Petrucci".

11 - OLIMPIADI, UN 'NO' SACROSANTO
Massimo Teodori per "espresso.repubblica.it"

Tralasciamo gli altisonanti appelli dei grandi sportivi e dei personaggi pubblici mobilitati per l'occasione, e guardiamo in faccia alla realtà delle Olimpiadi richieste per Roma 2020 che sarebbero un pessimo affare per lo Stato e un bidone per i romani.

Si tratta infatti di un investimento scriteriato a fronte dei sacrifici chiesti al Paese. Londra, che ha investito oltre 30 miliardi di euro per le attuali Olimpiadi, si è amaramente pentita; ed i giochi di Atene 2004 sono stati all'origine della crisi della Grecia d'oggi.

Per la capitale, il rapporto tra costi e benefici dell'operazione olimpica sarebbe disastroso: lo Stato pagherebbe quel che l'Italia non può permettersi, mentre risulterebbero del tutto aleatori i vantaggi per la città. Le cifre del comitato promotore - 9,8 miliardi di euro di cui solo 4,7 a carico dello Stato - alla prova dei fatti risulterebbero fasulle. Per non parlare delle cricche che sono solite speculare sui "grandi eventi", come con Italia '90, con il Giubileo e gli affari vaticani, e con i Mondiali di nuoto del 2009. Le Olimpiadi di Roma 1960 furono un'altra cosa: occorreva restaurare l'immagine di un Paese disastrato dalla guerra, e le opere pubbliche restarono alla città.

L'altro buon motivo per dire no alle Olimpiadi riguarda la civiltà della bellissima capitale. Roma è nota nel mondo per la sua quotidiana bellezza che attira milioni di turisti interessati a godere dell'ambiente storico e artistico, del tutto inadatto agli eventi di massa.

Cosa porterebbero di più e di meglio le centinaia di migliaia di persone che affluirebbero a Roma nel giro di alcune settimane estive? Nulla: aggiungerebbero a una città pessimamente servita solo disagi e rischi per il patrimonio artistico, mentre i vantaggi andrebbero a quei gruppi sempre pronti a pubblicizzare le perdite ed a privatizzare i profitti.

Roma è attraente così com'è, e non è adatta a spettacoli incalzanti come le Olimpiadi. La televisione, poi, per quanto condita da luci fantasmagoriche, non aggiungerebbe nulla all'antico fascino romano.

Non è un caso che i grandi eventi abbiano sempre portato guai ai cittadini romani. Roma ha un'amministrazione comunale indegna di una capitale europea come la vicenda della neve ha reso evidente. Il traffico è proibitivo; i mezzi di trasporto pubblico sono da Terzo mondo primitivo; le strade somigliano a percorsi di guerra; la segnaletica pubblica (si veda la metropolitana) è opera di analfabeti della comunicazione grafica;

i rifiuti urbani invadano strade e piazze; la linea C della metropolitana è ferma da un quarto di secolo e sui costi si addensa il solito scandalo; camioncini degni di fiere paesane deturpano i siti archeologici; abusivi d'ogni genere controllano snodi essenziali come stazioni e aeroporto; dai tassisti il Comune non sa pretendere un minimo di standard professionale; le clientele di parentopoli regnano sulle strutture di servizio; gli "invalidi" fasulli si moltiplicano mentre quelli veri vivono una vita urbana disperata; la malavita tiene in pugno molti quartieri; i commerci e il turismo facenti capo al Vaticano sottraggono alle finanze pubbliche rilevanti prelievi fiscali senza che alcuna autorità osi alzare un dito.

In questo disastro amministrativo, perché mai si vogliono buttare miliardi che non solo costerebbero cifre indisponibili allo Stato ma non lascerebbero alcuna traccia sulla qualità della vita dei romani? L'inchiesta "Sprechi olimpici" pubblicata dall'"Espresso" è più che mai eloquente di quel che è successo in passato, preannuncio di quel che accadrebbe con le Olimpiadi agognate dal sindaco Alemanno.

Ancora una volta si tratta di scegliere tra la buona amministrazione e la retorica, tra la soluzione dei problemi di tutti e la tutela degli affari, spesso opachi, di pochi. Il motivo per dire no alle Olimpiadi di Roma non nasce dall'immobilismo: è la consapevolezza che per un decente futuro della città occorre anteporre i problemi civili della comunità, magari poco appariscenti, all'effervescenza dei "grandi eventi" che lasciano sempre un profondo amaro.

 

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